Scuole controllate dalle Regioni, sì o no? Zaia, “vincoli pluriennali per stabilizzare organici. Non toglieremo l’insegnamento della lingua italiana”

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Spesa storica o costo standard? Non si tratta di puro esercizio stilistico, ma di una vera e propria scelta sostanziale che potrebbe decidere le sorti della scuola italiana ed in particolare quella del Sud. A spingere più sull’acceleratore dell’autonomia differenziata il Veneto, con Zaia che però promette che il Veneto non soppianterà la lingua Italiana negli insegnamenti di quella che si prefigura una scuola quasi completamente controllata dalle Regioni.

Emiliano, catastrofe

Per Emiliano, Governatore della Puglia, la scuola non può essere regionale. Per lui “sarebbe una catastrofe”. Il confronto con il Governatore del Veneto a Porta a porta.

Sulla questione delle risorse finanziarie, il Governatore della Puglia dice “basta con la spesa storica”, bisogna stabilire quanto “spetta a ciascun cittadino italiano su qualunque territorio regionale” e se bisogna dare più autonomia “non trasferiamo quanto attualmente si spende, che è iniquo verso il Sud, dobbiamo spendere in base al costo standard”. Emiliano ha citato un esempio: “oggi – ha rimarcato – la spesa storica della Puglia in Sanità, che ha gli stessi abitanti dell’Emilia, è di 280 milioni l’anno in meno rispetto ai cittadini emiliani. Questo non è giusto”.

Zaia, manterremo lingua italiana

“Pensiamo che sia fondamentale garantire stabilità al corpo docente rispetto agli allievi. Il turnover elevato dei docenti, pescando in un bacino dove non ci sono regole a livello nazionale, fa sì che molto spesso il tema del precariato si ripercuota sulla formazione”. Così, invece, il Governatore del veneto, intervenuto a Porta a Porta a proposito dell’Autonomia differenziata in materia di scuola.

Secondo Zaia “si riuscirebbe, come ad esempio in Trentino Alto Adige, dove si stabilisce che tu un minimo di anni debba stare lì a insegnare, e che non diventi un ‘giro di palo’ comprensibile, ma che va a penalizzare i ragazzi”. Zaia ha precisato che “l’impianto didattico resta lo stesso, non andremmo a insegnare il veneto e a togliere l’italiano. Anzi, faremmo in modo che si impari l’inglese molto bene, cosa che magari oggi a scuola non si fa”.

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