A scuola solo 4 giorni a settimana (lunedì o venerdì libero) con ingresso alle 7 del mattino, la nuova tendenza. Arriverà anche in Italia?

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Vedremo, intanto negli USA le scuole che hanno adottato questa formula sono 1.600 divise in 24 Stati. Un numero in aumento, che ha visto una impennata a seguito della pandemia da COVID. Nel 2021 erano solo 257.

I giorni di scuola sono 4 e vanno dal martedì al venerdì o dal lunedì al giovedì. Poi tre giorni di riposo, ma si sta di più a scuola durante i giorni di attività con lezioni anche di un’ora e mezza. In alcune scuole si parte alle 7.10 del mattino, per finire le lezioni alle 15.30. A seguire le attività extracurriculari che impegnano anche fino a sera.

Perché questa scelta?

Potremmo dire che il rendimento degli studenti nelle scuole che adottano questa formula ne gioverà, come spesso si afferma per la cosiddetta adozione della settimana corta. Chi non ha sentito tale argomentazione durante un Collegio quale motivazione per “accorciare la settimana”?

La realtà è che in entrambi i casi (scuola su 4 giorni o 5), la motivazione è economica: tenere le scuole chiuse fa risparmiare non soltanto chi gestisce le scuole, ma anche le famiglie e i docenti che spendono meno in trasporti. Così, almeno verrebbe da pensare.

Anche perché, non esistono evidenze che “accorciare la settimana” porti a dei vantaggi nell’apprendimento. Anzi, secondo uno studio c’è certezza che non ce ne siano, come vedremo più avanti. A dimostrazione che la motivazione è esclusivamente legata alla spesa, ci viene in aiuto il The Guardian che sottolinea come la riduzione dei giorni di apertura delle scuole coincida storicamente con eventi legati a crisi economiche: la crisi del 30, quella energetica degli anni 70, quella del 2008, la pandemia e l’attuale crisi non farà altro che accelerare questo fenomeno.

Uno studio del 2021

Veniamo a quelli che sono i risvolti di queste scelte. Sempre il The Guardian ci aiuta suggerendoci uno studio concluso dalla Rand Corporation, che includeva dati da Idaho, New Mexico, Oklahoma, Colorado, Missouri e Sud Dakota. Studio recentissimo, del 2021.

Secondo quanto riportato dalla pubblicazione, i risparmi della settimana corta non vanno oltre il 3% dei budget a disposizione delle istituzioni che gestiscono le scuole. Da un punto di vista didattico, fenomeni quali dispersione scolastica, tassi di assenza, fidelizzazione degli insegnanti hanno avuto miglioramenti pari a zero.

Non è stato riscontrato, inoltre, alcun miglioramento nel rendimento degli studenti che frequentano queste scuole. Vantaggio segnalato potrebbe essere che i bambini delle elementari hanno dormito di più durante la settimana scolastica (se dormire può essere considerato un vantaggio), ma in realtà non c’è evidenza di un miglioramento nella qualità del sonno.

Qualche problemino è stato evidenziato dalle famiglie, che sono state costrette ad aumentare le spese per la gestione dei figli nei giorni in cui non andavano a scuola.

Tra gli aspetti positivi percepiti segnaliamo questi due: più tempo libero e una migliore flessibilità nell’organizzazione delle attività extrascolastiche.

Se la vostra convinzione è, infine, che su 4 giorni la scuola diventa meno stressante, lo studio vi smentirà. Lo stress percepito è identico ad una settimana su 5 giorni.

Conclusioni

Quindi, settimana corta o “iper-corta” conviene o no? Se da un punto di vista economico il risparmio è minimo, ma comunque concreto, vantaggi a livello didattico pare non ve ne siano. La gestione del tempo libero, la flessibilità nell’organizzazione delle attività non legate alla scuola, sembra siano gli unici vantaggi effettivamente conseguiti, che però si annullano laddove le famiglie devono organizzarsi e spendere danaro per la gestione dei figli nei giorni liberi.

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