Fino a 20 mila euro per chi si sposa in chiesa: ecco il bonus matrimonio proposto dalla Lega

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Fino a 20 mila euro per sposarsi in chiesa. Si tratta della proposta della Lega, un ddl appena presentato alla Camera dei deputati, che andrebbe a sostenere i matrimoni religiosi in calo rispetto a quelli civili.

L’obiettivo dichiarato dell’operazione infatti, si legge su La Repubblica, è riequilibrare il gap tra i matrimoni civili e religiosi.

Secondo l’Istat, si legge nella parte introduttiva del provvedimento, le unioni con rito civile sono cresciute rispetto ai livelli pre-pandemia (+0,7 per cento nel 2021 sul 2019), mentre quelli con rito ecclesiastico continuano a calare.

Secondo i deputati del Carroccio, le ragioni “che allontanano le giovani coppie dall’altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile” sarebbero principalmente di natura economica: “Il matrimonio civile – sostengono – è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso”.

Inoltre, avrebbero un peso anche le lungaggini procedurali delle parrocchie: “Molte coppie sono dubbiose sui corsi prematrimoniali, i quali hanno una finalità ben precisa e spesso sottovalutata: cercare di far capire alla coppia se si è realmente pronti nel prendere la decisione di sposarsi”.

Ecco allora un incentivo di Stato solo per chi vuole sposarsi in una chiesa e non in comune. La formula è quella della detrazione del 20 per cento delle spese per il “matrimonio religioso”, modificando la legge 90 del 3 agosto 2013. E alla voce “spese” si può indicare di tutto. Dagli ornamenti in chiesa come i fiori, la passatoia, i libretti, fino agli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere. Perfino il coiffeur e il make-up della sposa. O l’ingaggio del “wedding reporter”, insomma il fotografo.

La detrazione d’imposta, secondo la proposta della Lega, potrebbe coprire fino al 20 per cento delle spese, fino a un tetto massimo di 20mila euro, che gli sposi potrebbero ottenere in cinque quote annuali.

Ci sono però dei requisiti: i beneficiari devono avere la cittadinanza da almeno 10 anni e avere un reddito non superiore a 23mila euro o comunque non superiore a 11.500 euro a persona.

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