Covid, lo psicologo: “Danni sui bimbi da obbligo delle mascherine, il ritorno alla normalità non sarà facile”

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Per oltre 8 milioni di studenti italiani il ritorno a scuola, quest’anno, è stato un ritorno alla normalità, finalmente in classe in condizioni molto simili a prima della pandemia di Covid-19. Soprattutto senza mascherina obbligatoria.

“Finalmente si toglie questa barriera relazionale. Averli obbligati a portare la mascherina ha inevitabilmente complicato il loro percorso di sviluppo, soprattutto per i più piccoli. Ora si ripristinano delle condizioni che consentono un migliore sviluppo, ma l’esperienza di questi 2 anni non è stata e non sarà a costo zero”.

Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Umberto Nizzoli, psicologo clinico specializzato nel trattamento dei disturbi dell’umore e dell’alimentazione a Reggio Emilia, analizzando gli effetti psico-fisici dell’uso prolungato delle mascherine in bambini e adolescenti e lo stato d’animo al rientro a scuola senza più l’obbligo.

“Abbiamo sul volto – premette Nizzoli – alcune decine di muscoli che sono inutili sotto il profilo della sopravvivenza. Potrebbe essere un quesito da porre a Darwin, se fosse ancora vivo: come mai nel processo di selezione che c’è stato e c’è, sono stati mantenuti questi muscoli inutili da un punto di vista dell’evoluzione? Sono tutti muscoli funzionali per la comunicazione, che sono stati mantenuti perché sono quelli che ci consentono di riconoscere la condizione emotiva dell’altro, la vicinanza o la distanza, la simpatia, la rabbia, insomma tutta quella serie di stati che migliorano la qualità del rapporto con gli altri”.

Queste espressioni sono come “dei semafori nel percorso di crescita dell’individuo, nel processo di apprendimento che sfrutta anche la relazione con gli altri. Se i volti attorno sono coperti, è come far studiare matematica a un bambino senza avere il libro di algebra. La decodifica delle immagini visive è un processo naturale che si assesta nel cervello umano nella prima infanzia, fra i 3 e i 6 anni. Dopo si può imparare lo stesso, ma attraverso uno sforzo e non più in modo spontaneo”. Per i più piccoli, dunque, tolte le mascherine non sarà immediato né semplice riconoscere le espressioni e le emozioni associate.

“Abbiamo un sacco di evidenze – racconta Nizzoli anche sulla base della sua esperienza di psicologo clinico – degli effetti causati, negli ultimi 2 anni e mezzo, da queste restrizioni anti-Covid come l’obbligo di mascherina: gli stati di agitazione, di irritabilità, di isolamento, l’asocialità, la disregolazione degli impulsi ma anche la perdita di quoziente intellettivo – avverte – L’American Psychological Association parla di una perdita globale d’intelligenza, soprattutto nella popolazione di questa fascia d’età. Non ci sono dubbi che ci siano stati dei danni. Ci sono finestre di sviluppo che consentono di costruire delle architetture cerebrali che avvengono in certe fasi della vita, in epoche successive comportano molte più difficoltà e fragilità”.

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