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“Il bar del Cassarà” il docufilm di Rai Fiction e il Liceo Linguistico “Ninni Cassarà” di Palermo: in allegato il progetto ‘S.O.S. Scuola’

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“Il Bar del Cassarà” è un docufilm in 10 episodi di 10 minuti ciascuno, girato dal giovane regista palermitano Davide Gambino per Rai Fiction in associazione con Alveare Cinema di Paolo Bianchini e Paola Rota. Oggi è presente nella programmazione di RaiPlay. Racconta la ricostruzione e la rinascita di un bar all’interno del Liceo Linguistico Ninni Cassarà di Palermo operata da un gruppo di giovani e caparbi ragazzi palermitani provenienti dagli ambienti più svariati della città alcuni dei quali frequentanti la scuola.

“Il locale era abbandonato all’incuria e disastrato” ha commentato la dirigente scolastico Daniela Crimi meglio conosciuta come il preside che guida con calore il suo istituto; i suoi istituti, dal momento che ne ha guidati altri e tutti con lo stesso trasporto emotivo. Il calore permette di connetterci immediatamente con lo staff, facendo loro sapere che sono ascoltati, compresi e apprezzati. Si chiama “Leaning In”. Studi e ricerche scientifiche effettuate su larga scala dimostrano, se mai ve ne fosse bisogno, che le buone relazioni mantengono più felici e più sani noi e mantengono felici e sani gli altri, specialmente se questi latri sono l’intera comunità del Liceo Linguistico Ninni Cassarà di Palermo. Migliorano la nostra aspettativa di vita, la funzione cerebrale, la salute generale e il benessere. La priorità delle connessioni, delle relazioni e del calore è la chiave per condurre scuole di successo. Ed in questo percorso, fortemente voluto dalla professoressa Daniela Crimi, si inserisce “Il Bar del Cassarà” interpretato da Norma Tumminello, Alaa Ben Lazrag e Carmen Buttacavoli.

L’importanza dell’impegno Comune e il docufilm

“Nell’ impegno comune alla ricostruzione – afferma il dirigente Daniela Crimi – ogni protagonista vede la possibilità di un riscatto, anche personale, e la possibilità che i propri sogni possano realizzarsi”. I protagonisti del docufilm sono otto ragazzi palermitani che decidono di concentrare tutti i loro sforzi nel combattere l’inerzia delle istituzioni e nel recuperare l’edificio scolastico abbandonato alla incuria. Da un anno la scuola, narra il docufilm, appartenente all’Ente Provincia, sta transitando allo Stato ma non riceve più finanziamenti da nessuno. Il ripristino non sarà facile e dovranno lottare anche contro l’indifferenza e le mille storture burocratiche. Recuperano il bar, lo rimettono a nuovo a costo zero, dimostrando che anche in una città difficile come Palermo e in un quartiere a rischio come quello in cui si trova la scuola, è possibile recuperare uno spazio “sano”, restituirlo alla bellezza e all’ uso comune senza utilizzare fondi pubblici ma solo con il lavoro di volontari.

Il sogno irrealizzabile

“Il progetto, che inizialmente sembra solo un sogno irrealizzabile, diventa invece motivo di impegno per l’intera scuola, il quartiere, la città e restituisce loro anche la fiducia in sé e la consapevolezza di una maggiore speranza nel loro futuro lavorativo” commenta, con il suo solito sorriso Daniela Crimi. “La storia, è una storia vera, è quello che è accaduto al Liceo Linguistico Ninni Cassarà nel 2014, quando centinaia di ragazzi provenienti da tutta Europa e coordinati da Paolo Bianchini e Paola Rota di Alveare Cinema, realizzarono un restyling dell’edificio, aiutati da artisti provenienti da tutta l’Italia, riuniti grazie alla raccolta di fondi di sponsor e al lavoro di centinaia di volontari. Un riscatto, quello del liceo, che si intreccia intimamente alla vita dell’uomo dello Stato che gli dà il nome Ninni Cassarà, il vicequestore di Palermo che Il 6 agosto 1985, attorno alle ore 15.30, dopo aver fatto rientro nella propria abitazione di via Croce rossa per il pranzo, scortato da un Alfetta blindata e da tre uomini agenti di Polizia (Roberto Antiochia, Natale Mondo, Giovanni Salvatore Lercara), dopo aver salutato la moglie Laura Cassarà affacciata al balcone dell’appartamento, veniva ucciso da un commando di nove uomini armati di kalashnikov. Un uomo simbolo del riscatto della Palermo degli onesti, della Palermo che non vuole soffocare sotto il peso dell’indifferenza, che non si rassegna.

