Il processo di inclusione e formazione degli alunni con handicap spetta a tutto il Consiglio di classe

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Sovente giungono in redazione lamentele da parte di docenti di sostegno che continuano ad essere considerati come gli unici responsabili del processo di crescita, apprendimento e inclusione scolastica degli alunni con disabilità.

Per delucidare la mente a qualche docente distratto o che si è smarrito tra le tante normative , ricordiamo che il grande cambiamento lo ha avviato il D.LGS. n. 66/17 Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, attraverso l’introduzione di un nuovo modello PEI, Piano Educativo Individualizzato, su base ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) promossa dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ma è la nota n. 40 del 13 gennaio 2021 , a mettere fine alle tante imprecisioni e alle “leggende metropolitane” inerenti alla posizione del docente di sostegno all’interno della comunità scolastica.

Il docente di sostegno è una risorsa

Nella nota succitata, viene “richiamato il principio della corresponsabilità educativa che comporta, ai fini dell’inclusione, una duplice prospettiva: da un lato, l’alunno con disabilità è preso in carico dall’intero team/consiglio di classe; dall’altro, il docente di sostegno è, a sua volta, una risorsa per l’intero ambiente di apprendimento”.

Si sottolinea inoltre che la documentazione dell’alunno con disabilità debba essere a disposizione di tutti i docenti, indipendentemente dalle ore svolte nella classe. L’impegno affinché tutti i docenti siano coinvolti nel processo di inclusione dell’alunno, viene anche dalla finanziaria per il 2021 che prevede, all’articolo 1, comma 961, un incremento del fondo destinato alla formazione obbligatoria del personale docente impegnato nelle classi con alunni con disabilità, finalizzata a garantire il principio di contitolarità nella loro presa in carico.

Il consiglio di classe quindi insieme al docente di sostegno contribuisce al processo educativo e formativo dell’alunno con disabilità.

La valutazione degli alunni con disabilità

In riferimento alla valutazione degli alunni con disabilità, determinante è la collaborazione tra i docenti del consiglio di classe, infatti il docente di base e di sostegno devono collaborare in perfetta sinergia al fine di raggiungere il successo formativo dell’alunno, ciò deve avvenire per la programmazione delle verifiche scritte, orali e anche nel caso si dovessero attuare degli interventi di supporto al suo processo di apprendimento.

Sappiamo che è  il PEI a tracciare il percorso didattico che lo studente dovrà seguire, a seconda che si tratti di:

a. percorso ordinario, nel caso in cui l’alunno dovesse seguire la progettazione didattica della classe, e quindi ad esso si applicheranno gli stessi criteri di valutazione;
b. percorso personalizzato (con prove equipollenti), se rispetto alla progettazione didattica della classe sono applicate personalizzazioni in relazione agli obiettivi specifici di apprendimento e ai criteri di valutazione, in questo caso l’alunno con disabilità sarà valutato con verifiche identiche o equipollenti;
c. percorso differenziato, l’alunno con disabilità seguirà un percorso didattico differenziato, con verifiche non equipollenti.

Le verifiche in itinere rappresentano un momento importante nel processo di valutazione degli alunni

Nel caso di una programmazione con obiettivi minimi, i docenti delle singole discipline, indicheranno per la loro materia gli obiettivi minimi che l’alunno certificato, come tutti i suoi compagni, dovrà raggiungere.

Le verifiche sono per i docenti un mezzo per valutare l’apprendimento e attribuire un giudizio agli studenti al termine di un’unità didattica o trimestre/quadrimestre e verificare quindi se il processo di apprendimento stia avvenendo oppure occorre intervenire per un miglioramento.

Il tutto deve però avvenire sempre in un rapporto collaborativo e mai di delega.

Forse per troppi anni ed erroneamente, l’alunno con disabilità è stato esclusivamente l’alunno del docente di sostegno al punto che purtroppo ancora oggi, nonostante la normativa di riferimento, continui a prevalere la forma mentis che l’unico artefice del processo di inclusione e formazione sia il docente specializzato.

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