Valditara: “Dobbiamo valorizzare i talenti e le abilità di ciascun ragazzo. Da qui l’idea del docente tutor”

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Intervento a Radio Vaticana del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in cui si focalizza su alcuni punti centrali che riguardano l’istruzione, come la dispersione scolastica e il docente tutor.

Io penso alla scuola italiana come una grande comunità, non solo di insegnamento e di apprendimento ma anche di azione di vita. Penso ad una grande comunità che realizzi quella alleanza fra famiglie, studenti, docenti, parti sociali, proprio finalizzata alla valorizzazione della persona“, ha detto  il ministro dell’Istruzione e del Merito, che prosegue:  “Sono 75 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione che mette al centro la persona – ha sottolineato, soffermatosi sulla figura del docente tutor, legata alla riforma dell’orientamento: “e da qui anche l’iniziativa mia, volta a valorizzare i talenti, volta a valorizzare dunque l’individualità di ciascuno studente, a tirar fuori le abilità, le predisposizioni, le capacità di ciascun ragazzo. Ecco da qui l’idea del docente tutor, la centralità dell’orientamento per essere vicini anche alle famiglie nel momento anche della scelta del percorso formativo dei propri ragazzi. Io penso che sia fondamentale costruire la scuola italiana all’insegna di questi principi”.

Poi il Ministro ha toccato il tema della dispersione scolastica: “Il tema della dispersione è fondamentale – ha detto Valditara -. E’ un tema nei cui confronti io voglio agire molto energicamente, molto efficacemente. Ho creato anche un gruppo di lavoro molto qualificato per studiare delle iniziative soprattutto in quelle aree del nostro paese dove più alta è la dispersione. Noi non possiamo perdere dei ragazzi. Noi non possiamo lasciare indietro qualcuno, e quindi dobbiamo aggredire il tema della dispersione“.

C’è anche un altro tipo di dispersione a cui si rivolge il numero uno di Viale Trastevere, ovvero quello dei Neet: “anche qua abbiamo stanziato delle risorse proprio per la formazione di quei ragazzi che magari addirittura percepiscono il reddito di cittadinanza, ma non studiano, non lavorano, non si formano“.

Ecco noi non possiamo accettare che un ragazzo rimanga inerte perché vuol dire che non ha fiducia nel proprio futuro. E quindi la grande sfida è proprio quella di focalizzare l’attenzione del Ministero, l’azione del governo, delle istituzioni sempre più sul recupero e sul coinvolgimento”.

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