Ritiro sociale, il ruolo fondamentale della scuola nell’individuare e contrastare il fenomeno: i segnali fra gli alunni e gli interventi

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Si è svolto il 28 settembre il seminario “Giovani alla ricerca di senso. La collaborazione tra scuola e servizi per la prevenzione del ritiro sociale degli studenti”, occasione per diffondere la conoscenza delle Linee di indirizzo regionali sul ritiro sociale, della Regione Emilia Romagna e dell’USR Emilia Romagna.

Il ritiro sociale è un quadro in aumento con un esordio sempre più precoce che comporta una interruzione del percorso evolutivo e un importante rischio per lo sviluppo di bambini, bambine, ragazzi e ragazze.

Le Linee di indirizzo – spiega l’USR  – delineano percorsi di sostegno integrati secondo un approccio sistemico e multidimensionale e intendono fornire indicazioni operative in merito all’analisi del fenomeno del ritiro sociale, alle azioni di prevenzione universale, selettiva e indicata e all’attivazione di percorsi di trattamento di 1° e 2° livello con bambine, bambini e adolescenti, operando nel contesto scolastico, familiare e sanitario.

Nel documento viene descritto il ruolo fondamentale che ha la scuola nell’individuare e contrastare il fenomeno. Grazie alle Linee guida “disponiamo di uno strumento che ci permette di individuare gli interventi da attuare tempestivamente, dal momento in cui l’insegnante segnala un numero di assenze sospette, fino a quando il ragazzo o la ragazza, se necessario, vengono presi in carico dai servizi sanitari, attraverso una serie di passaggi che coinvolgono la scuola, i servizi educativi, i servizi sociali, le famiglie” spiega nell’introduzione la Regione.

Il malessere a scuola ha spesso una matrice relazionale. I segnali possono essere rilevati da attività strutturate o da osservazioni degli insegnanti o da segnalazione dei genitori.

È possibile che il malessere dello studente riguardi:
– la relazione con i compagni di classe o con gli insegnanti;
– relazioni significative al di fuori del mondo della scuola.

Cosa può fare la scuola?

La scuola può programmare attività mirate al miglioramento delle relazioni in classe ed eventualmente coinvolgere anche i genitori.

Altre azioni di supporto sono la formazione e monitoraggio del fenomeno.

Diventa quindi fondamentale rivolgere la formazione a:
– docenti e dirigenti scolastici;
– genitori;
– personale educativo e sociale degli enti locali e del terzo settore;
– personale sanitario.

Quali sono i segnali ?

E’ proprio a scuola che è possibile “intercettare i prodromi del futuro ritiro sociale”, osservando nel gruppo classe i ragazzi:

– troppo silenziosi, poco partecipativi nelle attività di gruppo, tendenzialmente evitanti i momenti di socializzazione e posizionati ai margini dei fenomeni di aggregazione spontanea (intervallo, momenti di entrata/uscita a/da scuola, attività sportive, gite…), evidentemente a disagio nell’esporsi in situazioni di contesto allargato come le interrogazioni orali e le attività di scienze motorie,

– con frequenti assenze scolastiche, anche discontinue, apparentemente “strategiche” nei giorni di interrogazione o di attività fisica; assenze che si fanno notare per la motivazione vaga o perché giustificate da problemi di salute apparentemente non così gravi da essere un reale impedimento alla frequenza,

– che intrattengono rapporti solo con uno o due compagni di classe, a volte semplicemente per tenersi in pari con le lezioni, con contatti tendenzialmente poco frequenti o che si diradano nel tempo,

– i ragazzi assenti anche nelle occasioni in cui la classe si dà appuntamento al di fuori della scuola.

Nel documento si sottolinea che questi segnali potrebbero non essere tutti presenti, oppure potrebbero essere presenti con una qualche discontinuità. Ad esempio può accadere che, soprattutto in una situazione iniziale di ritiro, il ragazzo diminuisca drasticamente la propria partecipazione ad attività di tipo extrascolastico ma ancora mantenga una frequenza scolastica quasi invariata, sebbene con atteggiamento isolato nel gruppo classe; oppure che vi siano ragazzi i quali, consapevoli della propria situazione di disagio, cerchino di superare una tendenza iniziale al ritiro, o un periodo di ritiro conclamato, sforzandosi di recuperare qualche relazione con i compagni attraverso la partecipazione ad alcuni dei momenti di socializzazione scolastica o extrascolastica.

Risulta pertanto fondamentale prestare attenzione il più precocemente possibile a ciascuno di questi segnali di disagio, per cercare di evitare, ad esempio, che l‘insegnante coordinatore di classe rilevi un numero di assenze elevato solo all‘approssimarsi degli scrutini: la situazione potrebbe essere già troppo avanzata, con l‘esito di convocare i genitori, per capire cosa stia succedendo, quando il ragazzo rischia già di non essere scrutinabile per mancanza di voti e/o ha già strutturato il sintomo del ritiro, aprendo così, ufficialmente, la fase di crisi.

I passaggi

Intervento

LINEE DI INDIRIZZO SUL RITIRO SOCIALE

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