Inizio scuola, emergenza nelle segreterie: manca un quarto dei Dsga. Collaboratori scolastici da spostare e formare per gestire i fondi del Pnrr
Non solo le cattedre vuote e l’esercito dei supplenti: l’inizio dell’anno scolastico vede l’emergenza anche in segreteria, con assenze fra ATA e Dsga che avranno sicuramente un peso. A lanciare l’allarme l’Anquap e l’ANP.
Tra i direttori amministrativi (Dsga), spiega Il Sole 24 Ore, mancano all’appello nelle scuole ben 2.200 unità (sulle 7.985 complessive), siamo al 27,55%, praticamente le assenze sono più un quarto.
Addirittura in Lombardia, dove gli istituti scolastici sono tra i più numerosi, 1.100, oltre il 50% non ha un Dsga di ruolo. “Quest’anno – come ricorda il presidente di Anquap, l’Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche, Giorgio Germani – ci sono state assunzioni di Dsga solo in Campania, ma solo perché residuavano posti dall’ultimo concorso svolto nel 2019″.
Per tale motivo Germani fa al nuovo governo una serie di richieste: “Reclutare nuovi direttori e assumere personale tecnico nel primo ciclo, snellire le procedure amministrative, rinnovare il contratto per dare una giusta valorizzazione a tutto il personale scolastico, e introdurre la figura intermedia del coordinatore amministrativo, prevista da diversi anni, ma mai messa in campo”.
Ma a soffrire è l’intero comparto che comprende i lavoratori ATA, complice anche la mancata proroga dell’organico covid, che negli scorsi anni aveva dato respiro alle scuole.
“Abbiamo bisogno di un 10-20% di addetti amministrativi in più nelle segreterie, e dobbiamo poter formare i tanti bidelli che si spostano (lo prevede la normativa) a lavorare nelle segreterie, pur non avendo le competenze necessarie – ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi -. Oggi in una segreteria di una scuola abbiamo 4-5 persone, troppo poche per svolgere attività e adempimenti spesso complessi. Per gestire i fondi Pnrr occorre, ad esempio, saper fare gare, rendicontazioni, etc. Sono tutte attività che non si improvvisano. Per questo, andrebbe almeno data la possibilità alle scuole di formare i nuovi ingressi”.