L’insostenibile stress dell’insegnante: compiti, interrogazioni e burocrazia a tutte le ore

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“Roba da correggere, voti da caricare, programmi da completare, relazioni finali, Pei, Pai, Ptof, studenti che vogliono fare lezioni fino all’ultimo, interrogazioni di recupero. Alla fine sono 10 ore al giorno al pc, molte di più del richiesto. Non esistono vacanze o fine settimana, nulla di tutto ciò, non si stacca mai”.

Lo sfogo di un docente-lettore diventa spunto per una riflessione: il diritto alla disconnessione è questione aperta e ancora non definita.  Non passa giorno che sui social o nelle mail di redazione non si sottolinei come il lavoro dell’insegnante oggi sia diventato molto stressante anche e soprattutto a causa dell’eccesso di burocrazia e degli adempimenti da svolgere continuamente.

La conferma che si tratta di un problema sempre più pressante arriva da un recente sondaggio di Orizzonte Scuola Su un totale di oltre 1800 risposte, il 10% degli utenti ha risposto che la sburocratizzazione della scuola deve essere una delle azioni principali da perseguire: adempimenti a non finire, non solo nelle segreterie ma anche per gli insegnanti, che ormai sono saturi di attività non legate direttamente alla didattica.

Stress nuoce alla salute

Lo stress possa nuocere alla salute dei docenti; il burnout è una sindrome che sconvolge la persona a livello sia personale sia lavorativo portando conseguenze anche per gli utenti che usufruiscono del servizio.

Come segnala il medico Vittorio Lodolo D’Oria, tanti sono i sintomi di un insegnante sull’orlo di una crisi di nervi: stanchezza cronica, insonnia, inappetenza (a volte può persino sfociare in bulimia), demotivazione professionale, frustrazione, consumo eccessivo di tabacco, caffè e alcoolici. In casi molto gravi si può arrivare a prendere farmaci senza la prescrizione medica, avere una mimica depressa e dimostrare eccessivo cinismo.

Le conseguenze, naturalmente, si riflettono sull’attività didattica, perché non si ha più il controllo della classe. Diversamente la patologia rischia di peggiorare.

Attività di insegnamento e attività funzionali all’insegnamento

Quali sono le attività dei docenti? Le attività di insegnamento sono quelle che i docenti trascorrono in classe tra spiegazioni, interrogazioni, gestione degli studenti etc. Le attività funzionali all’insegnamento, invece, sono di due tipologie:

Attività individuali funzionali all’insegnamento:

  • preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;
  • correzione degli elaborati;
  • rapporti e collaborazione con le famiglie.

Attività collegiali funzionali all’insegnamento

Nell’immaginario collettivo dell’insegnante corrispondono ai famosi adempimenti burocratici. 

  • fino a n. 40 ore annue per la partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti/Dipartimenti, compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno/preparazione di lezioni ed esercitazioni, correzione elaborati e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative; in queste 40 ore rientrano anche le ore da destinare alle commissioni che lavorano per la elaborazione e realizzazione del PTOF
  • fino a n.40 ore annue per la partecipazione ai consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Per la partecipazione a tali attività, il Contratto  puntualizza che gli obblighi relativi a queste attività sono programmati secondo criteri stabiliti dal collegio dei docenti; nell’ambito della programmazione occorrerà tener in considerazione gli impegni di servizio degli insegnanti con un numero di classi superiore a sei in modo da prevedere un impegno fino a 40 ore annue;
  • svolgimento scrutini ed esami compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione (al di fuori delle predette 40 ore)

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