“Orecchie d’asino” ai bambini, maestra assolta da accusa di abuso mezzi di correzione: “Il fatto non sussiste”

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Assolta dall’accusa di abuso di mezzi di correzione perché “il fatto non sussiste”, un’insegnante ha visto così concludersi il processo in cui era imputata.

L’accusa, nella precedente udienza di lunedì scorso, aveva chiesto la condanna a due mesi di reclusione, cioè il minimo previsto dal decreto penale di condanna inizialmente emesso dalla Procura nei confronti della donna: contro quel provvedimento la difesa  aveva presentato opposizione e così si era aperto il processo in tribunale a Pavia.

I fatti che venivano contestati alla maestra, docente in una scuola primaria del capoluogo di provincia, risalgono al 2020. Un’altra insegnante aveva segnalato alla dirigente scolastica che la maestra avrebbe fatto disegnare a un’alunna delle orecchie d’asino, poi fatte indossare a un altro studente. Ad altri avrebbe fatto indossare corone con scritte offensive, come “re degli asini”, rivolgendosi anche a loro usando degli epiteti irrispettosi.

L’insegnante, che oggi ha 62 anni, ha continuato a lavorare nello stesso istituto e quest’anno è andata in pensione. Nessuna famiglia degli alunni della classe si era costituita parte civile al processo.

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