Il ministro Valditara chiarisce: contratto nazionale intoccabile, gli stipendi vanno tutti adeguati. Pacifico (Anief): bene, è quello che diciamo da tempo ma ora si passi ai fatti [VIDEO]

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“Il contratto nazionale non verrà toccato”: sono dichiarazioni importanti quelle rilasciate oggi dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, rispondendo al question time alla Camera a una interrogazione sulle sue parole su presunti stipendi della scuola differenziati tra Nord e Sud.

Il ministro ha detto che le sue parole “sono state strumentalizzate”, perché “tutti gli stipendi del personale scolastico devono essere adeguati” e per questo “abbiamo già finalizzato l’accordo economico per gli aumenti contrattuali lo scorso novembre, la scorsa settimana ho firmato la modifica dell’atto d’indirizzo per la nuova destinazione di 300 milioni di euro”.

Valditara ha anche ribadito che “occorre trovare soluzioni al problema della disparità nei costi della vita. Ho affermato – ha detto – che non è giusto che uno stipendio sia basso in un luogo dove il costo della vita è elevato. La sinistra riformista aveva l’obiettivo di bilanciare merito e bisogno, ma questo è stato trascurato”.

Anief si dice d’accordo con la posizione del ministro Giuseppe Valditara: “Quanto detto alla Camera oggi – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è esattamente quello che il nostro sindacato ripete da tempo: tutti gli stipendi di docenti e Ata vanno elevati alla media europea: se mancano 300 euro netti al mese a lavoratore non si può attuare alcuna differenziazione. Come non si può pensare di omettere l’indennità di vacanza contrattuale. Semmai, si può pensare di introdurre un’indennità di trasferta, da dare a che è in servizio lontano dal proprio domicilio, come avviene con i metalmeccanici. La vera priorità, anche alla luce delle poco rassicuranti proiezioni del il Fondo monetario internazionale per i prossimi due anni, durante i quali l’inflazione si ridurrà rimanendo però sempre di segno ampiamente positivo (a fine 2023 si perderà un altro 6%), deve essere quella di recuperare il potere di acquisto degli stipendi. E poiché quelli di chi lavora a scuola sono tra i più bassi, l’azione del Governo deve puntare a risollevare prima di tutto proprio quei compensi. Ora però – conclude Pacifico – si passi ai fatti, ancora di più perché sulla teoria siamo tutti d’accordo, ministro compreso”.

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