“Obbligo vaccino via dal 1° aprile. Ora rinnovo contratto, 50 mila posti Covid in organico di diritto”: Anief in sciopero il 25 marzo. Intervista a Pacifico

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Dall’obbligo vaccinale all’organizzazione della scuola per il prossimo anno scolastico, dal ritardo nel rinnovo del contratto alla mancanza di risorse per gli aumenti stipendiali di docenti e ATA, dal dimensionamento scolastico a un cambio di passo nel reclutamento del personale: Anief proclama lo sciopero per l’intera giornata del 25 marzo. A Orizzonte Scuola Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato.

Avete proclamato lo sciopero per il 25 marzo, qual è il motivo principale?
Vogliamo che si vada a sbloccare il contratto fermo da 3 anni. Con l’aumento attuale del costo della vita – abbiamo calcolato più di 6 punti percentuali – per non parlare di ciò che sta avvenendo a causa della guerra, speriamo non si rinvii più. Il primo motivo è quindi spingere il governo ad aprire le trattative per il rinnovo del contratto.

Perché le trattative non sono ancora iniziate?
Le trattative non sono ancora iniziate perché i ministri Bianchi e Messa non hanno inviato gli atti di indirizzo alla Funzione pubblica. Questo è preliminare all’esame che faranno il ministero della Funzione pubblica con il Tesoro per fare un atto di indirizzo unico per il rinnovo del contratto.

E poi?
Il secondo motivo sono le risorse aggiuntive promesse dal governo a maggio nel patto per la scuola. Queste risorse non ci sono, non sono state stanziate in legge di Bilancio a questo fine. E non si tratta dei famosi 13 euro di aumento legati al personale docente o l’elemento perequativo.
Ci sono poi altri nodi rimasti irrisolti rispetto allo sciopero del 10 dicembre e del primo giorno di scuola a settembre. In primo luogo il reclutamento degli insegnanti. L’emendamento approvato al milleproroghe, con l’ennesimo concorso riservato, non risolve il problema del precariato. E’ solo un tampone su una situazione che si è incancrenita e che si può risolvere soltanto ripristinando a pieno regime il doppio canale di reclutamento. Questa volta estendendolo alle GPS. Per chi fosse senza abilitazione in seconda fascia, si potrebbe prevedere un corso durante l’anno di prova per avere la conferma in ruolo.
E ancora c’è il tema della disparità di trattamento tra personale precario e di ruolo. Il TU del 94 non è cambiato. E non è cambiata la norma che penalizza i neoimmessi in ruolo che ha portato all’abolizione del primo gradino stipendiale.
Continuano a permanere inoltre i vincoli sulla mobilità.
Questo sciopero richiama però anche i motivi dello sciopero del settembre scorso.

Come l’obbligo vaccinale?
Abbiamo un problema sulla sicurezza, che è rimasto irrisolto, e sul dimensionamento, e che ci aveva portato a non firmare il protocollo di sicurezza in agosto e ad alzare la protesta contro quelle misure del green pass e super green pass, inutili e fortemente discriminatorie per docenti e studenti. Ancora oggi ci sono studenti che non possono seguire le lezioni perché non hanno completato il ciclo vaccinale. Queste norme sono state palesemente sbagliate, prima ancora che illegittime. Si esprimerà la corte costituzionale e la corte di giustizia europea, questa è una certezza.
Tutte le restrizioni e gli obblighi devono cadere il 1° aprile.
Ma soprattutto, per organizzare la scuola a settembre dobbiamo intervenire subito sul dimensionamento, sul rapporto alunni/insegnanti, alunni/personale ATA, sul numero di alunni per classe, con risorse aggiuntive che non siano inferiori a 10 miliardi, che sono stati tagliati a regime da 10 anni a questa parte alla scuola pubblica. Si rischia di ripartire non in sicurezza per i lavoratori e per gli studenti e le famiglie.

Avete chiesto più volte delle specifiche indennità per il personale scolastico
Anche questo rientra fra i motivi dello sciopero del 25 marzo. Ad oggi non viene riconosciuto il burnout come malattia di stress di lavoro correlato, né a livello economico, né con una finestra anticipata senza penalizzazione per la pensione.
E poi ancora pensiamo alla formazione non retribuita, oppure pensiamo al riscatto del titolo di laurea. E non dimentichiamo la card docenti che deve essere estesa al personale precario. Sono tutti motivi legati a delle norme sbagliate e incomplete. Invitiamo il governo a ripensare la scuola insieme alle organizzazioni sindacali. E’ uno sciopero fondamentale per portare il governo a rimettere la scuola al centro di interventi concreti.

Si è in attesa del rinnovo dei contratti covid. Ha fatto riferimento al bisogno di personale aggiuntivo anche in vista del prossimo anno scolastico. Come si può intervenire?
Per legge può essere prorogato fino al termine delle lezioni. Sul verbo potere abbiamo suggerito un emendamento al Sostegni ter per sostituire il verbo con dovere. Oggi siamo al melodramma perché da una parte le scuole hanno bisogno di questo personale, dall’altra parte non ci sono le risorse per il personale fino a giugno.
Questo organico deve essere inserito in maniera strutturale in organico di diritto. Le scuole hanno avuto un taglio di 250 mila posti negli ultimi 13 anni, bisogna ripristinarne almeno 50 mila: è il minimo che si possa fare. E questo anche al di là del covid e di ogni emergenza, come ora con la guerra e l’accoglienza dei bambini ucraini. La scuola deve essere al centro dell’attenzione sempre, non a parole, coi fatti, altrimenti rimangono solo belle promesse.

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