Prove Invalsi al via. Ricci: “Test fondamentali per capire lo stato di salute della scuola. Il 10% degli studenti termina gli studi con competenze inadeguate” [INTERVISTA]

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Da martedì 1° marzo al via le prove Invalsi 2022. I primi a cimentarsi sono i maturandi. Seguono poi dal 1° aprile gli studenti di terza media, gli alunni della seconda e quinta elementare dal 6 maggio, i ragazzi delle seconde superiori dall’11 maggio. A Orizzonte Scuola interviene Roberto Ricci, presidente dell’Ente.

Presidente Ricci, dopo due anni di stop, tutto ritorna a regime o quasi. Cosa si aspetta?

Dopo due anni di pandemia anche le prove Invalsi si avviano nuovamente verso la normalità. Quest’anno riprenderanno anche le prove per la seconda secondaria di secondo grado, dopo due anni d’interruzione a causa della pandemia. Le prove serviranno alle scuole, agli studenti, alle famiglie e al sistema per capire meglio se le difficoltà incontrare in questi due anni di pandemia si sono, almeno in parte, ridotte e se gli effetti delle lunghe chiusure cominciamo a lasciarceli alle spalle. Nel 2021, anno ancora molto provato dalla pandemia, circa 475.000 studenti della scuola secondaria di secondo grado hanno svolto le prove. Penso quindi che l’importanza che le prove rivestono sia ormai chiara a tutti e gli esiti dell’anno scorso lo dimostrano: è nei momenti di shock che diventa essenziale la misurazione dei danni prodotti, per capire cosa è stato colpito maggiormente e dove andare a sanare la situazione. Un po’ come non ci verrebbe mai in mente di evitare gli esami clinici quando stiamo male, perché anzi è proprio quello il momento in cui è necessario farli per capire cosa non funziona, la stessa logica deve valere per le prove Invalsi: è importante capire dove gli studenti hanno difficoltà, per aiutarli a migliorare e penso che le scuole, gli studenti e le famiglie lo abbiano compreso.

Lo scorso anno i dati delle prove Invalsi non sono stati lusinghieri per gli studenti. Davvero è tutta colpa della Dad?

La risposta che darei d’impulso sarebbe: magari fosse così facile! In questo caso basterebbe tornare in presenza per azzerare i problemi emersi, quando in realtà sono situazioni che vengono da molto più lontano. La DAD è stata problematica, certo, ma ha consentito di mantenere il legame con la scuola per milioni di ragazzi e ragazze. Semmai il problema è il 9,5% degli studenti che termina la scuola secondaria di secondo grado con competenze di base fortemente inadeguate. Ho sempre sostenuto apertamente e ripetutamente che la Dad meriterebbe una lapide commemorativa di ringraziamento in tutti i comuni d’Italia perché l’alternativa in quel periodo sarebbe stata nessuna didattica. Sicuramente c’è stato un utilizzo della DAD al di là dello stretto necessario, ma finché siamo rimasti nell’emergenza, la Didattica a Distanza è stata uno strumento fondamentale, indispensabile. Non a caso, i dati più problematici del nostro rapporto provengono da zone del paese già precedentemente disagiate e che hanno subito chiusure più lunghe che altrove.

Cosa la preoccupa maggiormente?

L’aspetto che maggiormente mi preoccupa è che non sia riservata attenzione adeguata all’importanza degli apprendimenti. Spesso si assiste a polemiche e a dibattiti divisivi, eludendo il problema centrale, ossia come promuovere l’innalzamento delle competenze dei giovani. Penso che serva uno sforzo di concretezza che punti sul cosa si può fare e non tanto all’elencazione delle cose che non vanno. Credo che abbiamo bisogno di concretezza che a mio vedere è la forma più alta di rispetto verso la scuola e verso l’intera società.

Particolarmente significativi risultano i problemi della dispersione scolastica implicita e del ritardo del Mezzogiorno sui diversi fronti. Cosa si può fare?

