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Strategie verbali e non verbali per una sfida educativa e una proposta innovativa nella metodologia CLIL

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L’insegnamento-apprendimento che sfrutta la metodologia CLIL, proprio per la difficoltà che caratterizza il duplice apprendimento di lingua e contenuto, richiede ai docenti la capacità di adattare il loro stile di insegnamento alle differenti situazioni didattiche, proponendo sia uno stile di tipo “istruttivista” fondato su una trasmissione di informazioni ma che concentra l’attenzione, come nel caso dello scaffolding, sulla facilitazione dell’input, sia uno stile di tipo “costruttivista” in cui il discente interagisce, collabora, lavora collettivamente con altri soggetti, personalizza i concetti al fine di istituire autonomamente la propria conoscenza.

Il docente CLIL, in misura maggiore rispetto a qualsiasi altro insegnante, deve essere cosciente delle logiche che caratterizzano la sua interazione con gli studenti nella negoziazione di significato ed essere in grado di attivarli, occupandosi prioritariamente dunque di monitorare con attenzione e assiduità le proprie verbalizzazioni. Si ipotizza dunque che, per quanto riguarda l’apprendimento linguistico non solo la mole, ma anche la qualità dell’input influisca sul livello di competenza e sulla rapidità di conseguimento attivo dei discenti.

Il docente dovrebbe pertanto adottare delle strategie verbali e non verbali che rendano più semplice il processo di comprensione dello studente.

A quali strategie il docente deve riferirsi affinché si renda più semplice il processo di comprensione dello studente attraverso la metodologia CLIL?

Le strategie utili da seguire perché il processo di insegnamento/apprendimento risulti efficace ed efficiente devono essere in grado di permettere sia allo studente ma anche al docente di:

  • esporre in maniera chiara, articolando bene le parole, rallentando il ritmo del discorso senza giungere comunque ad una produzione artificiosa;
  • porre l’enfasi attraverso una diversa intonazione della voce su alcuni concetti, parole o espressioni che caratterizzano il discorso;
  • assicurarsi continuamente circa la comprensione degli studenti con domande mirate alla loro verifica, fornire chiarimenti ove necessario, ripetere i concetti più importanti o riformularli sia a livello sintattico che lessicale, parafrasare, dal momento che la ripetizione e la ridondanza sembrano essere la variabile che aiuta più efficacemente gli studenti nella comprensione;
  • utilizzare gesti, mimica, supporti visivi o grafici;
  • usare con frequenza la lavagna per annotazioni, schemi, parole chiave per evidenziare i concetti fondamentali;
  • fornire annotazioni scritte per accompagnare quasi contemporaneamente l’esposizione verbale;
  • formulare esempi concreti;
  • riassumere frequentemente nel corso dell’esposizione per punti quanto già espresso ed anticipare   quanto sarà trattato in seguito;
  • relazionarsi con gli studenti per formulare con loro il significato, modificando anche le proprie verbalizzazioni per allinearsi alla loro capacità linguistica.

Va in ogni caso specificato che nel corso della lezione CLIL andrebbero combinate e integrate tutte e quattro le abilità linguistiche fondamentali:

  1. ascolto, la usuale attività di input, di vitale importanza per l’apprendimento della lingua;
  2. lettura, mediante l’utilizzo di materiale significativo che sia la fonte primaria dei nuovi contenuti da assimilare;
  3. produzione orale, la quale si deve concentrare, come già detto, sulla fluenza linguistica piuttosto che sull’accuratezza formale, essendo il punto focale del CLIL non propriamente l’acquisizione di regole, quanto – e soprattutto – di significati;
  4. produzione scritta, che permette di rimettere in discussione le regole grammaticali e sintattiche apprese ordinariamente nella fase di studio della lingua.

Come procedere prima di effettuare una progettazione di una lezione con metodologia CLIL?

Per rispondere ad una necessità di chiarezza che agevoli la progettazione di una lezione con metodologia CLIL è opportuno che gli studenti siano a conoscenza della scaletta della lezione prima che questa abbia inizio.

Se ne fornisce di seguito un esempio:

  • Leggere insieme agli studenti la scaletta della lezione, in modo da associare il suono alla parola scritta e rispondere ad eventuali domande.
  • Fornire l’input in maniera ridondante, anche con il supporto di elementi non linguistici.
  • Illustrare gli elementi astratti con esempi concreti.
  • Evidenziare i marcatori di ordine logico, temporali, causa-effetto, etc.
  • Far proprie le attenzioni glottodidattiche tipiche di un insegnante di lingue.
  • Far lavorare gli studenti in coppie o gruppi, interrompendo le sequenze frontali.
  • Chiedere di fare una sintesi a fine lezione e prima di procedere al punto successivo.
  • Intervenire sugli errori solo quando questi impediscono la comprensione, ripetendo solo la forma corretta.
  • Nelle ore di lingua straniera chiedere agli studenti di riferire quanto appreso e applicarvi attività proprie dell’insegnamento linguistico.

Le suddette considerazioni restano valide indipendentemente dal fatto che gli insegnanti di lingue lavorino da soli, in compresenza o con una programmazione congiunta.

Quale la sfida educativo/didattica per docenti e discenti nel processo di insegnamento/apprendimento posta in gioco attraverso l’uso della metodologia CLIL?

Il CLIL, così considerato, sembra rispondere a una scommessa: se da un lato è più alto il rischio, dall’altro è significativamente maggiore il guadagno potenziale. Docenti e discenti sono chiamati a mettersi continuamente in discussione in una maniera che può risultare, a un primo sguardo, disorientante o dalle pretese eccessive, e per questo motivo è di vitale importanza – come peraltro in ogni attività educativa – che coloro i quali sono chiamati ad agire in essa abbiano una matura consapevolezza di sé e delle proprie azioni: i docenti, sulla base di un’adeguata capacità rispetto all’attività da svolgere, i discenti superando il timore di sbagliare e imparando a identificare e mettere in atto le proprie capacità.

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