Formazione incentivata, 6mila euro annui agli insegnanti che si formano. Tutte le cifre

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La formazione incentivata per i docenti una delle novità della riforma approvata, in prima lettura, dal Parlamento. All’articolo 44 comma 1, lettera h, si legge della formazione in servizio del personale docente.

La formazione è rivolta ai docenti di ruolo di ogni ordine e grado, è articolata in percorsi triennali a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, include le attività le attività di progettazione, tutoraggio, accompagnamento, guida allo sviluppo delle potenzialità degli studenti volte a favorire il raggiungimento di obiettivi scolastici specifici e di attività di sperimentazione di nuove modalità didattiche e può anche svolgersi fuori dell’orario di insegnamento.

La partecipazione all’attività formativa avviene su base volontaria per la maggior parte dei docenti, divenendo obbligatoria solo per i docenti immessi in ruolo in seguito all’adeguamento del contratto. In esito al superamento delle verifiche previste (intermedie, con cadenza annuale, e finale) al docente è riconosciuto un incentivo economico.

Nella relazione tecnica al provvedimento, si evincono ulteriori passaggi.

Il governo ha effettuato una stima del numero potenziale di docenti di ruolo, che, a partire dal 2026, dopo un ciclo di formazione triennale e dopo aver superato l’esame finale, possono beneficiare dell’ elemento retributivo una tantum di carattere accessorio, non inferiore al 10% e non superiore al 20% del trattamento stipendiale in godimento.

A questo proposito, secondo quanto apprende Orizzonte Scuola, il governo ha formulato una stima di massima del numero dei potenziali destinatari della misura di carattere contributivo una tantum di carattere accessorio dal 2026 al 2029.

Il governo conta di spendere nel 2026 circa 40 milioni di euro per 6.557 docenti destinatari dell’elemento accessorio una tantum al 15%. 85 milioni di euro nel 2027 per 13.934 docenti, 160 milioni di euro per 26.230 docenti e 236 milioni di euro per 38.689 docenti nel 2029.

NOTA BENE

Il calcolo del governo è stato determinato dalla media ponderata del trattamento stipendiale dei docenti, pari a 40mila euro lordi all’anno. I tecnici del governo hanno ipotizzato di conferire l’elemento retributivo una tantum nella misura percentuale del 15% (valore medio tra il 10 e il 20 % stabilito dalla norma) del trattamento stipendiale, corrispondente, dunque a 6mila euro lordi annui (dunque circa 500 euro mensili).

A beneficiare dell’incentivo sono i docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione individuale positiva secondo gli indicatori di performance, in base ai criteri stabiliti in sede di aggiornamento contrattuale (ai sensi del comma 8).

Il riconoscimento di tale elemento retributivo avviene in maniera selettiva e non generalizzata, sulla base delle valutazioni effettuate dalle singole istituzioni scolastiche.

LE FAQ

Chi riguarderà e quanti docenti saranno coinvolti?

Riguarderà obbligatoriamente tutti i docenti neoassunti e i docenti già di ruolo ma su base volontaria. Secondo le stime del Ministero dell’Istruzione, i docenti che chiederanno potenzialmente di partecipare a questi corsi si aggirano intorno ai 280 mila (circa 34mila per la scuola dell’Infanzia, 93mila per la scuola primaria, 58mila per la secondaria di I grado e 94mila per le superiori)

Chi organizzerà i corsi?

Sarà costituita una “Scuola di Alta formazione” nella quale confluiranno il lavoro di Invalsi e Indire e avrà il compito di: promuovere e coordinare la formazione in servizio dei docenti di ruolo, “in coerenza e continuità con la formazione iniziale nel rispetto dei principi del pluralismo e dell’autonomia didattica del docente”. Avrà anche il compito di assegnare gli accreditamenti agli enti che erogheranno i corsi.

Quali saranno gli argomenti della formazione?

  1. approfondimento dei contenuti specifici della disciplina di insegnamento;
  2. strumenti e tecniche di progettazione-partecipazione a bandi nazionali ed europei;
  3. governance della scuola: teoria e pratica;
  4. leadership educativa;
  5. staff e figure di sistema: formazione tecnico metodologica, socio-relazionale, strategica;
  6. l’inclusione scolastica nella classe con alunni disabili;
  7. continuità e strategie di orientamento formativo e lavorativo;
  8. potenziamento delle competenze in ordine alla valutazione degli alunni;
  9. profili applicativi del sistema nazionale di valutazione delle istituzioni scolastiche;
  10. tecniche della didattica digitale.

Quali le competenze degli organi collegiali?

Nell’ambito delle prerogative dei propri organi collegiali, ogni autonomia scolastica individua le figure necessarie ai bisogni di innovazione previsti nel Piano triennale dell’offerta formativa, nel Rapporto di autovalutazione e nel Piano di miglioramento della offerta formativa.

Quanto dureranno e come si articoleranno i corsi?

I corsi consteranno di un impegno variabile 15 ore per la scuola dell’infanzia e primaria e 30 ore per la scuola secondaria di primo e secondo grado, oltre a ore da dedicare ad attività di progettazione, mentoring, tutoring e coaching a supporto degli studenti nel raggiungimento di obiettivi scolastici specifici e di sperimentazione di nuove modalità didattiche. I corsi avranno durata  triennale.

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