Sicuramente quello della dispersione implicita è un dato critico e da tenere sott’occhio: si tratta di ragazzi che dopo 13 anni di scuola escono con competenze insufficienti in tutte le materie e la cui preparazione reale non corrisponde al titolo di studio conseguito, con conseguenze evidenti per quando poi si trovano a dover entrare nel mondo del lavoro. Uno dei dati che emerge da queste percentuali è che l’effetto compensativo della scuola è fondamentale per arginare questa tendenza. Inoltre, ad aggravare ulteriormente la situazione, già di per sé complicata, è il divario territoriale e sociale: le quote di studenti con una preparazione insufficiente si concentrano nelle regioni del Mezzogiorno e all’interno di famiglie con contesti meno favorevoli all’apprendimento, contribuendo ad ampliare il divario territoriale e sociale della scuola italiana e mettendo in luce la mancanza di una infrastruttura scolastica “robusta”. I divari tra territori hanno assunto dal punto di vista scolastico delle dimensioni veramente preoccupanti e francamente non accettabili per un paese avanzato. In primo luogo, bisogna identificare in modo capillare dove essi si realizzano, per chi, in quali circostanze. I dati INVALSI ci consentono di avere questa informazione e di agire immediatamente. Identificato il problema bisogna poi trovare delle soluzioni che devono essere costruite su misura in base alle diverse situazioni. In questi ultimi tempi abbiamo imparato che i dati sono fondamentali, per quanto non sufficienti, per capire cosa succede e per come correggere le situazioni di svantaggio, trasformandole in un’opportunità di crescita.

Quali sono le leve da cui bisogna ripartire per la scuola del futuro?

Provo a elencarne alcune. Formazione del personale, politiche basate anche sui dati e sulla costante verifica degli effetti concreti delle azioni intraprese. Ma credo che la cosa più importante sia che tutta la società, non solo la politica, si prenda cura della scuola. I messaggi devono essere coerenti. È necessario che l’intera collettività dia importanza alla scuola, chiedendo risultati, ma garantendo supporto e sostegno. Certamente il tema delle risorse è importante e ineludibile, ma serve anche un ripensamento delle metodologie di insegnamento, adatte a una scuola per tutti e di tutti. In gioco c’è il futuro dell’intera collettività nazionale, non solo quello dei giovani. Una delle lezioni della pandemia che abbiamo imparato è che il ruolo della scuola è estremamente importante e che si tratta di un bene da preservare. E per farlo dobbiamo prendercene cura tutti, non cercare scorciatoie ma affrontare con garbo i problemi per quello che sono.

Sulle indiscrezioni che vogliono le prove Invalsi utilizzabili per le ammissioni all’Università cosa ha da dire a riguardo?

L’INVALSI è un ente di ricerca che ha una funzione tecnica a supporto del decisore e le prove nascono per dare informazioni alle scuole e agli studenti in relazione alle competenze acquisite in alcune discipline fondamentali, ma non sono destinate a sostituire le prove di ammissione all’università. Sono decisioni politiche che non competono all’Istituto.

Ecco il calendario delle somministrazioni pubblicato da Invalsi:

II primaria (prova cartacea)
Italiano: venerdì 6 maggio 2022
Prova di lettura solo Classi Campione: venerdì 6 maggio 2022
Matematica: lunedì 9 maggio 2022

V primaria (prova cartacea)
Inglese: giovedì 5 maggio 2022
Italiano: venerdì 6 maggio 2022
Matematica: lunedì 9 maggio 2022

II e V primaria Richieste di posticipo

Date per le somministrazioni posticipate:
-12 maggio 2022 – V PRIMARIA: prova di Inglese
-13 maggio 2022 – II e V PRIMARIA: prova di Italiano
-16 maggio 2022 – II e V PRIMARIA: prova di Matematica

III secondaria di primo grado (prova al computer – CBT)
Sessione ordinaria Classi Campione
La scuola può scegliere una tra le due seguenti finestre:
-lunedì 4, martedì 5, mercoledì 6, giovedì 7 aprile 2022
-lunedì 11, martedì 12, mercoledì 13 aprile 2022

La scuola sceglie tre giorni di una delle due finestre di somministrazione per svolgere le prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto).

Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da venerdì 1 aprile 2022 a sabato 30 aprile 2022

Sessione suppletiva: da lunedì di 23 maggio 2022 a sabato 28 maggio 2022

II secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano e Matematica: mercoledì 11, giovedì 12, venerdì 13 maggio 2022
Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano e Matematica: da mercoledì 11 maggio 2022 a martedì 31 maggio 2022

V secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
Sessione ordinaria Classi Campione
La scuola può scegliere una tra le due seguenti finestre:
-martedì 1, mercoledì 2, giovedì 3, venerdì 4 marzo 2022
-lunedì 7, martedì 8, mercoledì 9, giovedì 10 marzo 2022

La scuola sceglie tre giorni di una delle due finestre di somministrazione per svolgere le prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto).

Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da martedì 1 marzo 2022 a giovedì 31 marzo 2022

Sessione suppletiva e privatisti: da lunedì di 23 maggio 2022 a sabato 28 maggio 2022.

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