Il docente-soldato che fa lezione dal fronte di guerra in Ucraina: “L’insegnamento è la mia vita”

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Con la guerra in Ucraina scoppiata ormai da parecchie settimane molti hanno scelto di arruolarsi per scendere nel campo di battaglia. Ma c’è anche chi prova a conciliare la “vecchia vita” con la situazione attuale.

E’ il caso di Fedir Fedirovich Shandor. Ha 47 anni, due lauree (Filosofia e Sociologia), una decina di libri su turismo e scienze sociali scritti e tradotti in diversi Paesi del mondo.

Dal 24 febbraio ha imbracciato il fucile dell’armata ucraina ma nessuno può togliergli la sua lezione online con i suoi studenti. Un commilitone, riporta La Repubblica, gli ha scattato la foto mentre, da una trincea, teneva una videolezione online a sessanta studenti. Lo scatto ha fatto il giro del mondo. “Anche perché, a quanto ne so, sono l’unico insegnante combattente in Ucraina“, racconta al quotidiano, in collegamento via Skype da un bosco in Donbass. “Faccio parte del 68 esimo battaglione, brigata della Difesa territoriale dei Carpazi“.

Faccio parte dell’Ateneo di Uzhgorod. Il 24 febbario, nonostante l’attacco della Russia, sono andato all’Università, ho tenuto tre corsi, come da programma. Poi in giacca e cravatta mi sono presentato all’ufficio militare più vicino e ho chiesto di essere arruolato”, spiega il prof-soldato, che racconta si aver chiesto “il permesso al Comando militare e alla mia Università. Mi hanno dato l’ok, cambiandomi però l’orario“.

Come hanno reagito gli studenti? “La prima volta che mi hanno visto collegarmi da una foresta mi hanno detto: “Profesor Shandor, ma che diavolo ci fa lei lì?”. Erano scioccati, erano abituati a vedermi con la cravatta. “Sono qui anche per proteggere voi!”, gli ho risposto. A chi mi chiede il perché della mia scelta, cito sempre il vostro Giuseppe Garibaldi: a chi lo fermava in strada, diceva: “Vado per l’Italia”. Lo stesso faccio io: “Vado per l’Ucraina”.

Shandor racconta anche dei bombardamenti durante le videolezioni: “E’ successo due volte“, spiega il prof, un aereo ci ha sparato dei missili contro. La prima volta che è accaduto ho semplicemente spento la telecamera, che tengo sempre accesa per vedere se i miei studenti dormono mentre spiego, sono sceso in un bunker con gli altri della mia squadra e ho ripreso da lì

Infine, l’uomo racconta l’amore per l’insegnamento: “è la mia vita: ho viaggiato in 73 Paesi, ho visto i cinque continenti, sono un membro di diverse Accademie nazionali

E conclude: “l’istruzione è la prima cosa, senza di essa non si diventa homo sapiens. Quelli che non hanno istruzione e le basi della cultura, finiscono a scavare le trincee nell’area radioattiva di Chernobyl, oppure lanciano missili su un teatro pieno di sfollati, oppure, ancora, compiono i crimini di Bucha. Nessun docente degno di questo nome insegnerebbe ai suoi studenti a fare cose simili. Quindi ne deduco che non esiste vera istruzione nel Paese che ci ha attaccato“.

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