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Spettacolo teatro-forum sulla Legalità; Matteo Messina Denaro “L’invisibile”. Un’UdA contro le mafie

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Ottima idea, e neppure programmata appositamente, quella finalizzata a portare in scena uno spettacolo teatro-forum sul tema della Legalità per le Scuole dal titolo, provocatorio, «Matteo Messina Denaro “L’invisibile”» con la regia di Francesco. “Ideato per spiegare la terribile piaga della criminalità organizzata di Cosa Nostra a coloro i quali, qualsiasi sia la loro età, non hanno nozioni della recente storia italiana, e non hanno seguito le vicende storico-politiche che, nel grigio, hanno orientato il sentimento di un’intera nazione. Loschi figuri che, si spera, non metteranno più mano alla cosa pubblica, alla società, alla comunità, alla Repubblica in cui, per fortuna-purtroppo, siamo nati e cresciuti” come scrive Antonio Salvatore Colomba della Sound Power Service Partnership che sta portando in giro, per l’Italia.

“L’invisibile” di Giacomo Di Girolamo

Scrive il giornalista Giacomo Di Girolamo con eccezionale lucidità e fluidità di linguaggio in “L’invisibile” edito per i tipi della prestigiosa casa editrice “Il Saggiatore”: “Se sei ancora vivo, hai superato da un pezzo i cinquant’anni. La prima volta che ho scritto di te ne avevo poco più di venti. Siamo ancora qui. Avanti di anni ma sempre sul posto. Tesi come un elastico, ma senza avanzare di un millimetro. Io, tu, il racconto delle cose. La mafia, l’antimafia. Sei tutto, no, sei una parte, sei il boss dei boss, no, sei morto, sei un innovatore, e sei un perdente, sei Cosa Nostra, sei Cosa Grigia. Sei il carrello della spesa e la pala che gira, le auto che prendono fuoco, le persone scomparse, sei il calcestruzzo e il sale che ci scorre nelle vene. Sei un ritratto. Intorno, la cornice. Sei nato nel 1962”. Giacomo Di Girolamo, giornalista e scrittore, per i pochissimi che non lo conoscono, è direttore del portale Tp24.it e della radio Rmc 101. Collabora con università e testate internazionali. È autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (2010, 2017), di Cosa Grigia (il Saggiatore, 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore, 2014, finalista al premio “Il mio libro”), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016). Per le sue inchieste ha vinto nel 2014 il “Premiolino”, il principale riconoscimento per i giornalisti italiani. La sua ultima pubblicazione è “Gomito di Sicilia”, Laterza, 2019. Una vera risorsa per quanti ancora oggi credono nell’importanza del giornalismo d’inchiesta e nel valore supremo della verità.

Il monologo di una vita di latitanza

Tra pagine di diario, pizzini veri ed inventati, lettere d’amore, di rabbia e di sfida, la storia del super latitante Matteo Messina Denaro scrive Antonio Salvatore Colomba della Sound Power Service Partnership in una missiva a tutte le scuole italiane. Non una sua foto circola dagli anni ’80, nessuna impronta digitale archiviata, solo alcuni identikit e quei Ray-Ban a coprire lo strabismo. Sotto mentite spoglie ha vissuto e vivrà un uomo che incarna il peggio della mafia di Cosa Nostra del recente passato, attraversando tutte le fasi: quella degli uomini d’onore, della guerra tra i clan Corleonesi e Palermitani, le stragi di stato e la trattativa. Dal ’93 la sua organizzazione smette di uccidere e, nascosta in una zona grigia, si mette in affari. Ne fa tanti di “Picciuli” Cosa Nostra, insegnando alla nazione intera come si fa il green-washing con il monopolio delle pale eoliche e la produzione green di energia. “Attraverso le lettere del giornalista trapanese Di Girolamo e i racconti di Abbate – scrive Antonio Salvatore Colomba – ho costruito il monologo di una vita di latitanza in cui i sogni di gloria, ricchezza, potere e fama del più grande Padrino di Cosa Nostra rimasto, si scontrando contro il desiderio di aver avuto una buona istruzione scolastica ed accademica e di aver vissuto accanto ad una figlia che non ha mai visto crescere, se non a distanza. Lui è stato la bestia che ha sopraffatto l’uomo che non è mai stato: l’uomo di mafia al servizio della rete legata dal rispetto e dai vincoli mafiosi che hanno divorato il fantasma dei suoi desideri morti e sepolti in una vita non vissuta. A che ne è valsa un’esistenza sprecata per mantenere un potere, quello mafioso, che la maggior parte dei siciliani hanno già disdegnato dal 1992? Abbiamo visto la reazione dei siciliani dopo le stragi di Capaci e di Via D’Amelio. La mafia fa paura a quei pochi che chiedono voti e favori da restituire con gli interessi”.

