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Il valore educativo, l’approccio interattivo delle stazioni audio e video di Vincent van Gogh: un progetto didattico a palazzo Bonaparte di Roma e alcuni allegati operativi

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L’approccio interattivo di Vincent van Gogh sta attraendo, a Roma, a palazzo Bonaparte, famiglie, docenti, singoli alunni e principalmente scuole. Un target inusuale che testimonia la ricchezza e la completezza dell’allestimento proposto a Roma, presso la galleria di Palazzo Bonaparte. In occasione, infatti, dei 170 anni dalla sua nascita, dall’8 ottobre 2022 Palazzo Bonaparte ospita la grande e più attesa mostra dell’anno dedicata al genio d Van Gogh. Attraverso le sue opere più celebri – tra le quali il suo famosissimo Autoritratto(1887) – è raccontata la storia dell’artista più conosciuto.

L’audioguida e la storia del celeberrimo artista

L’audioguida racconta la storia di Vincent su più livelli e le numerose stazioni interattive proiettano alunni e docenti direttamente al tempo del grande maestro del colore, senza tentennamenti, senza sbavature e, principalmente, fuori dai canoni tradizionali dell’allestimento di una personale talmente prestigiosa che ogni altra cosa nella capitale, pare irrilevante. Il dialogo si basa sulla collezione unica di opere di Vincent Van Gogh. L’audioguida si combina con stazioni interattive e una caccia al tesoro per bambini, per adolescenti, per ragazzi e per adulti per creare un’esperienza di apprendimento pratico e digitale divertente. Principalmente capace di andare oltre quel tradizionale approccio, talvolta troppo riduttivo, che non emoziona e, principalmente, che non coinvolge e non trasporta.

Il Kröller-Müller Museum e palazzo Bonaparte

Scrive, sul catalogo della mostra Lisette Pelsers, direttrice del Kröller-Müller Museum che “il Kröller-Müller Museum è stato per Helene Kröller-Müller l’opera di tutta una vita. Tra il 1907 e il 1939 acquistò insieme al marito Anton Kröller quasi 11.500 opere d’arte, creando così una delle più grandi collezioni private del Novecento. Helene sognava una “casa museo”, cioè un luogo in cui poter condividere con gli altri il suo amore per l’arte, e il suo sogno divenne realtà nel 1938,quando il Museo Kröller-Müller aprì i battenti. In seguito, i successori lo hanno ampliato in diverse occasioni aggiungendo nuovi edifici e un grande giardino di sculture. La collezione è diventata una delle più prestigiose nell’ambito dell’arte moderna”.

La mostra allestita a Palazzo Bonaparte a Roma

La mostra allestita a Palazzo Bonaparte a Roma – scrive Lisette Pelsers, direttrice del Kröller-Müller Museum – presenta quaranta opere di Vincent van Gogh, tra dipinti e disegni. Fra queste vi sono numerosi lavori su carta che raramente si ha l’occasione di vedere aldi fuori del nostro museo. I capolavori di Van Gogh sono affiancati da altri sei pezzi forti della nostra collezione, risalenti a epoche diverse: capolavori di Lucas Cranach il Vecchio, Henri Fantin-Latour, Pierre-Auguste Renoir, Floris Verster, Paul Gauguin e Pablo Picasso. Mi auguro che queste meraviglie possano essere d’ispirazione sia per il pubblico italiano sia per coloro che giungono in visita a Roma da altri paesi.

La scienza, la tecnologia e l’arte

Meet Vincent si concentra sul rapporto tra la scienza e le opere d’arte di Van Gogh per istruire i visitatori su:

  • In che modo le opere e/o la pratica artistica di Van Gogh si relazionano a principi scientifici o naturali generali.
  • L’uso della scienza e delle tecniche scientifiche per indagare le opere d’arte di Van Gogh.

Le stazioni interattive sfidano sia i bambini che gli adulti a considerare:

  • Come usiamo colori contrastanti e complementari.
  • La profondità della ricerca intrapresa da Van Gogh per saperne di più sui materiali, le tecniche e gli strumenti di Van Gogh.
  • Principi matematici e disegno prospettico.

