Docente vincolata: “280 chilometri al giorno per insegnare, ma i posti sotto casa ci sono. Ho due bambini piccoli, spendo tutto in benzina, pedaggi e babysitter”. La storia di Viola

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Viola Sardo ha 39 anni. E’ stata assunta in ruolo da concorso regionale per la primaria il 1 settembre 2022 a Rozzano in provincia di Milano, un comune che dista 140 kilometri da Guidizzolo: seimila abitanti, situato nell’Alto Mantovano, è qui che la maestra Viola, abita e dal quale parte per andare a lavorare.

L’attendono 140 kilometri solo in andata per raggiungere la sua classe terza, mentre lo scorso anno quando non era ancora di ruolo la maestra, un marito e due figli di 7 e 9 anni, insegnava non solo nella sua provincia ma anche a pochi kilometri da casa. Poi le cose sono cambiate per via dell’introduzione del vincolo alla mobilità a carico dei neoassunti con il decreto legge 36 di aprile 2022 che blocca per anni i neoassunti sulla sede di titolarità. Sono migliaia solo nella Lombardia, i vincolati, 50mila in tutta Italia. Un po’ tutti rivendicano il diritto alla mobilità verso la sede preferenziale all’interno della regione di appartenenza. Sostengono che i posti liberi ci sarebbero e che se l’obiettivo del vincolo è quello di garantire la continuità didattica, la continuità, per molte altre ragioni, in realtà non viene garantita. Sottolineano che le novità dovrebbero riguardare i nuovi assunti e non loro che il concorso lo hanno fatto prima del decreto.

Maestra Viola Sardo spieghi come sono andate le cose. Lei ha partecipato a un concorso indetto nel 2020 quando il vincolo era stato messo da parte. Poi che cos’è successo?

“E’ successo che hanno bandito il concorso ordinario regionale in Lombardia nel 2020 e poi le prove sono state pubblicate nel 2021. Le prove scritte sono state svolte nel 2022. In questa regione siamo seimila, la graduatoria degli idonei comprende 3.600 persone, vincitori sono stati 1509 sui posti messi a concorso. Poi le assunzioni in ruolo sono state allargate agli idonei. Hanno fatto scegliere la sede in ordine di preferenza e attraverso il computer. Io ho scelto come primo posto Mantova. Ho la 104 personale, ma la mia patologia non è stata considerata”.

Come mai?

“Perché la 104 la considerano solo nella seconda fase, una volta scelta la sede. Hanno fatto due tornate di assunzioni. A luglio e a settembre. Io sono stata assunta a luglio. Solo che le persone entrate a settembre si sono ritrovati con posti liberi a Mantova sebbene avessero dei punteggi inferiori. E così, pur avendo anche 50 posizioni sotto di me in graduatoria, io a luglio nono sono riuscita ad avere la mia sede preferenziale, perché il sistema aveva stabilito per me una sede nella provincia di Milano. Mentre nella seconda fase altre persone che non abitano neppure a Mantova si ritrovano a Mantova”.

Perché due fasi?

“Perché alcuni avranno rifiutato e anche perché si saranno liberati dei posti successivamente”.

Come l’ha presa?

“Lei pensi solo che la mia sede di servizio è a 140 kilometri dalla sede di residenza, dove vive la mia famiglia”

Duecentottanta kilometri andata e ritorno?

“Esatto. E trascorro 4 ore in auto. Ma devo pensare, oltre al viaggio, a chi mi tiene i bambini, alla baby sitter. Ho dovuto scegliere il part time verticale, che mi coinvolge per tre giorni ogni settimana e in uno di questi mi fermo a dormire perché finisco con la programmazione alle 18 e alle 8 di giovedì devo essere a scuola, che comunque mi è venuta incontro con l’orario e ne sono riconoscente. Non guadagno praticamente nulla. La benzina sappiamo tutti quanto costa quest’anno, non costa certo poco. E neppure il pedaggio autostradale: così, alla fine, quest’anno lavoro ampiamente in perdita”.

Ma che cos’è successo a un certo punto, in primavera, che ha rovinato i vostri piani?

