Sono 70 mila i posti non assegnati, Uil Scuola: “Un disastro annunciato, tornare alle convocazioni in presenza”

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A fronte delle 50 mila assunzioni annunciate dal Ministero per il personale docente, su un totale di più di 94.000 posti disponibili iniziali, solo 35.773 sono stati i contratti a tempo indeterminato. Di questi, però 9 mila sono posti già assegnati nel 2021 e quindi da calcolare nel contingente dello scorso anno.

A conti fatti, solo 26.717 sono stati i contratti a tempo indeterminato utilizzando le procedure di reclutamento ordinarie (Concorsi , Graduatorie ad esaurimento e Call veloce)9.000 sono stati i contratti a tempo determinato stipulati l’1/9/21 e trasformati in ruolo l’1/9/22 (che derivano, quindi, da posti che erano già disponibili lo scorso anno), mentre 14.642 sono i contratti a tempo determinato dei quali non possiamo sapere quanti ne saranno finalizzati al ruolo nel 2023 (procedure dell’art. 59 commi 4 e 9bis del DL 73/2021).

Insomma, si è riusciti a fare peggio dello scorso anno. Ad oggi restano vacanti circa 52.000 posti per il personale docente a cui si aggiungono almeno 200.000 supplenti.

Non va meglio per il personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario per cui si sono stati coperti solo 9.000 posti dei 27.000 disponibili. Si continuano ad ignorare le reali esigenze delle scuole lasciando questo personale in una condizione di criticità, non sostituendo chi va in pensione anzi attuando tagli all’organico a fronte di carichi di lavoro crescenti.

Un totale di circa 70.000 vacanti, tra personale docente e ATA, che saranno coperti, per l’ennesimo anno consecutivo, con personale supplente.

​”Lo avevamo detto in tempi non sospetti, e siamo stati anche troppo ottimisti visti i risultati”, osserva il Segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile.

Neanche questo anno è stato raggiunto l’obiettivo di coprire almeno il 50% dei posti del personale docente con contratti a tempo indeterminato.

Non sono bastate né le procedure ordinarie (concorsi e graduatorie ad esaurimento), né quelle straordinarie (come quella della I fascia sostegno delle graduatorie per le supplenze) per coprire tutti i posti.

“Si continuano ad ignorare i docenti con almeno tre anni di servizio e quelli inseriti nelle seconde fasce delle graduatorie per le supplenze che continuano con esperienza, e grandi sacrifici a far funzionare le scuole, con un contratto a tempo determinato che in molti casi non copre neanche tutto l’anno scolastico“, sottolinea il segretario Uil Scuola.

“E intanto si annunciano nuovi concorsi attraverso un nuovo sistema di reclutamento di cui continueremo a chiedere lo stralcio – rilancia D’Aprile – mentre per quelli ancora in atto non ci sono neanche le graduatorie pubblicate”.

A questo si aggiunge il caos delle nomine dei supplenti che procedono a rilento con graduatorie provinciali pubblicate piene di errori e ritirate dopo qualche ora e, in alcuni casi, ripubblicate.

“Dove le nomine sono concluse – aggiunge D’Aprile – sono state falsate da un sistema informatico che (proprio come lo scorso anno) non è riuscito a garantire la correttezza della procedura (ad esempio: docenti riservisti (legge 68/99) o chi aveva la 104/92 per assistenza al familiare, si è visto impropriamente assegnare un incarico scavalcando docenti con più punteggio o collocati in una fascia superiore)”.

“Errori che si potevano evitare – continua D’Aprile –. Avevamo indicato in tempi utili e più volte i punti di criticità e suggerito le soluzioni, ma il ministero non ha voluto ascoltarci perseverando negli errori”.

Cosa dobbiamo aspettarci ancora?

“Non c’è tempo da perdere. È necessario azzerare tutti gli errori delle graduatorie e ripensare alle convocazioni in presenza, non è più possibile affidare ad un algoritmo il destino di migliaia di docenti. Poi una riforma del reclutamento che sia seria e soprattutto snella, senza disperdere l’esperienza “sul campo” del personale – commenta D’Aprile. Dobbiamo risolvere definitivamente la piaga del precariato dapprima sfruttato e poi umiliato con forme di reclutamento che prediligono il sapere nozionistico a quello critico e i cui fallimenti sono sotto gli occhi di tutti”. 

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