Le tecniche innovative e lo storytelling, come tra l’altro aveva abbondamene sottolineato anche l’altra importante realtà espositiva sull’autore il “Vincent Van Gogh Museum” di Amsterdam, visitato qualche anno fa (che mette a disposizione dei bambini e de ragazzi esperienze uniche alcune dei quali alleghiamo all’articolo), attraggono:

  • Famiglie in cerca di esperienze culturali adatte a genitori e figli;
  • Nomadi digitali alla ricerca di modi innovativi di interagire con l’arte;
  • Turisti in entrata interessati a escursioni culturali e al dettaglio;
  • Novizi ed esperti d’arte;
  • Gruppi scolastici che studiano arte, storia dell’arte o scienze.

L’approccio interattivo dell’Esperienza

L’approccio interattivo dell’Esperienza attrae famiglie e scuole come gruppi target primari, cosa mai verificatasi prima nella nostra fantastica capitale. Un viaggio compiuto con due amici di eccezione: Luca Meta e Tommaso Viola per vivere l’esperienza da brivido che Van Gogh riesce a trasmettere in chi si approccia alla sua vita, al suo colore, alle sue poliedriche emozioni, alle sue paure, alla sua solitudine e alla morte. Si anche alla morte con l’ultima stazione che apre il mondo dell’incredibile e ti sconvolge l’animo. “Continuo a fare quello che non so ancora fare per imparare a poterlo fare.” Scrive Vincent van Gogh al suo amico Anthon van Rappard, nell’agosto del 1885.

L’eredità di Van Gogh

La nostra missione, attraverso il viaggio di OrizzonteScuola.it alla mostra di Roma è condividere la storia di Vincent ed educare persone di tutte le età sulla vita e le opere di questo artista iconico.

Per gli alunni: il Diorama della famiglia Roulin

Crea un diorama da colorare della famiglia Roulin, con l’intera famiglia.

La famiglia Roulin

Ad Arles, Vincent divenne amico intimo di un postino di nome Joseph. Dipinse diversi ritratti di lui, così come di sua moglie Augustine e dei figli, Armand, Camille e Marcelle. Tutti e cinque i membri della famiglia sono sulla pagina da colorare. Colorali, ritagliali e crea il tuo diorama!

Di cosa hai bisogno?

  • Disegno di Famiglia Roulin da colorare
  • Una scatola di scarpe
  • Pittura e pennelli
  • Carta velina o un altro tipo di carta traslucida
  • Carta da disegno
  • Carta colorata e/o vecchie riviste
  • Matite colorate e/o pennarelli
  • Un paio di forbici
  • Colla

Come si realizza il diorama?

Tagliare con cura un grande foro nel coperchio di una scatola da scarpe e incollare un pezzo di carta velina (o un altro tipo di carta traslucida) sul foro all’interno del coperchio. Ciò consentirà alla luce di entrare nel diorama. Taglia un piccolo foro rotondo in un’estremità della scatola da scarpe, questo ti permetterà di guardare nel diorama. Dipingi l’esterno della scatola da scarpe con il tuo colore preferito o decoralo con carta colorata / immagini di vecchie riviste. Disegna o dipingi uno sfondo per l’interno del diorama. Puoi anche usare immagini ritagliate da vecchie riviste. Non dimenticare di decorare anche il fondo della scatola!
Dopo aver colorato le figure sulla pagina da colorare, ritagliatele con cura. Ripiega i bordi inferiori e incolla le figure nel diorama. Divertiti a creare il tuo diorama!

La mostra di Roma

La mostra di Roma è stata realizzata con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma –Assessorato alla Culturae dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti. La mostra vede come main sponsor Acea, sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atace Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision ed è consigliata da Sky Arte. Il catalogo è edito da Skiracon saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti.

