Reclutamento, la grande sfida di Bianchi: garantire un sistema regolare con formazione iniziale e concorsi. Ma c’è attesa anche dal fronte precari

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Quella del reclutamento, come abbiamo spiegato più volte, sarà una delle più importanti partite che Patrizio Bianchi si giocherà come Ministro dell’Istruzione: la riforma è già iniziata in parte e inizia a prendere forma. Tuttavia resta ancora aperta la questione precariato.

Sull’importanza del reclutamento si sono espressi anche gli utenti di Orizzonte Scuola: in un recente sondaggio è emerso che il tema risulta essere prioritario subito dopo il rinnovo contrattuale del personale scolastico.

Come abbiamo già spiegato, una prima parte della riforma del reclutamento è stata già avviata: si evince dalla relazione del Governo relativa agli interventi sul Pnrr.

Il decreto sostegni bis, ovvero il decreto legge n.73 del 2021 viene considerato come il primo tassello che andrà a comporre il nuovo percorso per diventare insegnanti. Questo vuole dire che i concorsi ordinari banditi nel 2021, che sono stati completati e quelli che stanno per partire (concorso scuola secondaria), rappresentano lo start al nuovo reclutamento.

Non resta che delineare il passaggio della formazione iniziale degli insegnanti: in base alle prime anticipazioni, l’idea è quella di far conseguire tramite CFU l’abilitazione all’insegnamento. Per fare ciò, chi entrerà in questo percorso, dovrà avere  60 crediti universitari nel settore pedagogico. Di questi però, 24 dovranno essere ottenuti tramite tirocinio.

A quel punto, chi avrà tali requisiti, potrà accedere ai concorsi semplificati che avranno la struttura dei concorsi per docenti già avviati nel 2021.

Chi supererà il concorso passerà all’anno di formazione e prova, che prevede una valutazione finale. Se questa risulterà essere positiva si avrà la conferma in ruolo.

Al momento bocche cucite da Viale Trastevere sulla soluzione precariato: se da un lato in Parlamento si muovono dei passi in tale direzione, con gli emendamenti al decreto milleproroghe che sanciscono il rinnovo delle assunzioni da Gps prima fascia per il sostegno e con un nuovo concorso straordinario riservato ai supplenti con 3 annualità di servizio, dall’altro lato sembra ancora mancare un provvedimento organico per la stabilizzazione dei precari.

Una spinta in tale direzione arriva puntuale dal senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, che invita Bianchi proprio a farsi carico della questione:  “Nell’attuale legislatura succede che anche in piena crisi pandemica la stabilizzazione del corpo docente (fondamentale per la tenuta del sistema) passi da prove concorsuali che sembrano studiate apposta per non superarle, numeri palesemente insufficienti e tempi biblici”.

“Mentre qualsiasi proposta di buonsenso e in linea con la normativa europea come i percorsi formativi abilitanti all’insegnamento, è di fatto boicottata. Ho chiesto al ministro dell’Istruzione di farsi carico della questione. La qualità del servizio è un diritto degli studenti”, ha proseguito il senatore.

Pittoni da tempo sostiene la necessità di rispolverare il doppio canale di reclutamento. Soluzione che a quanto pare risulta essere gradita anche ad altri soggetti politici, come il Pd.

E con il favore delle organizzazioni sindacali: “Il sistema a regime dovrebbe essere il doppio canale: equo, trasparente, rispettoso dell’impegno professionale che per anni un docente precario mette a disposizione della scuola permettendole di funzionare. Non dimentichiamo mai che l’alternativa sarebbe il non funzionamento di un sistema volto a soddisfare un diritto costituzionalmente garantito”, ha detto recentemente Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola.

Anche la Uil Scuola, con il segretario Pino Turi, apprezza l’iniziativa dem, rimarcando la necessità di un nuovo sistema: “In due anni sono stati banditi ben 8 concorsi nei vari ordini di scuola tra straordinari, ordinari, abilitanti, con procedure smart, e qualcun altro è pensato per il futuro. Appena 2 concorsi sono stati portati a termine Serve immettere in ruolo i precari con 36 mesi di servizio e cambiare il reclutamento”.

Grazie all’operato del sindacato, che ha portato alla raccomandazione del 2021 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, il Governo è stato costretto a inserire dentro il PNR il problema del reclutamento dei precari: c’è scritto che l’Italia deve rispondere all’Europa entro il 2022 sulla questione del precariato. Quindi entro dicembre di quest’anno ci deve essere una riforma ordinaria che elimini la supplentite. Ci batteremo sempre per la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo”, dice Marcello Pacifico, presidente Anief, nel corso della video intervista rilasciata ad Orizzonte Scuola.

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