Dispersione scolastica, gli esperti nominati dal Ministero bacchettano Bianchi: “Si corregga il decreto”

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Anche il decreto sui fondi provenienti dal Pnrr sul contrasto alla dispersione scolastica diventano una grana da risolvere per Patrizio Bianchi: il decreto pubblicato qualche giorno fa ha fatto il pieno di critiche da parte dei presidi. Adesso anche gli esperti nominati dal Ministero proprio su questo tema invitano ad una correzione del decreto.

Pochi giorni fa, appunto, l’annuncio del titolare di Viale Trastevere: “Prenderemo per mano quelle ragazze e quei ragazzi che, molto spesso per motivi socio-economici, hanno difficoltà nella prosecuzione del loro percorso di studi e per questo rischiano di lasciare precocemente o, purtroppo, lo fanno“.

Oltre il 50% dei fondi è destinato alle scuole del Sud dove servono un forte intervento e una iniezione di fiducia: dobbiamo essere al fianco dei nostri giovani e far sapere loro che lo Stato non li abbandona – aggiunge – È un’azione del #PNRR in cui crediamo molto.

Il decreto

Il decreto, pubblicato subito dopo, prevede infatti i criteri di riparto delle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica nell’ambito della linea di investimento 1.4, Missione 4, Componente 1, del PNRR.

I 500 milioni di euro sono ripartiti su base regionale secondo i seguenti criteri:

a) tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione nella fascia di età 18-24 anni (indice ELET – Early Leavers from Education and Training): 65%;

b) numero di studentesse e studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della regione di riferimento: 20%;

c) tasso di presenza della popolazione straniera: 5%;

d) tasso di popolazione priva di diploma di scuola secondaria nella fascia d’età tra i 25 e i 64 anni: 5%;

e) tasso di famiglie con cinque o più componenti: 5%

Le risorse sono poi ripartite fra scuole sulla base di questi criteri:

a) tasso di fragilità degli apprendimenti, c.d. “dispersione implicita” (percentuale di studenti che in entrambe le materie, italiano e matematica, ha conseguito un risultato molto basso), calcolato dall’Invalsi: 70%;
b) numero di studentesse e studenti iscritti nell’istituzione scolastica: 30%.

Anche il gruppo di esperti contesta il decreto

La protesta dei dirigenti scolastici si è fatta sentire. Adesso anche gli esperti del Ministero, nominati proprio come gruppo di lavoro sul tema, bacchetta il Ministro Bianchi: “Il decreto, purtroppo, non corrisponde alle documentate indicazioni che abbiamo raccolto sulla base delle linee di indirizzo condivise con il ministro Bianchi” dichiarano, confermando le preoccupazioni già sollevate nei giorni scorsi, Ludovico Albert, Marco Rossi-Doria, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, Don Marco Pagniello, Chiara Saraceno, firmatari di una dettagliata lettera inviata al titolare del Dicastero dell’Istruzione.

In particolare”, proseguono, “riscontriamo nel provvedimento un’eccessiva semplificazione dei criteri per l’assegnazione dei fondi alle scuole, che non tiene conto, ad esempio, dei risultati dei test Invalsi, dell’incidenza di alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) o della presenza di giovani Neet. Il decreto, inoltre, assegna le risorse scuola per scuola ma rimanda ogni indicazione su come realizzare concretamente il potenziamento dell’azione sui territori: aspetto, questo, su cui il nostro documento ha invece proposto indicazioni chiare e verificabili”.

E ancora: “Come favorire alleanze territoriali coese tra scuole, enti locali e Terzo settore? I nostri suggerimenti non sono stati recepiti: si rimanda al futuro, quando invece è urgente chiarire le modalità di alleanza, l’organizzazione e le procedure necessarie all’uso delle risorse”.

Chiediamo quindi al ministro Bianchi di operare affinché sia subito corretta la rotta. Vi è ancora l’occasione di evitare il rischio, gravissimo, che la mancanza di indicazioni possa tradire le stesse finalità del Pnrr, reiterando interventi ‘a pioggia’ anziché avviare un’azione strutturale di lungo termine come la UE ci chiede” concludono Ludovico Albert, Marco Rossi-Doria, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, Don Marco Pagniello, Chiara Saraceno.

Bianchi è anche tornato sull’argomento, intervenendo alla tavola rotonda “Una scuola che si prende cura del futuro” organizzata da FLC Cgil in collaborazione con “Proteo Fare Sapere“, sottolineando come: “il Pnrr va visto in tutto il suo insieme. Abbiamo una riforma specifica che riguarda tecnici e professionali, va finita entro l’anno e serve l’aiuto di tutti“.

Poi ha aggiunto: “Abbiamo voluto dare maggiori risorse alle scuole più in difficoltà, per consentire a queste di partecipare alla vita del territorio, che deve vedere al centro la scuola pubblica, ma nelle situazioni più difficili la scuola pubblica non è sufficiente e bisogna coinvolgere tutti i soggetti che possano contribuire alla ricostruzione del territorio e del sistema delle relazioni“.

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