Come è stato possibile realizzare la mostra

Il generoso prestito da parte del Kröller-Müller Museum di Otterlo consente di proporre un’importante selezione di opere che documenta l’intero percorso artistico di Van Gogh. A introdurre il visitatore nel viaggio emozionale e intimo tra i capolavori dell’artista, dipinti significativi di altri pittori testimoniano la ricchezza di una collezione costruita con amore da Helene Kröller-Müller che ha dedicato gran parte della sua vita alla realizzazione del Museo. La Kröller-Müller, infatti, tra il 1907 e il 1938 mise insieme una raccolta senza eguali in Europa, che comprendeva dipinti di Picasso, Gris, Mondrian, Signac, Seurat, Redon, Cranach, Gauguin, Renoir, Latour e, naturalmente, Van Gogh. Fu colei che, prima di ogni altro, seppe apprezzare l’opera del pittore olandese, a cui si sentì legata riconoscendo nella sua arte la sua stessa spiritualità personale e non dogmatica. Helene Kröller-Müller espose i quadri di Van Gogh in Europa e negli Stati Uniti incrementando, così, non solo la fama dell’artista ma anche quella della propria collezione, gettando le basi per convincere lo stato olandese a partecipare alla costruzione del museo. Lavori che iniziarono nel 1937 e che videro, un anno dopo, l’apertura al pubblico del Museo con Helene nel ruolo di direttrice. In questa sezione di apertura sono esposti alcuni capolavori della collezione, tra cui Portrait of a youngwoman (The Madrilenian) di Picasso,I n the café di August Renoire Atiti di Paul Gauguin. Da qui si entra nel vivo dell’esposizione, che segue un ordine cronologico e fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove Van Gogh visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove ebbe fine la sua tormentata vita.

Prima sezione –Helene Kröller-Müller

Helene Kröller-Müller affida all’arte il compito di traghettare la società verso il futuro, espandendo il mondo delle opere oltre il concetto del bello. Se l’arte ha il compito di condurci verso il domani, l’artista diventa il mediatore fra i due mondi, dando voce a sentimenti non ancora registrati e offrendo al mondo la sua visione del futuro attraverso l’esperienza estetica. Van Gogh, più di ogni altro, riesce a portare Helene oltre la sicurezza del presente, l’epica racchiusa nell’umanità sofferente che ritrae, valica i confini del tempo. Il realismo disperato che emerge dalle tele dell’artista conforta Helene, che riconosce nel pittore olandese lo stesso tormento che la pervade, ma quel tormento Vincent non lo nasconde anzi, lo accentua, lo esaspera, espone la sua sofferenza. Helene comprende il senso di modernità rivoluzionario nella violenta trascrizione della realtà contenuta nelle opere di Vincent. La ricerca di assoluto di Van Gogh la disorienta e affascina, percepisce nei dipinti la stessa inquietudine che sente nella sua anima, che trova consolazione e pace grazie al valore terapeutico della pittura, la porta verso un universo altro. Helene desidera ardentemente appagare l’intima e profonda esigenza di lasciare un segno del proprio passaggio sulla terra e comprende il valore del contributo che può dare, favorendo il cambiamento attraverso la creazione di una grande collezione di opere d’arte moderna. È il 1908 quando acquista il primo dipinto di Van Gogh, poi altri tre nei mesi seguenti e poi altri e altri ancora fino a costituire la collezione di opere del pittore olandese più importante al mondo, seconda soloal Van Gogh Museum di Amsterdam.

Seconda sezione –Il periodo olandese

L’attività artistica di Van Gogh si svolge nel breve scorrere di anni dal 1881 al 1890. Dominata inizialmente da un disegno animato da tratti di colore, presto si arricchisce nell’uso dell’olio adoperato intoni scuri capaci di creare un clima sorprendentemente ricco al di là di ogni significato letterale. Un realismo spiritualizzato. Dominante è l’amore per la terra e per l’attività di esseri umani impegnati in un duro lavoro sempre illuminato da un atteggiamento spirituale e da una religiosità, che rende sacra l’umiltà di una fatica quotidiana. Vincent guarda con interesse le opere dei barbisonniers francesi, in particolare si ispira a Jean François Millet e a Charles François Dubigny. Ciò che stupisce e conquista è il realismo non privo di crudezza, illuminato dall’amore per i poveri protagonisti di un mondo: contadini, tessitori, boscaioli, donne impiegate faticosamente nel lavoro dei campi e in attività domestiche. Si respira un clima intatto, non corroso da alcun tipo di evoluzione sociale o mondana, legato a un senso del dovere che ha la forza di rendere la fatica epica, nobile, necessaria. Van Gogh si sente parte di un mondo che vive in capanne di terra, che prega devotamente con la consapevolezza di vivere la totalità di un’esperienza sempre degna di essere vissuta. Lo seguiamo spostarsi da Etten, a L’Aia, al Drenthe, a Nuenen sempre alla ricerca di testimonianze vive di un mondo che ha per lui un valore assoluto incarnato nelle sue figure.

