Concorso straordinario bis, Buondonno (SI): “Il governo Draghi ce l’ha con i precari della scuola, vuole scoraggiarli ad insegnare”

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Dura nota del Responsabile Scuola e Università di Sinistra Italiana, Giuseppe Buondonno, in merito al concorso straordinario bis. 

“Se fosse servita una conferma, è arrivata: il governo Draghi ce l’ha con i precari della scuola, vuole scoraggiarli ad insegnare. L’ultima perla è il concorso straordinario bis: nessun anticipo dell’argomento su cui preparare il progetto di lezione per l’esame orale (nemmeno le 24 ore concesse nei concorsi precedenti); come se un insegnante fosse un jukebox, premi il bottone e canta, come se preparare una lezione non fosse una prassi seria e consueta”.

E ancora: “Nessun titolo abilitante per chi non ottiene subito la cattedra (avendo messo a concorso molte meno cattedre di quelle necessarie); se non ottieni la cattedra subito, torni alla casella di partenza, in un gioco dell’oca che non è solo contro i lavoratori precari, è contro la scuola, gli studenti, le famiglie. A questo va aggiunto il costo di 128€ per l’iscrizione al concorso, più, in molti casi, le spese di spostamento e di soggiorno; potranno sembrare pochi spiccioli al Ministro, non certo a chi è precario/a o disoccupato/a”.

Poi aggiunge: “Il concorso sta per cominciare; sosteniamo con forza le richieste di equità rispetto alle procedure concorsuali del precedente concorso ordinario: 24 ore di tempo per preparare la lezione; chiarezza sulle modalità di svolgimento (progettazione di una UDA, o di una singola lezione, o interrogazione disciplinare?); tempo dignitoso di svolgimento della prova (almeno i 30 minuti previsti, perché in alcuni casi i candidati saranno ascoltati per soli 10 minuti!); inserimento di tutti i concorrenti in una graduatoria, al fine di poter accedere alla formazione universitaria abilitante. Invece di blaterare di “merito”, il Ministro Bianchi garantisca equità e serietà nelle procedure concorsuali, a tutela dei diritti e della dignità di tutto il mondo della scuola. La smetta, Ministro, di fare la guerra a lavoratrici e lavoratori di cui la scuola ha estremo bisogno”.

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