Aerazione a scuola, in arrivo le linee guida. Spicola: “Misura tardiva ma importante. Trattamento dell’aria ambito ignorato nel contrasto al contagio” [INTERVISTA]

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Anche l’aerazione delle aule scolastiche è un altro tema portante che riguarda la gestione del covid a scuola: se da un lato non c’è mai stato un vero obbligo all’utilizzo di dispositivi di purificazione e ventilazione delle classi, dall’altro il ricambio d’aria tramite l’apertura delle finestre non sempre è stato accolto in maniera univoca come un sistema efficace.

Il Ministero dell’Istruzione ha fornito fondi destinati all’acquisto da parte delle scuole, anche a dispositivi di sanificazione dell’aria ma, quello che spesso i presidi hanno fatto notare è che nessuno ha mai fornito linee guida o indicazioni specifiche sugli strumenti da acquistare. Per non parlare dei sistemi di ventilazione fissi: su questo il Ministero ha più volte ribadito che il compito spetta agli Enti locali, che possono intervenire in base alle concrete necessità degli edifici.

Con il nuovo decreto che proroga lo stato di emergenza al 31 marzo 2022, è stato approvato un emendamento che invita ad adottare entro il 20 marzo 2022 uno specifico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (su proposta del Ministro della salute e di concerto con il Ministro dell’istruzione) che deve definire da un lato le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e dall’altro gli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e confinati degli stessi edifici.

A proporre l’emendamento è stata Mila Spicola, di area del partito democratico, del comitato IdeaScuola, che da tempo si batte per la battaglia di una maggiore sicurezza nelle scuole.

Abbiamo posto alcune domande all’esponente dem per comprendere meglio le motivazioni che stanno alla base dell’emendamento accolto.

Il suo emendamento al decreto relativo alla proroga dello Stato di emergenza prevede delle linee guida da adottare per i dispositivi mobili di purificazione dell’aria e di sistemi fissi di aerazione. Non le sembra un po’ tardiva l’azione del Parlamento, considerando il pressing che si fa da due anni su questo tema?

La necessità di linee guida sul tema la dichiariamo da più parti soprattutto negli ultimi mesi, quando l’argomento “aerazione e trattamento dell’aria” è finalmente entrato nel dibattito. Certo che è tardivo, la prima volta che ne ho scritto era il 18 aprile del 2020. Come tardivo è stato da parte dell’OMS il riconoscimento del contagio via aerosol. Ricordiamo che è del giugno 2020 la lettera degli scienziati – tra loro l’italiano prof. Giorgio Buonanno – per il riconoscimento del contagio via aerosol. Appena è diventato un argomento più diffuso e accettato in più ambiti è sorta l’esigenza: di dare un supporto informativo ai dirigenti scolastici che non sono esperti, ed è bene sempre riferirsi a esperti del settore; dare delle specifiche al mercato dei dispositivi, perché non tutto va bene e non tutto è efficace. Io, con il supporto dell’attività del Comitato Idea Scuola, dell’avv. Guerra che ne è presidente, e di altre socie e attiviste del Comitato, come Stefania Sambataro, che da mesi si occupa del tema, abbiamo pensato di agire per via normativa proponendo di inserire la necessità di linee guida in un testo normativo. Lo abbiamo proposto a più forze politiche, il PD ha accolto la proposta, grazie alla referente scuola Manuela Ghizzoni e alla senatrice Simona Malpezzi, che hanno inserito il comma nell’emendamento che è stato presentato e approvato nella “Legge 18 febbraio 2022, n. 11 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19”. La cosa importante è che adesso queste linee guida siano effettivamente delle specifiche utili e soprattutto siano elaborate dagli esperti nell’ambito del trattamento dell’aria. Un ambito totalmente ignorato ad oggi nel contrasto al contagio, a scuola come ovunque. L’emendamento non è risolutivo, ma almeno mette un piedino legislativo in un ambito necessario da affrontare. Ed è obiettivo frutto di lavoro di squadra.

