Pensioni, ipotesi Opzione uomo: via dal lavoro a 58 anni ma con un taglio del 30%

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Il nuovo Governo targato centrodestra dovrà affrontare il tema delle pensioni: se non dovesse intervenire una nuova riforma nel 2023 si torna alla Fornero.

Per superare ciò, riporta La Repubblica, Meloni starebbe pensando di introdurre al più presto Opzione Uomo, ovvero una strada di pensione anticipata che prevede il via dal lavoro fra i 58-59 anni. Con 35 di contributi e ricalcolo dell’assegno tutto contributivo, come già accade per Opzione Donna.

I problemi però sarebbero due: prima di tutto a livello politico Salvini e le Lega da tempo spingono su Quota 41, creando dunque una possibile concorrenza interna in tema di pensioni.

L’altro problema è di natura pratica: con Opzione Uomo ci sarebbe un taglio dell’assegno fino ad un terzo perché si esce prima e perché c’è il ricalcolo.

Bisogna comunque evidenziare che Opzione Uomo non sarebbe una totale novità ma sarebbe una soluzione non molto lontana da “Opzione Tutti”, l’idea del premier uscente Mario Draghi.

Permetterebbe cioè di anticipare l’uscita e trascorrere più anni in pensione, pagando però una penalità in linea col principio di equità verso le nuove generazioni (che sono già tutte nel contributivo).

Ricordiamo infatti che con la fine di Quota 102 a dicembre, i requisiti Fornero saranno gli unici in vigore: 67 anni di vecchiaia (con 20 di contributi) oppure 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età (un anno in meno per le donne).

Opzione Donna tra l’altro – come pure Ape sociale, la misura assistenziale-ponte per i lavoratori o disoccupati più in difficoltà – scade il 31 dicembre.

Quest’ultima comunque potrebbe anche essere prorogata se non addirittura renderla stabile, come vorrebbero le forze di centrodestra.

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