Cellulare a scuola, il preside: “Meno divieti si mettono, meglio è. Penso ad una gita di tre giorni senza smartphone”

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Sulla questione riguardante l’uso del cellulare in classe interviene, su La Repubblica, il preside dell’Istituto superiore di Capirola di Leno, in provincia di Brescia, Gianmarco Martelloni.

“Meno divieti si mettono a scuola, meglio è. Rispetto i colleghi che scelgono altre strade, altrettanto corrette perché è il contesto che conta. Mi verrebbe da usare la frase del libro di George Lakoff ‘Non pensare l’elefante’.
Ricordo che in una scuola, prima di questo incarico, i cellulari venivano fatti riporre in una scatola trasparente. Ricordo la corsa forsennata dei ragazzi al momento di riprenderli. Erano diventati oggetto del desiderio, erano ancora più attratti da ciò che avevi tolto loro”.

E ancora: “Come da regolamento che è comune a tante scuole: il cellulare non si può usare durante le lezioni se non per scopi didattici. Sono gli insegnanti a decidere, c’è chi lo fa usare con la piattaforma di apprendimento Kahoot, i ragazzi dell’indirizzo geometri lo usano con le App per fare misurazioni. Piuttosto penso ad altri interventi, come una gita, magari tre giorni in Appennino o all’isola d’Elba, lasciando il cellulare a casa. Sarebbe una bella sfida. Ci proverò”.

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