Lirio Abbate e “U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi”

“Sono venuto a conoscenza dei segreti della vita personale e criminale dell’uomo più ricercato d’Italia, uno dei criminali più pericolosi nel mondo, considerato tra gli elementi di spicco di Cosa Nostra. Viene da Castelvetrano, Trapani, è nato nel 1962 e si chiama Matteo Messina Denaro. Di lui mi hanno raccontato storie di sangue e di sesso, mi hanno descritto il lato personale, i vizi. […] È ricercato dal 1993 e da allora si è trasformato in un fantasma…” come afferma, anche lui con una schiettezza disarmante e un coraggio davvero educativo (perché dobbiamo educare al coraggio e insegnare il coraggio della verità, nelle nostre scuole) Lirio Abbate in “U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi” pubblicato per i tipi della Rizzoli Libri. Fantasma che, come sappiamo tutti si è materializzato solo qualche giorno fa restituendo all’Italia la voglia di parlare, ancora con più energia, di legalità e giustizia. Sì, ritrovate, però. Lirio Abbate è certamente uno dei giornalisti più autorevoli del nostro Paese; siciliano, è autore di inchieste esclusive su corruzione e mafie. Scrive per il cinema e la televisione. Reporters sans frontières lo ha inserito fra i «100 eroi dell’informazione» nel mondo. Con Peter Gomez ha scritto I complici (2007), con Marco Lillo I re di Roma (2015), con Marco Tullio Giordana Il rosso & il nero (2019). Per Rizzoli ha pubblicato Fimmine ribelli (2013, da cui è stato tratto il film Una fem-mina, presentato a Berlino nel 2022) e i bestseller La lista. Il ricatto alla Repubbli-ca di Massimo Carminati (2017), U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi (2020) e Faccia da mostro (2021). È direttore del settimanale «L’Espresso». Lirio Abbate è il simbolo a cui ciascun docente vorrebbe ricondurre il proprio impegno.

Antonio Salvatore Colomba e lo spettacolo teatro-forum sul tema della Legalità per le Scuole

Tutto questo, “…fino alla mattina del 16 gennaio del 2023 in cui viene arrestato dai carabinieri del ROS, nella clinica privata palermitana La Maddalena. Sotto pseudonimo Andrea Bonafede si apprestava a sottoporsi alle cure oncologiche; sotto pseudonimo ha commissionato stragi e delitti, attraverso i pizzini, scritti da uno scriba diverso abbinato all’appropriato ricevente a cui affidava un nome in codice. Al momento dell’arresto, è stato reso noto, il super boss aveva addosso due cellulari e un’agenda bordeaux che sono subito stati sequestrati, è stato scoperto il suo covo e chissà quante altre prove di tanti misteri italiani troveremo” scrive Antonio Salvatore Colomba nel presentare lo spettacolo destinato alle scuole italiane.

