“Vogliamo tornare a casa!” I Dirigenti Campani vogliono tornare nella loro sede di residenza

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“Vogliamo tornare a casa!” I dirigenti scolastici della Campania del concorso 2011 sono fuori regione dal 2015 e vogliono rientrare nella loro sede di residenza. Per questo motivo hanno firmato un appello nella data simbolica dello scorso 1 maggio e lo hanno inviato ai sindacati.

Nel giorno che celebra i lavoratori e ricorda il valore del lavoro come strumento di libertà, i dirigenti scolastici fuori regione del concorso regionale, entrati in ruolo nel 2015, nel 2016 e nel 2017 e che sono fuori regione da oltre due trienni, chiedono una presa in carico e un intervento deciso e risolutivo da parte delle organizzazioni sindacali in vista della imminente apertura della procedura di mobilità e alla luce delle recenti modifiche legislative al fine di riacquisire quei diritti che oggi appaiono negati.

“Nella nostra storia professionale – lamentano i dirigenti, firmatari di un appello rivolto ai sindacati – abbiamo sempre richiesto criteri trasparenti per la mobilità, nella fattispecie interregionale, tra i quali deve primeggiare, senza alcun dubbio, l’anzianità di servizio tutelata dalla strada contrattuale”. Secondo i sottoscrittori della richiesta “è necessaria l’azione rapida e coesa di tutte le sigle sindacali in difesa dei nostri diritti di lavoratori che hanno già subìto in passato un’iniquità di trattamento ben nota a tutti. La mobilità interregionale dei dirigenti scolastici campani del 2011, fuori sede da 7/6/5 anni, è un problema irrisolto e con l’indizione del nuovo concorso a dirigente scolastico regionale, che si sommerà all’esiguità numerica rispetto ai mille colleghi del concorso 2017, la nostra condizione di ‘lavoratore invisibile ai radar della normativa’, si aggraverà ulteriormente senza margini di recupero.

“E’ diritto dei dirigenti campani fuori sede del concorso 2011, che per due trienni conclusi si sono formati ed hanno svolto il compito che tocca come dovere in altre regioni”, prosegue l’appello, “vedere prese in considerazione le proprie legittime istanze, ed è doveroso accoglierle nella misura del possibile con criteri trasparenti a partire dall’unico oggettivo e non discutibile, ovvero quello dell’anzianità di servizio nel rispetto della sequenza contrattuale, riconoscendo il diritto al ricongiungimento ai coniugi e ai figli, il diritto ad essere curati nella regione di residenza, il diritto di assistenza a congiunti per effetto di leggi speciali”.

Per il prossimo triennio, insistono i firmatari dell’appello, la percentuale dei posti disponibili per la mobilità riguarderà il 60 per cento dei posti vacanti in ciascuna regione, come previsto dalla Legge 25/2022 di conversione del decreto Legge 4/2022. Per questo chiedono tutele “per l’esercizio di un diritto negato”. Il 60 per cento, spuiegano i dirigenti, “è un significativo passo in avanti, perché incrementa il numero di sedi disponibili per la interregionalità e certamente non potranno e non dovranno costituire un ostacolo i 501 idonei nella graduatoria nazionale del concorso 2017 e i 52 in quella del concorso regionale 2011 Campania, reinseriti per sentenza e in attesa di assunzione. La nostra richiesta di presa in carico e di intervento del nostro caso è per impedire che si crei di fatto una distinzione tra dirigenti scolastici”.

Secondo i dirigenti, l’art. 470, c. 1, del D.Lgs. 297/1994 Testo Unico della Scuola fornisce una indicazione di principio e di merito laddove specifica che le operazioni di mobilità professionale precedono le nuove immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, in coerenza con il principio generale di valorizzazione del personale interno alla Pubblica Amministrazione, tutelando così coloro che già prestano servizio nel ruolo di dirigenti dell’Amministrazione: “Sottolineiamo e non senza disappunto – concludono i dirigenti campani – che la Campania è l’unica regione dove ci sono ancora idonei al concorso anche perché l’immissione in ruolo è avvenuta più tardi che in altre regioni a causa di note controversie giudiziarie e ciò non può e non deve penalizzare quei dirigenti che hanno colto la sfida dell’interregionalità con la certezza contrattuale e di prassi, di poter rientrare alla scadenza del primo contratto triennale, mentre siamo già avviati verso il terzo.

Confidiamo dunque in un interessamento partecipe delle organizzazioni sindacali alla questione, vissuta da noi e dalle nostre famiglie come una vera e propria discriminazione e come un’immotivata ingiustizia”. I firmatari dell’appello, che ricordano di avere già incontrato nei giorni scorsi alune personalità della pubblica amministrazione e del mondo politico regionale, chiedono ora un incontro urgente con i sindacati, per gli interventi di loro stretta competenza che avvenga al al più presto e comunque in tempo utile, prima dell’imminente apertura della mobilità interregionale”.

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