Qui si piantano querce

La scuola viene abbellita con murales e installazioni ancora oggi conservati e custoditi all’interno della scuola alla cui realizzazione hanno contribuito tutti, anche gli abitanti del quartiere, grandi e piccoli, incuriositi da tanti cantieri artistici” continua la preside del Liceo Linguistico Ninni Cassarà di Palermo. All’ingresso una grande quercia viene installata dai compagni e dalle compagne del Liceo Guggenheim di Venezia, accorsi a Palermo in un caldissimo luglio, dopo gli esami di maturità. Il tronco è composto dai legni dell’imbarcazione Lisca Bianca e sono donati dal carcere Malaspina di Palermo, la chioma da mosaici antichi della laguna veneta giunti a Palermo in una scatola con il visto della Soprintendenza veneta. In alto viene trovato, dall’intuizione di un ragazzo, il motto “Qui si piantano querce” che da quel momento viene scolpito in ogni angolo della scuola, persino nella carta intestata. E poi murales di artisti palermitani, un enorme Don Chisciotte di Beppe Vesco, una storia della vita di Enzo Patti, pittore di Favignana, le cover della musica mondiale, pitturate dagli alunni e dalle alunne, che attraversano le scale e i lunghissimi corridoi della scuola.

Il motore educativo che ha permesso ai ragazzi e alla scuola di appropriarsi di un profondo senso di identità, di riscatto e di appartenenza

“Il progetto – precisa la dirigente scolastico prof.ssa Daniela Crimi – è stato un motore “educativo” fortissimo e ha consentito alla scuola, proveniente da un vissuto difficile per una transizione amministrativa dalla Provincia allo Stato, di appropriarsi di un profondo senso di identità, di riscatto e di appartenenza, ancora oggi volano di tante attività curriculari ed extra e di impegno civile al servizio della città”.

Dove c’è bellezza e decoro c’è il prendersi “cura”.

L’idea che sta alla base è che la “bellezza” non è soltanto e semplicemente un canone estetico ma è soprattutto il valore di decoro che deve permeare ogni edificio scolastico. E conclude il dirigente scolastico, un vero manager e una vera Donna dello Stato “Dove c’è bellezza e decoro c’è “la cura”. Avere cura delle cose, degli spazi comuni, degli edifici scolastici significa avere cura delle persone, prestare attenzione ai loro bisogni e interesse alla loro crescita armoniosa”. Negli spazi curati l’apprendimento avviene in modo più efficace, lo hanno dimostrato le neuroscienze, la cura delle cose accompagna e accresce la sensibilità di ogni persona nei confronti delle esigenze degli altri, per non parlare del “buon umore” che scaturisce nel vivere in ambienti e spazi curati, colorati e belli. Il valore è quello del “prendersi cura” delle cose e soprattutto delle persone.

Iseeyou il motto della dirigente scolastico Daniela Crimi

Sposiamo pienamente la filosofia che accompagna la DS Daniela Crimi, nella vita e nella guida della scuola. Iseeyou, potremmo affermare: cioè assicurati che il personale sappia che li vedi; che riconosci i loro sentimenti e quello che stanno passando, le loro difficoltà, i loro impegni, le loro paure, le loro scommesse, i loro successi. Conoscerli è fondamentale. E Daniela Crimi li conosce, tutti, personalmente, e non solo i docenti e il personale in genere, ma gli studenti. Spesso, quando apprezzi le posizioni degli altri, saranno più disposti ad ascoltare le tue. Ecco il successo del Ninni Cassarà di Palermo.

‘S.O.S. Scuola’ ideato e promosso dall’Associazione Alveare per il Sociale

Come si legge nel progetto dell’Associazione “Dall’incontro con gli studenti e i docenti di diversi Istituti è nato il progetto ‘S.O.S. Scuola’ ideato e promosso dall’Associazione Alveare per il Sociale, una costola de L’Alveare Cinema dedicata però esclusivamente a temi sociali e culturali. “S.O.S. Scuola” non è una semplice richiesta di aiuto, ma un invito a pensare e agire insieme, a scambiarsi competenze e a superare gli ostacoli di carattere economico che tendono a marginalizzare il diritto a vivere in un luogo accogliente. Per questo ‘Sos’ è l’acronimo di “Scambiamoci Orizzonti per Sognare”, e per la stessa ragione il progetto si pone come obiettivo quello di cooperare dal basso per rigenerare le scuole. Senza mai sostituirsi a quanti sono chiamati a mettere in sicurezza gli edifici scolastici e a tutelare l’istruzione tutta”. Alleghiamo il significativo progetto che risulta non solo illuminante ma attualissimo e, per di più, proponibile per altri contenitori culturali del nostro Paese. Scrive S.O.S. Scuola “Trasformare le scuole in laboratori permanenti di creatività, innovazione e integrazione. Cooperare dal basso e scambiarsi competenze per rigenerare le scuole e costruire un nuovo modello di welfare partecipato che parla ai giovani. “Scambiamoci Orizzonti per Sognare (S.O.S.) Scuola” è promosso dall’Associazione Alveare per il Sociale”. E il nostro augurio è che iniziative del genere e licei come il Ninni Cassarà di Palermo possano essere “ispirare” altre donne e altri uomini, altri dirigenti scolastici, altri alunni, altre comunità scolastiche.

Il progetto SOS SCUOLA

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