“Si era detto inizialmente, sulla base del CCNI firmato il 27 maggio 2022, che il vincolo sarebbe stato operativo solo per un anno, per l’anno di prova. Poi ci si sarebbe potuti svincolare, rimanendo bloccati solo sulla sede di propria scelta. Sennonché è arrivato il Decreto legge 36 del 30 aprile 2022 che ha introdotto di nuovo il vincolo. Un vincolo che però doveva e deve valere per le nuove assunzioni e non per chi come me ha fatto il concorso prima del decreto”

Come mai si è arrivati a quel decreto secondo lei?

“Lo sblocco dei vincoli era stato deciso dal governo precedente che poi ha dovuto fare un passo indietro a seguito di una sentenza. Ma insisto: il DL 36 introduce vincoli per le nuove procedure concorsuali. Noi dunque non ci saremmo dovuti rientrare. Noi abbiamo sostenuto il concorso indetto dal bando del 2020. Poi in campagna elettorale avevano tutti promesso lo sblocco della mobilità. La parlamentare Bucalo di Fratelli D’Italia aveva scritto nel suo manifesto elettorale lo slogan “No ai vincoli per una maggiore tutela della famiglia”. Ma ora è come se non lo avesse mai detto. Peraltro tutti i siti scrivevano che dopo il primo anno di vincolo, previsto per l’anno di prova, ci sarebbe stato il diritto, per noi, alla mobilità. Poi, a ciel sereno, il duro colpo”.

Che cosa chiedete ora?

“Chiediamo lo sblocco del vincolo perché tra l’altro lo svincolo non c’entra nulla con la continuità che si pretende in questo modo di tutelare”

Spieghi meglio perché, almeno dal suo punto di vista.

“Perché gli insegnanti spesso vengono spostati senza problemi da un posto all’altro o da una classe all’altra e dunque questa esigenza non è sempre avvertita mente la nostra famiglia ha il diritto di averci accanto”.

Come pensate di muovervi?

“Stiamo continuando a protestare e a commentare sui social, ma abbiamo le mani legate”

Quante sono le persone coinvolte da questo problema in tutta Italia?

“I docenti vincolati sono 50.000 in tutta Italia. C’è gente che arriva da fuori regione. Questo perché il concorso era stato indetto in quasi tutte le regioni. Il bando stabiliva che non ci sarebbe stata una graduatoria di merito: cioè chi doveva entrare sarebbe entrato sui posti disponibili. E quindi chi proveniva da una regione con pochi posti ha partecipato al concorso spostandosi in altre regioni. Poi invece hanno fatto una graduatoria di merito, e a quel punto anche gli idonei sono rimasti idonei e cioè pronti a passare di ruolo. Per questo motivo molte persone non hanno fatto il concorso nella propria regione e sono andate in un’altra e invece se fossero rimaste nella propria… Una persona poteva insomma benissimo restare nella propria regione perché sarebbe rimasta idonea e invece è stata spinta ad andare lontano. Alla fine l’avete voluto voi, ci sentiamo spesso dire. Ma se in Lombardia ci sono 6000 posti e in Campania solo pochi, è chiaro che si parte. Ma se avessero saputo sarebbero rimaste sul posto. E questo è un altro motivo di rabbia che si aggiunge agli altri”

Mi racconti la sua giornata di pendolarismo

“Parto alle 8,15 da Guidizzolo per arrivare alle 10.30 a scuola a Rozzano, in autostrada. Il giovedì mattina entro alle 8 ed è per questo che il mercoledì rimango nella sede di servizio e vado a dormire in albergo, mentre nei primi mesi dell’anno scolastico, con le giornate più lunghe e il bel tempo, tornavo a casa alle 21 e ripartivo alle 6.15 della mattina seguente”.

Voi, con il vostro Comitato Nazionale Docenti Vincolati fate una giustificata rivendicazione. Ma i posti per la mobilità verso il paesello di residenza ci sono?

“Certo che ci sono. Pensi, siamo ormai quasi a dicembre e continuo a ricevere proposte di supplenza annuale nella mia provincia e spesso in sedi vicinissime alla mia residenza. Poi se non c’è nessuno disponibile, ci sono le Mad, le messe a disposizione, con colleghi che arrivano anche da altre regioni”.

Come ci si sente davanti a queste chiamate?

“Brucia. Siamo tutti perdenti. Io per tre giorni a settimana per i miei figli non esisto. Quando torno ho sempre cose della scuola da fare, è una vita dura e brutta, si è sempre stanchi. D’inverno c’è ghiaccio sulle strade. Ma ancora non è nevicato”.

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