Assunzioni docenti religione cattolica, Uil Scuola: “Nell’ottica del risparmio”

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È stato autorizzato dal Ministero dell’Istruzione l’assunzione di un contingente pari a 422 docenti ancora in graduatoria del 2004, corrispondente ai pensionamenti dal 2022.

Ecco il commento di Giuseppe Favilla, Segretario Nazionale Dipartimentale Uil Scuola IRC:

Effettivamente, si spera,  saranno assunti in ruolo 130 docenti, in quanto nelle regioni interessate è stata raggiunto il 70%, capienza massima previsto dalla legge 186/2003. Nell’infanzia e primaria di Basilicata, Calabria, Campania e Lazio, le assunzioni saranno limitate a poche decine. Tra queste la Basilicata e il Lazio esauriranno di fatto la graduatoria, ne rimarrebbe solo 1 da assumere in Basilicata. Le assunzioni totali saranno di 35 unità a livello nazionale nel primo settore formativo. In Calabria rimarranno ancora 148 docenti e in Campania 407 sempre del primo settore. Nel secondo settore rimangono ancora da assumere 10 in Basilicata, ma con i prossimi pensionamenti potrebbe risolversi la questione anche in questa regione.  Si poteva fare di più? Se fossimo certi che l’assunzione di tutti e 600 colleghi ancora nelle GM del 2004 non determinerebbe ulteriori situazioni di ingiustizia e di sottrazione di posti ad  altri ordini di scuola saremo stati anche favorevoli ad una spalmatura tra  primo settore e secondo settore formativo, ma allo stato attuale si verificherebbe, come la stessa RGS ha messo in atto con lo scorso DPCM autorizzativo per le assunzioni, un decurtamento dei posti totali, con il rischio che il prossimo concorso vedrebbe ancor meno posti rispetto a quelli ad oggi autorizzati e non solo nelle regioni di cui sopra bensì complessivamente. Ricordiamo che effettivamente i posti liberi al 01/09/2022 saranno 6819 e lo scorso DPCM ne aveva autorizzato 5116 a fronte dei posti liberi nel 2021 di 6291. Ricordiamoci che i 673 posti dello scorso anno non tutti sono stati occupati con i docenti di ruolo, in quanto nelle singole diocesi la capienza massima era stata raggiunta e dunque non è stato possibile procedere con le assunzioni.

La situazione della Calabria e della Campania rimarrà la più delicata e molto probabilmente si dovrà lottare per il concorso straordinario per l’infanzia e primaria per queste due regioni, nonché per la Basilicata, che per l’anno 2022 sono con 0 posti in organico del 70%. I pensionamenti sono stati davvero irrisori e se dovessimo fare una stima per i futuri concorsi, tenendo presente la media delle cessazioni avremmo questa situazione: 0 posti nel 2022/23, 1 posto nel 2023/24 e un posto 2024/25 in Basilicata totale 2 posti a concorso (1 per l’ordinario e uno per lo straordinario?). In Calabria invece avremo in totale 20 posti tra il 2023 e il 2025 (dunque 10 all’ordinario e 10 allo straordinario) e 60 posti in Campania (30 all’ordinario  e 30 allo straordinario). Mentre per la Basilicata nonostante il numero ridicolo di posti, essendo esaurita, o quasi, la graduatoria del 2004 è probabile che non sia colpita dalla ghigliottina della Ragioneria Generale dello Stato. In Calabria e Campania di fatto, per quanto anche preventivato dal Ministero dell’Istruzione, non dovrebbe svolgersi alcun concorso per il primo settore formativo, in quanto le graduatorie per le rispettive regioni sono ancora molto consistenti. C’è da dire che la quasi totalità del 30 % della Campania è formato da idonei del 2004, medesima situazione in Calabria. Ci batteremo nelle sedi opportune affinché si continui a scorrere anche per i futuri anni nelle more dell’autorizzazione di nuovi concorsi per queste due regioni.

Unico modo per poter risolvere la particolare situazione delle due regioni in questione è un atto di coraggio e un aumento dell’organico, ne beneficerebbero non solo i colleghi del sud ma tutte le regioni. Infatti ad oggi dei 17016 posti in organico del 70% sono effettivamente in ruolo circa il 40% del totale, mentre i posti liberi sono 6819 di cui 3459 nell’Inf. e Prim., e 3360 nella secondaria.

Ricordiamo ancora che il 20 luglio dello scorso anno il Ministero dell’Istruzione ha richiesto l’autorizzazione per 5116 posti per il concorso ordinario. Il DL 36 del 2022 convertito nella legge 79 lo scorso 29 giugno, ha previsto un concorso straordinario per il 50% dei posti liberi nell’organico del 70% dunque, a conti fatti secondo l’organico comunicato dal Ministero, avremo di fatto per il concorso straordinario 1729 posti nell’Inf/Prim e 1680 nella secondaria. Della platea di ben 14112 di cattedre libere (6819 nell’organico del 70% e 7293 nell’organico del 30%) occupate ad oggi da circa 15000 incaricati annuali, solo il 24,16% delle cattedre verrebbe occupato, dando una risposta quasi certa a circa 22% del precariato, fermo restando che la prova del concorso straordinario sia non selettiva. Il restante personale a tempo determinato dovrà vedersela con la ghigliottina dell’ordinario e comunque, nella migliore delle ipotesi, la risposta arriverebbe solo al 40% del precariato totale. Naturalmente, come dicevamo, sarà necessario una nuova autorizzazione, sperando che questa volta non intervenga nuovamente la Ragioneria dello Stato decurtando ulteriormente i posti da mettere a concorso. Se così fosse, seguendo la logica della scorsa autorizzazione, avremo non più 5116 posti autorizzati, divisi in 50% per i due concorsi, bensì 5116 posti meno il contingente autorizzato (422 posti) per un totale di 4694, distribuiti in 2347 per lo straordinario e l’altra metà per l’ordinario…. Una presa in giro? Non possiamo definirla diversamente, infatti solo il 17% scarso del precariato avrebbe una risposta in tempi certi o quasi. Ci opporremo a questa ulteriore politica di tagli e risparmi a discapito dei lavoratori.

Siamo convinti che la politica debba avere il coraggio di dare una risposta concreta a migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola, professionisti di lungo corso. Riservare le briciole a fronte ad una parità di bilancio ci dimostra che l’Amministrazione non solo è sorda e cieca dinanzi alle istanze del lavoratore, ma va contro il suo stesso interesse, non volendo recepire che l’assunzione di un incaricato annuale di religione a tempo indeterminato è a risparmio in virtù dell’inquadramento economico con il personale di ruolo e del nuovo ricalcolo della carriera. Ma evidentemente i calcoli li facciamo noi tendendo presente la realtà, mentre l’Amministrazione ragiona su parametri di difficile codificazione.

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