Terza sezione –Parigi

Alla fine di febbraio 1886 Van Gogh decide di trasferirsi a Parigi avvertendo la necessità di confrontarsi con un mondo di cui gli giungono, seppur indirettamente, significative notizie. Si trova di fronte all’ottava ed ultima mostra impressionista dominata dalle giovani figure di Seurat, Signac e Gauguin. Penetra intensamente nel nuovo dibattito che vede l’esperienza impressionista mutarsi in un linguaggio dai presupposti scientifici, basato sull’accostamento dei colori puri e su un disegno sintetico. Un nuovo modo di intendere la natura denota un’adesione a un linguaggio impressionista e liberamente neo-impressionista, la tavolozza accoglie la luminosità del colore. Conquistato, il pittore individua una moltitudine di possibilità espressive, dato rilevabile anche nelle belle nature morte dominate da ricchi accostamenti cromatici, specie se l’artista dipinge fiori che dispiegano un raro sfarzo. Nel breve soggiorno parigino, Vincent assorbe il clima artistico vitale della città, si lega ad artisti come Émile Bernard, Toulouse-Lautrec e Loius Anquetin. Definisce sé stesso e gli amici come gli artisti del Petit Boulevard, mentre riserva ai grandi protagonisti dell’Impressionismo come Monet, Degas, Renoir, Sisley e Pissarro l’appellativo di artisti del Grand Boulevard. Conosce Gauguin appena tornato dalla Martinica, che per lui incarna un’ideale immagine di vagabondo, di viaggiatore intorno al mondo, alieno da ogni precisa destinazione.

Quarta sezione –Arles (febbraio 1888 – maggio 1889)

In una lettera del 18 agosto 1888 scrive al fratello Theo: “Quanto ho appreso a Parigi svanisce, e io sto tornando alle idee che mi erano venute in campagna, prima di conoscere gli Impressionisti. […] Infatti, invece di cercare di riprodurre fedelmente ciò che ho davanti agli occhi, mi servo del colore in maniera più arbitraria, per esprimermi con maggiore forza”. I colori, nella luce accecante del sud, assumono un’altra dimensione. La lezione di Parigi non è più determinante. Vincent riprende a sognare sinfonie di colori associabili a toni musicali. Ogni spazialità disegnata è eliminata, le forme si collocano in un morbido assemblarsi e fluire senza rigore, con grande dolcezza. Lo spazio è creato dal colore. Si avverte il senso di una nuova libertà. Fin dall’arrivo il pittore sfrutta le suggestioni di quella terra, cerca di rinnovarsi e riversare nei suoi dipinti un clima vitale di giovinezza. Paragona il suo soggiorno in Provenza a quello di Delacroix in nord Africa, anch’egli all’inseguimento della luce e del colore. Ricorda come Monet e Signac abbiano visitato le regioni del Mediterraneo e Cézanne abbia stabilito la sua residenza definitiva ad Aix-en-Provence. La geografia delle associazioni si estende fino al Giappone, luogo immerso nell’età dell’oro e dell’innocenza. Descrivendo la campagna vuole esprimere sensazioni allegre, gioiose. Viva è la speranza di realizzare dipinti sempre luminosi. Van Gogh discende nell’abisso ma è capace di risalire in modo subitaneo e veemente. Lo studio del colore è sempre associato a una sua interiorizzazione, a una trasformazione del dato tecnico in altri significati. Ciò allontana il pittore sempre più dall’Impressionismo, legato al prevalere dell’esperienza ottica, mentre permane la passione per Delacroix, Millet e Corot. Attraverso il colore amplifica i significati della realtà, anche nella rappresentazione della figura umana.

