La Lega boccia la riforma Bianchi. Pittoni: “I concorsi pensati dal Ministero sono impraticabili, ecco perché”

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La Lega boccia la riforma del reclutamento docenti avanzata dal Ministero dell’Istruzione. In una nota parla così il senatore Mario Pittoni, Responsabile Dipartimento Istruzione e Vicepresidente della Commissione Cultura al Senato.

“Nel testo non si fa cenno ai meccanismi di selezione concorsuale. Come dire che si considera accettabile quanto previsto dalla legge 73/2021 all’articolo 59: i famosi e ormai assolutamente impopolari test a crocetta finiti sulle prime pagine dei giornali per le criticità evidenziate nella loro applicazione, prima con il concorso Stem e ancora di più con il concorso ordinario della scuola secondaria. L’impressione è che si cerchi di imporne definitivamente l’utilizzo con il “miraggio” dei concorsi a cadenza annuale, che però – come ben sanno gli addetti ai lavori – nella scuola sono tecnicamente impraticabili”, spiega.

“Servirebbero solo a giustificare un impianto sicuramente più veloce ed economico, ma che – com’è largamente riconosciuto – comporterebbe uno scadimento senza precedenti nella qualità del corpo docente. Chiediamo, quindi, che per il decreto sul reclutamento venga preso in considerazione il nostro testo già consegnato al ministro, più mirato sulle indicazioni di Bruxelles e che valorizza la formazione in servizio del personale docente oggi pesantemente mortificata, riformando un sistema che oggi privilegia la conoscenza (semplificando: la memoria) sulla competenza (l’esperienza)”, aggiunge.

“La fase transitoria della nostra proposta prevede un piano riservato ai docenti precari di lungo corso, categoria per categoria, normandone il percorso formativo per l’abilitazione e l’eventuale specializzazione sul sostegno, con accesso finale al ruolo. Il concorso ordinario, con procedura semplificata per garantire cadenza regolare e ravvicinata nel tempo, presta invece particolare attenzione a conoscenze disciplinari e capacità comunicativa e relazionale. Nessuna prova preselettiva e nessun test a risposta chiusa, cioè niente selezione a crocetta: del docente vanno valutate attitudine, capacità e maturità. Di conseguenza la prova scritta consiste in un insieme di quesiti/tracce che richiedono l’elaborazione di un breve saggio strutturato. Condizione per l’ammissione è il titolo di studio congiunto all’abilitazione all’insegnamento da conseguire con un percorso formativo accademico di 60 CFU”, prosegue.

“Oltre allo scritto a carattere disciplinare con sviluppo – come detto – di tematiche particolari, è previsto un orale consistente nella simulazione di un’unità didattica. In parallelo al sistema concorsuale ordinario viene istituita una procedura d’assunzione in ruolo utilizzando le graduatorie dei supplenti. La formazione inizia con la stipula del primo contratto a tempo determinato fino al raggiungimento delle tre annualità di servizio, che comporteranno il diritto all’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento previa frequenza e superamento di un corso accademico, e il diritto di partecipare a una procedura concorsuale abbreviata consistente nell’espletamento di una prova orale (simulazione di una lezione) e nella valutazione dei titoli”.

Nella slide i meccanismi previsti dalla fase transitoria della proposta alternativa.

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