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Un ulteriore approccio alle misure dispensative e agli strumenti compensative: alcune strategie didattiche e metodologiche

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“L’apprendimento personalizzato rappresenta oggi uno degli snodi più significativi dell’attuale dibattito educativo e scolastico. Esso offre una via d’uscita per la questione dello svantaggio e per porre ogni allievo nella condizione di realizzare tutto il suo potenziale”. Questa riflessione di D. Hopkins ci porta a considerare la personalizzazione del piano di studio, per quegli alunni che ne hanno diritto, un vero e proprio percorso pedagogico didattico che permette loro di perseguire l’obiettivo di raggiungere i medesimi obiettivi attraverso itinerari diversi. Questa strategia implica la messa a punto di nuove forme di organizzazione didattica e di trasmissione dei processi del “sapere” e del “saper fare” in modo da predisporre piani di apprendimento coerenti con le capacità, i ritmi e i tempi di sviluppo degli alunni.

Si suggeriscono diversi obiettivi come anche strategie didattiche e metodologiche che fanno capo sia alle misure dispensative che agli strumenti compensativi previsti dalla legge 17/2010 al fine di permettere a ciascun allievo il pieno raggiungimento delle competenze e un significativo successo formativo che tragga dal suo punto di forza, individuato dal formatore, l’iter verso la piena consapevolezza di sé e del giusto rapporto con l’altro laddove il sistema scolastico gioca un ruolo fondamentale.

Quali sono gli obiettivi fondamentali da raggiungere perchè un’azione didattica inclusiva possa risultare effficace ed efficiente?

Diversi possono essere gli obiettivi fondamentali a tal riguardo ma, ne evidenziamo alcuni in particolare più efficaci e immediate e cioè: valorizzare nella didattica linguaggi comunicativi altri dal codice scritto (linguaggio iconografico, parlato), utilizzando mediatori didattici quali immagini, disegni e riepiloghi a voce, utilizzare schemi e mappe concettuali, insegnare l’uso di dispositivi extratestuali per lo studio (titolo, paragrafi, immagini), promuovere inferenze, integrazioni e collegamenti tra le conoscenze e le discipline.

Al fine di risultare ancora più incisive l’azione didattica potrebbe tornare utile anche: dividere gli obiettivi di un compito in “sotto obiettivi”, offrire anticipatamente schemi grafici relativi all’argomento di studio per orientare l’alunno nella discriminazione delle informazioni essenziali, privilegiare l’apprendimento dall’esperienza e la didattica laboratoriale, promuovere processi metacognitivi per sollecitare nell’alunno l’autocontrollo e l’autovalutazione dei propri processi di apprendimento, incentivare la didattica di piccolo gruppo e il tutoraggio tra pari e promuovere l’apprendimento collaborativo.

Quali altre azioni possono essere utilizzati perchè l’alunno con DSA possa raggiungere il massimo successo formativo?

All’alunno con DSA è garantito l’essere dispensato da alcune prestazioni non essenziali ai fini dei concetti da apprendere. Esse possono essere, a seconda della disciplina e del caso: la lettura ad alta voce, la scrittura sotto dettatura, prendere appunti, copiare dalla lavagna, il rispetto della tempistica per la consegna dei compiti scritti, la quantità eccessiva dei compiti a casa, l’effettuazione di più prove valutative in tempi ravvicinati, lo studio mnemonico di formule, tabelle, definizioni e la sostituzione della scrittura con linguaggio verbale e/o iconografico

Altresì l’alunno con DSA può usufruire di strumenti compensativi che gli consentono di compensare le carenze funzionali determinate dal disturbo. Aiutandolo nella parte automatica della consegna, gli permettono di concentrarsi sui compiti cognitivi oltre che avere importanti ripercussioni sulla velocità e sulla correttezza. A seconda della disciplina e del caso, possono essere: formulari, sintesi, schemi, mappe concettuali delle unità di apprendimento, tabella delle misure e delle formule geometriche, computer con programma di videoscrittura, correttore ortografico, stampante e scanner, calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante, registratore e risorse audio (sintesi vocale, audiolibri, libri digitali), software didattici specifici, computer con sintesi vocale o vocabolario multimediale.

Si possono anche valorizzare le tecniche e le modalità utilizzate dall’alunno nello studio e cioè: strategie utilizzate (sottolinea, identifica parole-chiave, costruisce schemi, tabelle o diagrammi), modalità di affrontare il testo scritto (computer, schemi, correttore ortografico), modalità di svolgimento del compito assegnato (è autonomo, necessita di azioni di supporto), riscrittura di testi con modalità grafica diversa e se usa strategie per ricordare (uso immagini, colori, riquadrature).

Non sono da sottovalutare anche gli strumenti utilizzati durante il processo di apprendimento ossia: strumenti informatici (libro digitale, programmi per realizzare grafici), fotocopie adattate, utilizzo del PC per scrivere, registrazioni, testi con immagini e software didattici.

Come va valutato un alunno che si è avvalso della personalizzazione del piano degli studi alla fine dei cicli scolastici? La normativa docimologica prevede delle indicazioni a tal riguardo?

Momento ultimo e decisivo di ogni azione didattica che per sua natura è inclusiva non può che essere, infatti, quello legato alla verifica e alla valutazione dell’apprendimento, dove risulta sempre opportuno: programmare e concordare con l’alunno le verifiche, prevedere verifiche orali a compensazione di quelle scritte (soprattutto per la lingua straniera), creare le condizioni per delle valutazioni più attente alle conoscenze e alle competenze di analisi, sintesi e collegamento piuttosto che alla correttezza formale, far usare strumenti e mediatori didattici nelle prove sia scritte sia orali (mappe concettuali, mappe cognitive), introdurre prove informatizzate, programmare tempi più lunghi per l’esecuzione delle prove e pianificare prove di valutazione formativa.

La normativa sull’inclusione e cioè il D.P.R. 22 giugno 2009 n. 122 (Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169 – art. 10. Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento), come anche la Legge 170/2010 e la Legge 107/2015 forniscono anche delle indicazioni per lo svolgimento delle prove scritte ed orali per l’esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione. Nel documento del Consiglio di Classe, bisogna infatti riportare tutte le informazioni sugli strumenti compensativi e misure dispensative utilizzate durante l’anno scolastico dall’intero consiglio di classe, con riferimento alle verifiche, ai tempi e al sistema valutativo utilizzati in corso d’anno o inserire modalità, tempi e sistemi valutativi per le prove d’esame.

La commissione d’esame terrà in considerazione, per la predisposizione e la valutazione delle due prove come anche per l’espletamento del colloquio dei tempi più lunghi, tenendo conto dei livelli di affaticabilità e utilizzo di strumenti informatici se utilizzati in corso d’anno (es. sintesi vocale, dizionari digitali). Infatti, nella normativa sopra citata, per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive degli stessi; a tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili dalla legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.

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