Quinta sezione –Saint-Rémy-de-Provence e Auvers-sur-Oise (maggio 1889 – luglio 1890)

A Saint-Rémy l’artista vuole ritornare a un uso del colore più semplice, paragona l’astenersi dal bere alla rinuncia alla generosità cromatica, mirando ad una maggiore lucidità. La sua fiducia nel potere terapeutico dei colori moderati si dimostra ingiustificata. Il suo primo attacco di follia nel manicomio di Saint-Paul-de-Mausole lo colpisce a metà di luglio, mentre dipinge nei campi in una giornata di vento. Dopo il primo mese nel quale non gli è concesso di uscire dai confini dell’ospedale, finalmente si avventura oltre le mura, torna nei campi. Nei giorni sereni, quando le tempeste della mente si placano, è persino perfettamente in grado di formulare un’autoanalisi. È circondato dalle sue opere, eseguite proprio prima degli attacchi o durante il periodo in cui si ristabilisce. Crede che questi lavori riflettano gli alti e bassi del suo stato e soprattutto che possano essere proprio le sue creazioni artistiche a scatenare la follia. Si chiede se il mutamento del suo linguaggio sia in qualche modo legato all’instabilità delle sue condizioni mentali. Le insidie che precedono la caduta si ritrovano in una natura incapace ormai di concedere dolcezza. Lavorare dal vero non è il suo unico impegno. Dal 23 ottobre 1889, quando riceve dal fratello una nuova serie di riproduzioni da Millet, affianca alla pittura en plein air l’esercizio di copia da lui ritenuto fondamentale come esperienza artistica oltre che attività piacevole e consolatoria. Negli ultimi tre mesi trascorsi a Auvers-sur-Oise si dedica a un gran numero di opere: ritrae persone vicine ma anche modelli occasionali, dipinge paesaggi e nature morte. Quanto al ritratto, afferma di volerlo esplorare in chiave moderna.

Progetto didattico

Il progetto didattico della pregevole mostra è curato dalla celebre Eleonora Luongo la quale fornisce, e si sintetizza, un eccellente progetto.

Finalità e obiettivi del percorso di visita scolastico

Obiettivo della visita sarà fornire agli alunni gli strumenti per leggere, comprendere e riconoscere il modus operandi dell’artista presentato, anche alla luce del panorama a lui contemporaneo. Potenziandola capacità di osservare e formulare ipotesi interpretative, gli alunni saranno avvicinati alle opere al fine di riconoscerne gli elementi essenziali della tecnica, dello stile e del sentire dell’artista, per comprenderne il messaggio e la funzione. Linguaggio, metodologia di lavoro e contenuti saranno adeguati in base all’età dei destinatari.

Visita guidata scuola infanzia e primaria (durata: circa 75 minuti)

Vincent Van Gogh è un pittore amatissimo da grandi e piccoli! Un pittore speciale che fu capace di dipingere in un modo tutto suo! Quando si sentiva prigioniero delle sue preoccupazioni, dipingere era infatti l’unica cosa che lo faceva stare bene. Osservando le sue opere scopriremo i sogni, le speranze e le passioni di un artista che amava incredibilmente la natura, si dedicava a lunghe passeggiate per dipingere campi, alberi e fiori, ritraeva i suoi amici più cari e poi, per farsi conoscere un po’ di più, dipingeva anche se stesso! Al termine del percorso è fornito un dossier con approfondimenti e attività post mostra.

Visita guidata scuola secondaria di primo e secondo grado (durata: circa 75 minuti)

Un genio incompreso e tormentato le cui opere non assomigliano a quelle di nessun altro e che non è possibile inserire in una “categoria”, nonostante abbia vissuto nell’epoca di grandi movimenti artistici. Attraverso la lettura guidata delle opere presenti in mostra, si comprenderà l’unicità di un artista che in circa dieci anni di carriera non conobbe alcun successo, di pubblico o di critica. Un racconto accompagnato dalle parole che Van Gogh stesso indirizzò a familiari e amici e da disegni, acquerelli e dipinti che descrivono delusioni e tormenti, sogni e speranze di un artista il cui nome era destinato a durare nel tempo. Al termine del percorso è fornito un dossier con approfondimenti e bibliografia di riferimento

la spiaggia

Museum Colouring Puzzle Bedroom

girasoli

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Ritratto

Stanza

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