Chat tra genitori e docenti, il no di Rusconi: “Mamme e papà chiedono spiegazioni su voti, non va bene”

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Basta messaggi a tutte le ore su WhatsApp, stop alle richieste di alunni e genitori dopo le 22 di sera a professori costretti a rispondere fino a mezzanotte. Questa la richiesta del sindacato dei presidi del Lazio, che vuole mettere un freno al dilagare di chat tra studenti e professori, tra professori e genitori, che creerebbero sono nervosismo e confusione.

Il presidente dell’ANP Roma, Mario Rusconi, in un’intervista all’agenzia Ansa, spiega: “Le chat di classe devo essere usate solo per le emergenze. Altrimenti stravolgono completamente il rapporto che ci deve essere con le famiglie. Non vogliamo abolirle ma regolamentarle”. E aggiunge: “Le chat tra famiglie e insegnanti e tra insegnanti e studenti stanno dilagando  e stanno creando grossi problemi, una sorta di cortocircuito. Si creano situazioni anomale. C’è il genitore che dice ‘perché mio figlio ha preso 7 e non 8?’, oppure ‘perché avete spiegato con due mesi di ritardo la perifrastica passiva?’, e ancora: “perché aveva cambiato posto a mio figlio che prima stava vicino a Stefano e ora è accanto a Piero?'”.

Per questo motivo, ha spiegato Rusconi, il Codice deontologico sarà rivisto e sarà emanato un regolamento per le scuole di tutta Italia. Le chat di classe saranno utilizzate solo in via emergenziale, in caso di problemi logistici o episodi gravi. Per tutte le altre comunicazioni sarà usato il registro elettronico.

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