Ricorsi, quasi 150mila euro recuperati in cinque giorni: i risarcimenti dei legali Anief assumono proporzioni sempre maggiori, 27.567 euro a un solo docente

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I docenti e Ata che hanno presentato ricorso con Anief hanno buoni motivi per festeggiare: nei giorni precedenti al Natale, dal 19 dicembre al 23 dicembre, i tribunali italiani hanno dato ragione ai legali del giovane sindacato e condannato l’amministrazione scolastica a 146.900 euro complessive di risarcimento.

I motivi sono diversi: si va dagli scatti di anzianità per le supplenze svolte ai mancati pagamenti dei mesi estivi nella ricostruzione di carriera; dal non riconoscimento del salario accessorio (RPD/CIA) a chi stipula un contratto di tipo “breve e saltuario”; dall’assegnazione della carta del docente anche ai precari alla monetizzazione delle ferie dei dai precari non godute.

In due casi, la somma di risarcimento al dipendente è stata molto importante: ben 24.780 euro (a Torino) e addirittura 27.567 euro (a Cuneo), pari a circa un anno di stipendio. Sicuramente interessanti sono stati anche i risarcimenti danni di 9.275 euro per mancati scatti di anzianità e ferie (a Biella) quasi 6 mila euro per ricostruzione di carriera (anche in questo caso dal tribunale di Biella) e di 6.100 euro per mancato riconoscimento degli scatti e delle ferie (dal tribunale di Novara). Cospicuo il recupero, pari a 5.527 euro, che hanno coperto risarcimento danni, Retribuzione professionale docente e ferie non pagate.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief “questi 150 mila euro di risarcimenti in una settimana lavorativa sono la conferma della correttezza e dell’utilità del nostro operare, sempre orientato a fare prevalere la giustizia, il rispetto della Costituzione e di quello che l’Unione europea chiede ai suoi Paesi membri. Siamo dunque senz’altro felici per questo andamento, anche se coscienti che troppo spesso la tutela del personale passa per i tribunali della Repubblica e non per le decisioni del Governo o del Parlamento. Per chi, come noi, crede nel rispetto dei diritti, ad oggi non rimane altro che produrre ricorso attraverso i validi legali del nostro sindacato autonomo”.

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