Rinnovo contratto, ecco gli aumenti complessivi medi del 5% per 1.145 milioni di lavoratori se si firmasse ora: da 103 lordi fino a 123 euro per i docenti, da 88 euro fino a 97 per gli Ata

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Rimane forte incertezza per la crisi di Governo, nonostante i 2,4 miliardi stanziati per il rinnovo dei contratti rispetto all’1,5 miliardi stanziati per il rinnovo del contratto scaduto 2016/2018.

Anche il rinnovo del contratto della scuola per il periodo 2019-2021 vive un momento di stallo. Dopo il sì del ministro dell’Istruzione alla proposta dell’Anief di sottoscrivere prima della fine dell’estate un “contratto ponte” per il periodo 2019/2021, l’incontro di oggi non fa intravedere una soluzione a breve termine per 936.065 docenti e 209.492 ATA.

“Dopo il confronto di oggi sulle risorse – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –, pari a poco più di due miliardi di euro per la scuola, abbiamo spiegato motivi per cui occorre portare in busta paga molto di più del 4,22% che verrà riconosciuto, ovvero un incremento medio mese di 102 euro circa, per tredici mensilità, incluso l’elemento perequativo per il personale docente e 88 euro per il personale Ata”.

Si aggiungono ulteriori fonti di incremento. SOLO per il personale ATA: 9,79 euro mese/medio di aumento ulteriore per personale ata (13 mensilità). SOLO DOCENTI: stanziamento MOF +270 milioni > 16 euro mese/medio (13 mensilità). SOLO DOCENTI: comma 606 legge bilancio 2022 > stanziamento MOF (superamento legge limite fondi) > +89,4 mln > 5,31 euro mese/medio (13 mensilità). SOLO ATA: legge bilancio 2022 > +14,8 milioni > 3,91 euro mese/medio (13 mensilità). Con gli ulteriori incrementi, si arriva ad aumenti medi del 5% che si traducono per i docenti in 123 euro mese/medio (per 13 mensilità) – di questi, 21 euro sono nel MOF per contrattazione integrativa; per gli ATA in 75 + 9,79 per ordinamento professionale + 3,91 nel MOF per contrattazione integrativa (totale circa 90 euro).

“Tuttavia – continua Pacifico – i numeri parlano chiaro: l’Istat ci continua a dire che l’inflazione è ormai alle stelle. Tanto che una mensilità stipendiale, nell’ultimo semestre è stata letteralmente “bruciata” dalle famiglie per rispondere al caro vita. Intanto, nella scuola, per colpa dello stallo delle trattative sul contratto stiamo condannando oltre un milione e 200 mila lavoratori a ricevere gli stipendi più bassi del 2008: così non può andare”.

Nel frattempo, l’impoverimento dei docenti e Ata prosegue implacabile. Le prospettive tendono al nero: “Il record dell’inflazione – continua il presidente Anief – è all’8,6%, si pensa che a fine anno supererà la media del 10%. Il sindacato Anief, proprio perché cosciente della situazione di emergenza, chiede di chiudere in fretta il contratto proprio per questo motivo”.

Proprio mentre la trattativa all’Aran sul rinnovo del contratto degli impiegati pubblici non sembra decollare, dall’Ocse e da Bruxelles arrivano infine dati preoccupanti sull’arretratezza economica degli stipendi degli insegnanti italiani, sempre più vicini al trattamento dei colleghi dei Balcani occidentali. In questi giorni, il divario viene confermato dall’anteprima dei dati Eurydice 2022, da cui si evince che dopo un decennio di carriera professionale i docenti italiani di tutti gli ordini e gradi di scuola accumulano in media circa 7.800 euro di divario rispetto a quanto accade mediamente ai colleghi europei. E a fine carriera, dopo 35 anni di servizio svolto, quando lo stipendio in Italia viene al massimo integrato del 50%, il gap diventa di oltre 11 mila euro.

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