Aumenti stipendiali e rinnovo contratto scuola, sarà il nuovo governo a occuparsene. La trattativa slitta a data da destinarsi

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La macchina amministrativa va avanti, ma la crisi di governo blocca la trattativa sul rinnovo del contratto per il personale scolastico.

Se da una parte si va avanti con le immissioni in ruolo, dall’altro non si può dire lo stesso per il rinnovo del CCNL 2019-2021 che riguarda oltre un milione di addetti tra cui 850mila insegnanti. Nessuna firma del contratto a Ferragosto, nessun contratto ponte, nessun adeguamento contrattuale cospicuo. Le parti si riaggiorneranno a settembre, dunque, dopo la pausa estiva in attesa di novità sul fronte delle risorse.

Le cifre

Così come segnala il Sole 24 Ore, è proprio sulla questione economica che la trattativa si è arenata. Il famoso aumento a tre cifre non c’è. Si arriverà a poco meno di 50 euro netti in base alle ultime cifre. Per quanto riguarda il personale docente, si prevede un aumento medio di 123 euro (lordi) al mese, per 13 mensilità, anche se bisogna considerare che di questi, 21 euro provengono dal MOF per contrattazione integrativa e quindi non per tutti gli insegnanti. Per quanto riguarda il personale ATA, si parla di un aumento di 75 euro + 9,79 per ordinamento professionale + 3,91 nel MOF per contrattazione integrativa, per un totale circa di 90 euro.

Non sarà il governo Draghi a firmare il rinnovo

Secondo i sindacati a poco servirebbero le cifre stanziate dalle altre attività. Le organizzazioni sindacali puntavano ad un adeguamento economico a tre cifre: fino a 300 euro lordi. Siamo dunque ben lontani da quelle prospettive. Non sarà, però, il governo Draghi ad occuparsene. Sarà il nuovo esecutivo a farlo, probabilmente con la Legge di Bilancio 2023.

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