Marti (Lega): “Educazione digitale fondamentale. Trovare nuovi strumenti per responsabilizzare gli adolescenti”

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“Il Quinto Rapporto Auditel Censis conferma, da un lato, la rapida evoluzione dello scenario con un uso sempre maggiore del digitale, tanto da rendere la rete uno strumento indispensabile per la crescita culturale, il libero confronto e la condivisione della conoscenza, e al tempo stesso vulnerabile; dall’altro, ci dice che in Italia circa 3.000 nuclei familiari non hanno ancora nessun device e, soprattutto, quasi 2 milioni di famiglie possiedono solo la TV tradizionale e non hanno neppure lo smartphone. Necessario quindi procedere con politiche mirate su due punti: accesso sempre più diffuso alla rete ed educazione ad un utilizzo corretto”.

E’ quanto si legge in una nota del senatore Roberto Marti, presidente della VII Commissione Permanente (Cultura, Istruzione Pubblica, Patrimonio Culturale).

“Il PNRR – prosegue –ha destinato 6,7 miliardi di euro per connettere tutta l’Italia entro il 2026 con reti ad altissima velocità, fisse e mobili, e sostenere, attraverso l’introduzione di misure di sostegno economico, la domanda di connettività delle fasce deboli di popolazione. I prossimi cinque anni saranno decisivi per combattere il rischio di lasciare milioni di italiani nella marginalità e nell’esclusione dalla modernità”.

Sul secondo punto, già con la reintroduzione dell’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole, abbiamo fortemente voluto orientare i ragazzi verso la “Cittadinanza digitale”, intesa come la capacità di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali, ma siamo consapevoli che è necessario uno sforzo ulteriore“, continua Marti.

In pieno accordo con il Ministro dell’Istruzione, l’azione del Parlamento, a partire dalla commissione che presiedo, dovrà impegnarsi ad elaborare nuovi strumenti formativi e di sensibilizzazione per responsabilizzare maggiormente gli adolescenti in merito alle conseguenze derivanti da fenomeni critici generati dall’uso inconsapevole della rete, come ad esempio il cyberbullismo”, conclude.

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