Sui sistemi fissi di aerazione il Ministro Bianchi e la sottosegretaria Floridia hanno sempre posto l’accento che interventi del genere non possono essere applicati in maniera indiscriminata per tutti gli edifici scolastici e che comunque si tratta di azioni che spetterebbero agli Enti locali. Si ritiene d’accordo?

Se parliamo di dispositivi di purificazione mobili è un acquisto che può fare il dirigente scolastico, ma sentiti dei tecnici impiantisti, perché come detto prima può acquistare anche dispositivi non adatti. Si comprano e si attacca la presa. Non necessitano lavori murari. Nel caso di impianti di ventilazione meccanica controllata invece si tratta di interventi più complessi che riguardano l’intero involucro edilizio e possono esserci opere murarie o negli infissi, in quel caso è competenza comunale. Per quel che riguarda la fattibilità tecnica in qualunque edificio, anche quelli realizzati parecchi anni fa: anche in questo caso se si tratta di dispositivi mobili – purificatori, aeratori – basta la presa elettrica. Se si tratta di impianti, uguale, sono meno invasivi degli impianti antincendio, che sono obbligatori per qualunque edificio adibito a uso pubblico. Non dipende né dallo stato dell’edificio, né dal tipo di struttura, cioè non abbiamo impedimenti tecnici, qualora li si vogliano mettere. Il costo per dotare gli edifici scolastici di impianti di ventilazione, stimato dagli esperti, e consiglio ancora una volta di fare riferimento a loro, è stimato sui 2 miliardi, se invece parliamo di dispositivi mobili forse pure meno. Ma, cosa assurda, nel CTS non è mai stato presente un esperto di qualità dell’aria e di prevenzione contagi da patogeni, ovvero, gli ingegneri e i fisici ambientali.  Altra cosa importante è monitorare l’aria degli ambienti per capire qual è esattamente il bisogno di ricambio d’aria, e questo possiamo farlo fin da subito con dei rilevatori di CO2, che sono dei piccoli oggetti ma che possono dare informazioni in modo immediato. Il problema è la volontà politica e l’organizzazione. Una delle prossime richieste con Idea Scuola sarà quello di inserire tali interventi all’interno dei bandi del PNRR sulla riqualificazione edilizia ed energetica degli edifici scolastici, esistenti o da costruire. Perché se si mette mano a questi lavori meglio farli insieme. In una logica sinergica di sistema.

La curva si sta abbassando. Il sottosegretario Sasso spinge per far cadere le principali misure restrittive a scuola dopo il 31 marzo. Da insegnante, cosa ne pensa? Sarebbe una scelta da perseguire oppure sarebbe meglio non affrettare i tempi?

Gli esperti ci dicono che è bene non abbassare la guardia. Che è bene mantenere le mascherine al chiuso, perché è al chiuso che si verifica la stragrande maggioranza dei contagi. La principale misura rimane quella della prevenzione e lo possiamo fare senza chiusure se cerchiamo di attuare una strategia integrata: vaccini più mascherine più trattamento dell’aria. Investire oggi sul tema della sicurezza ambientale attraverso l’attenzione alla qualità dell’aria significa avere benefici sulla pandemia, su eventuali rischi futuri, ma anche su ogni altro genere di patogeno. Significa cioè curarsi del benessere di quanti vivono la scuola, soprattutto i minori e metterli nelle condizioni migliori per imparare, oggi sono nelle peggiori condizioni, lo sappiamo. 

Distinzione tra alunni vaccinati e non vaccinati? Si tratta di una misura che sta facendo discutere molto. Lei è favorevole o contraria?

Posto che vaccinare è la parte più importante per contrastare gli effetti gravi del contagio, ai fini della diffusione dei contagi abbiamo visto che questo avviene anche tra i vaccinati. Per cui dobbiamo stare attenti comunque, non distinguerei, e non solo per non discriminare, ma perché è una distinzione ci dicono gli esperti di dubbia efficacia. Il vaccinato asintomatico può portare il contagio a casa e infettare il nonno, o un congiunto fragile. L’obiettivo oggi è quello di fermare il contagio per salvaguardare i fragili: immunodepressi, anziani, malati oncologici o altre patologie. Per cui molti consigliano di non distinguere. Specialmente oggi che non abbiamo un controllo sull’aria. 

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