Supplenze da GPS, il software non ha funzionato: Wired rivela gli errori alla base dell’algoritmo

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L’algoritmo che doveva servire al Ministero dell’Istruzione per assegnare le supplenze, come è noto, è andato in tilt.

I sindacati, più di una volta, hanno chiesto delucidazioni al Ministero. Anche Wired, testata online di informazione che si occupa di lifestyle e non solo, ha chiesto ai tecnici di Viale Trastevere informazioni in merito all’algoritmo che ha assegnato le supplenze. Lo ha fatto tramite una richiesta di accesso agli atti. Il Ministero ha risposto fornendo alcuni documenti, molto utili: l’analisi dei requisiti, relative al primo impianto della procedura di assegnazione delle supplenze e alle successive evoluzioni; i casi di test; i verbali di collaudo; la presentazione della procedura di nomina e i manuali per gli utenti.

A Orizzonte Scuola interviene l’autore dell’articolo, Luca Zorloni, coordinatore dell’area digitale del sito: “I documenti, nel complesso, sono abbastanza utili. Il codice sorgente, però, non è stato reso noto. Le cose, in teoria, potevano funzionare, ma all’atto pratico no. Non potendo accedere al codice, non si può dare una risposta definitiva, ma quello che emerge è che sia mancata una fase di testing un po’ più lunga che potesse fare emergere i problemi. Molti uffici scolastici, soprattutto quelli delle città più grandi, lamentano errori e ritardi nell’assegnazione delle supplenze”

A vincere il contratto per il software è stato un raggruppamento di imprese composto da Enterprise services Italia e da Leonardo (valore della gara oltre 5 milioni di euro). Il tandem ha battuto altre aziende blasonate come Accenture, Engieering e Almaviva.

Come funziona l’algoritmo

L’algoritmo, detto NRMP (National resident matcing program match) esamina i candidati e i loro curriculum e sulla base delle preferenze procede all’abbinamento nome-cattedra. Se c’è disponibilità, fa scattare l’assegnazione provvisoria, perché “l’aspirante potrebbe essere “scalzato”, nell’esecuzione della procedura dalla preferenza assegnata, se c’è un altro candidato con punteggio più alto che ha espresso la stessa preferenza”. Esaminato il candidato numero uno, si passa al secondo: se ha titoli inferiori, il primo resta al suo posto. Altrimenti lo sorpassa. E così fino all’esaurimento delle graduatorie. Altro esempio: “Se l’aspirante, per esempio, ha indicato, su un determinato comune, prima il tipo posto Ch (sostegno della vista) e poi il tipo posto Dh (sostegno dell’udito), la procedura automatica esamina prioritariamente tutte le scuole di quel comune che hanno posti su Ch e solo successivamente quelle con posti su Dh“.

Qualcosa, invece, è andato per il verso sbagliato. Il sistema è tarato, secondo quanto rivelano gli sviluppatori, per gestire 850mila supplenti. Nonostante questo numero ingente, per gli sviluppatori “non si ravvede la necessità di effettuare degli stress test”. In base a quanto risulta a Wired, dopo il collaudo, il 19 luglio si dà il via libera. I sindacati, però, avevano chiesto di fare una messa a regime più lenta, con altri test, ma non sono stati ascoltati a sufficienza.

Né Enterprise services Italia, né Leonardo, hanno risposto alle domande poste dalla redazione di Wired. Nemmeno il Ministero dell’Istruzione ha risposto alle domande poste dalla redazione. Sarebbe stato utile, infatti, spiegare perché il sistema non ha retto.

Anief conferma tutti i limiti dell’algoritmo e le lamentele del personale interessato. Più di due mesi fa, anche il giovane sindacato rappresentativo si è rivolto all’amministrazione scolastica centrale  chiedendo al ministero dell’Istruzioni informazioni dettagliate sul codice sorgente: il sindacato ha presentato richiesta di accesso agli atti e sul “modo in cui è stato gestito dagli Uffici Scolastici”. E le storture evidenziate dalla testata giornalistica sono analoghe a quelle comunicate all’Anief e che hanno portato a ritrovarci con docenti a cui sono stati assegnati punteggi con due zeri ma poi rimasti senza incarico. Con l’aggravante che i docenti costretti a non accettare cattedre troppo lontane dalla propria residenza non hanno nemmeno avuto la possibilità di presentare la loro candidatura alle scuole tramite MAD”.

“Siamo all’assurdo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché ci ritroviamo con tantissimi posti liberi ma non rispettiamo le direttive dell’Unione contro l’abuso di contratti a termine, dimenticandoci che esistono precise disposizioni che impongono la stabilizzazione dei supplenti che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio svolto. È questo anche uno dei motivi per cui ci ritroviamo con la classe docente più vecchia al mondo, questo sempre a causa della precarietà. L’età media degli immessi in ruolo è oramai attorno ai 45 anni. Con ben oltre la metà del corpo docente che ha oltre i 50 anni. Dove vogliamo arrivare con questa politica? Alla luce di quanto accaduto, sarebbe cosa buona per la scuola – conclude Pacifico – che dalla Commissione Bilancio di Montecitorio sulla Manovra 2023 arrivi l’assenso alla nostra proposta di modifica del sistema di gestione delle supplenze e delle stabilizzazioni che ormai fa acqua da tutte le parti e va invece urgentemente semplificato”.

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