Rinnovo contratto, ai supplenti “brevi” e dell’organico Covid aumenti ridotti: solo a loro viene negata Rpd e Cia nel salario accessorio. Anief ricorre in tribunale

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C’è una categoria che nella scuola non potrà beneficiare di un doppio amento stipendiale previsto dal 2022, a seguito dell’ipotesi di accordo relativa al rinnovo contrattuale di categoria e l’impegno del Governo a stanziare 200 milioni, destinato ad incrementare il salario accessorio di tutti gli altri lavoratori del comparto: gli esclusi sono i supplenti brevi, compresi quelli collocati nell’organico Covid, quindi docenti e Ata, che non potranno percepire l’assegno una tantum e gli incrementi del 2022.

Entrambi gli importi, da collocare nel salario accessorio (RPD per gli insegnanti e CIA per il personale Ata), gli verranno dunque negati. Ma non è detta l’ultima parola: perché grazie ai ricorsi gratuiti promossi dai legali del sindacato Anief nei tribunali del lavoro, vi sono buone possibilità di essere recuperati.

“Se – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per il vecchio contratto 2016/2018 la retribuzione professionale docenti (RPD) e il contributo individuale accessorio ATA (CIA) erano negati ai supplenti brevi e saltuari e riconosciuti soltanto ai supplenti con contratti in scadenza 30 giugno o 31 agosto, la giurisprudenza, nel rispetto del diritto euro-unitario e del principio di non discriminazione, ha infatti nel frattempo riconosciuto a tutti i lavoratori precari tale assegno mensile. Per i giudici, al di là della durata del rapporto di lavoro, queste ‘voci’ stipendiali vanno sempre assegnate”, conclude il sindacalista autonomo.

I precari che aderiscono al ricorso, inoltre, potranno chiedere anche la RPD o CIA non corrisposta negli ultimi cinque anni, quasi uno stipendio in più per ogni anno di servizio svolto. Anief ha aperto le adesioni al ricorso.

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