La tecnica del teatro-forum, ideato da Augusto Boal

Lo spettacolo è messo in scena seguendo la tecnica del teatro-forum, ideato da Augusto Boal, capace di far rivivere la rappresentazione della vita del Boss Mafioso, e dare spazio, alla fine della performance, alle domande dello spettatore, alle sue impressioni e consigli. Il Forum è il processo didattico che trasforma la fruizione dello spettacolo in un evento di importante conoscenza storica e sociale. Già utilizzato dalla compagnia, negli ultimi anni di tournèe nelle scuole, ha prodotto grandi risultati pedagogici, creando legami con le comunità di scuole, di insegnanti e di studenti che ancora persistono. La rappresentazione teatrale ha una durata di 60 minuti circa, sarà messa in scena per gli alunni delle scuole primarie, secondarie di primo e di secondo grado, dal mese di Ottobre al mese di Maggio, e potrà essere rappresentato anche in due o tre repliche nella stessa mattinata all’interno della propria scuola, negli auditorium, saloni, palestre, aule magne, teatri, spazi anche non convenzionali, etc….

L’istituto comprensivo Renato Guttuso di Carini plaude a magistrati e Carabinieri

“Non era prevedibile la notizia dell’arresto del boss della mafia Matteo Messina Denaro quando, stamattina, abbiamo incominciato a parlare di pace, nel mondo e nel nostro territorio” così hanno affermato gli insegnanti della 4B dell’istituto “Renato Guttuso” di Carini che avevano cominciato, oggi, un percorso che, facendo leva sul breviario dell’editore Ernesto Di Lorenzo, percorresse le parole chiave della pace per costruire percorsi virtuosi finalizzati a promuovere la cultura della Pace e della Nonviolenza attraverso esperienze di tolleranza, reciprocità, democrazia, legalità, difesa dei diritti umani e dell’ambiente. “Abbiamo fatto leva – continuano i docenti – su questo eclatante evento di <liberazione della Sicilia> per parlare di pace sociale, culturale e civica e per condurre l’alunno ad acquisire un’immagine chiara della realtà sociale e a favorire una corretta integrazione sociale; a prendere coscienza di sé e delle proprie potenzialità; ad ampliare il punto di vista di sé e sulla propria collocazione nel mondo; a riconoscere e interagire con i soggetti che possono sostenere la definizione e l’attuazione del proprio progetto di vita; a riflettere sulle differenze e sulle somiglianze; a scoprire il proprio ambiente di lavoro attraverso. Gli alunni del prestigioso Istituto Comprensivo Statale “Renato Guttuso” di Carini (Pa) hanno inoltrato una nota di ringraziamento ai magistrati palermitani e ai carabinieri per il grande contributo che con l’arresto di Messina Denaro hanno dato alla “nostra terra di Sicilia”. Allegato alla lettera, firmata dai sedici alunni, anche i sedici disegni che sono la prova evidente della grande attenzione che c’è ai temi della giustizia, della legalità ma anche della pace intesa questa come “cessazione delle numerose guerre in atto, con riferimento alle tante guerre di mafia, che da decenni rappresentano un vero e proprio cancro per la Sicilia. Un plauso a tutti gli alunni: Bunone Gabriel, Calderone Michelle, Caravello Andrea, Ceraulo Luisiana, Cusimano Eva, Ienna Ilary, Ingrassia Diego, Marcianò Giorgia, Marino Salvatore, Picone Sofia, Randazzo Greta, Ricco Clarissa, Sancarlo Silvia, Selvaggio Emmanuel, Sgroi Giulia e Villano Cristian.

L’UDA “Legalità e contrasto alle mafie”

Ti particolare rilevanza l’Uda: “Legalità e contrasto alle mafie” per la classe 5^ Primaria realizzata con l’Obiettivo formativo di “educare alla legalità” e “formare cittadini attivi, socialmente coinvolti, eticamente responsabili”, come si legge nel documento didattico di brillante fattura realizzato dai docenti del 1° Circolo Didattico Statale “Don Pietro Pappagallo” di Terlizzi diretto con grande competenza dal Dirigente Scolastico Dott.ssa Marilena de Trizio sempre molto attenta, come ciascuno degli utenti e degli insegnanti, alle tematiche connesse alla legalità.

UDA contro le mafie – interclasse 5^Ed. Civica

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