Matteo, studente genio che ha lasciato la scuola: “In classe sei schiacciato dall’uniformità, la didattica dovrebbe essere personalizzata”

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Matteo Fabbri, 24 anni, è uno studente, dottorando con due lauree e un master. Fin qui nulla di strano. La particolarità risiede nel fatto che Matteo ha lasciato il liceo classico al terzo anno superando la maturità da candidato esterno, studiando da autodidatta.

A La Repubblica racconta la sua storia: “In classe sei schiacciato dall’uniformità, ma gli studenti non sono tutti uguali, c’è chi fa fatica e chi come me vuole accelerare. La didattica dovrebbe essere personalizzata. Non venivo valorizzato per le mie capacità, avevo bisogno semmai di programmi accelerati, mi hanno ignorato. Non mi lasciavano più nemmeno parlare, una sofferenza per me, mi chiedevo: allora perché studio? E quando smarrisci il senso perdi ogni motivazione”

E ancora: “Mi ha pesato la solitudine, lavoravo come collaboratore di un giornale locale e frequentavo un gruppo sportivo. Alla Maturità mi sono presentato da candidato esterno, mi sono diplomato con 95, un risultato definito da un commissario di latino e greco “più unico che raro” per un autodidatta”.

Sulla nuova dicitura del Ministero dell’Istruzione che adesso ingloba anche il Merito: “Non mi interessa il nome in sé che può anche essere frutto di una ideologia, vorrei vedere cosa produce sul campo. L’Italia, per esempio, non ha mai recepito la direttiva europea sulla plusdotazione”.

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