Ancora uno studente morto durante uno stage. Flash mob di fronte al Ministero: “Basta, abolire i PCTO”

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Flash mob degli studenti al Ministero dell’Istruzione dopo la tragica morte di un ragazzo durante uno stage scolastico a Noventa di Piave.

Ad organizzarlo per le 11 di sabato 17 settembre la Rete degli Studenti Medi. La protesta, che si lega alle manifestazioni dello scorso gennaio e dello scorso febbraio per le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, nasce dalla rabbia, secondo il sindacato studentesco, per una ennesima morte evitabile.

“Abbiamo chiesto cose precise a Governo e Ministero la scorsa primavera”, spiega Tommaso Biancuzzi della Rete degli Studenti Medi. “Serviva e serve abolire i Pcto e inserire formazione sindacali e alla sicurezza sul lavoro obbligatoria in tutte le scuole. C’è un problema nel nostro Paese di sicurezza nei luoghi del lavoro, non possiamo esporre ragazzi e ragazze a questi pericoli. Il sistema va cambiato, non andiamo a scuola per morire”.

Bianchi: “Morte inaccettabile”

“Ho appreso con dolore della tragedia di Portogruaro. Una morte inaccettabile che ha colpito tutta la comunità scolastica. Insieme a tutta la scuola italiana sono vicino alla famiglia” ha detto il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi.

Rabbia e dolore, per una morte assurda e inaccettabile. Non si può morire di lavoro. Non si può morire di lavoro a 18 anni durante uno stage scolastico. Dopo Lorenzo a gennaio e Giuseppe a febbraio, ora piangiamo il terzo studente morto in pochi mesi durante un, cosiddetto, percorso formativo. Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con l’educazione e la formazione” Lo afferma Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra.
Siamo di fronte alle conseguenze di una logica malata – prosegue il leader di SI – che pone la scuola al servizio del mondo del lavoro, con tutto ciò che comporta. E in un Paese dove in media muoiono di lavoro 3 persone ogni giorno, la prossima tragedia è solo questione di tempo.

È ora di porre fine a questa scia di sangue. Aboliamo – conclude Fratoianni – queste forme di sfruttamento mascherate e restituiamo valore, sicurezza e dignità ai nostri giovani. Non sì può morire di scuola”.

Il PSI esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia del giovane Giuliano De Seta. Catapultare i giovani in luoghi di lavoro altamente rischiosi è il segnale di una superficiale visione del rapporto tra mondo del lavoro e mondo dell’istruzione pubblica. L’alternanza scuola-lavoro non può essere considerata un “rito di passaggio” né lo strumento per permettere alle aziende di testare i propri eventuali, futuri dipendenti. Il mondo del lavoro presenta delle complessità che l’alternanza scuola lavoro non sembra prendere in considerazione.
E’ sempre più evidente come la pratica del PCTO, introdotta con la legge 107 del 2015, debba essere rapidamente riformata. Questo dovrà essere il primo compito del prossimo Governo ma intanto, nell’attesa, sarebbe forse opportuno sospendere questa pratica che in Italia ha già causato, in pochi mesi, la morte di altri due studenti, Lorenzo Parrelli e Giuseppe Lenoci” così il PSI in una nota.

La morte di Giuliano De Seta, 18 anni, schiacciato da una lastra di metallo da 2 tonnellate, mentre lavorava per uno stage per l’alternanza scuola-lavoro, è frutto dell’approssimazione di certi progetti ministeriali. Siamo assolutamente contrarie a questi stage che alternano la scuola al lavoro: perchè l’intento didattico-pratico non deve essere subordinato alla sicurezza dei luoghi in cui si svolgono. E soprattutto perché gli studenti non devono essere considerati operai specializzati, capaci di riconoscere il pericolo, ma, appunto, apprendisti. Giuliano è morto perché la scuola ha ambizioni senza avere preparazione“. Lo dichiarano i deputati di Fratelli d’Italia, Ella Bucalo e Paola Frassinetti, rispettivamente responsabile dipartimento Scuola e Istruzione.

L’USR: il dolore pesa come un macigno

Il dolore pesa come un macigno sui cuori di tutti noi. Giuliano era un ragazzo socievole, sportivo e concreto, interessato a porre le basi delle sue
future scelte lavorative già a partire dall’esperienza scolastica. Insomma, un ragazzo unico e nello stesso tempo simile a tanti bravi studenti della nostra
regione che ricercano nella scuola non solo il luogo della formazione e della crescita personale, ma anche dell’orientamento professionale e al lavoroscrive il direttore generale dell’USR Carmela Palumbo.

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