Valditara: “Aumento di 124 euro al mese lordi insufficiente. A Roma ad un maestro con 1300 euro al mese restano solo 150 euro”. Zangrillo: “Sì a differenziare gli stipendi”

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Nel corso del suo intervento alla Camera dei Deputati durante il Question Time, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha snocciolato alcune cifre riguardo gli stipendi degli insegnanti e il costo della vita. Valditara ha affermato che gli indici Istat mostrano che il costo della vita a Roma è molto elevato. Ad esempio, con uno stipendio di 1.300 euro al mese per un insegnante elementare, tra spesa e affitto, restano solo 153 euro.

Valore stipendi non uguale in tutta la penisola

Per Valditara un tempo la sinistra riformista aveva cercato di coniugare il merito e il bisogno, ma questa questione è stata abbandonata e trascurata. Il ministro è convinto che dobbiamo riprendere questa sfida per il bene dell’Italia intera.

Il ministro ha poi ribadito: “Non è in discussione il contratto nazionale, la vera sfida è capire come fare con il lavoratore che si trova ad avere un costo della vita più alto, in un determinato territorio ovunque si trovi, al nord, al centro, al sud, non vada ad avere uno stipendio che nei fatti è molto più basso”.

La questione stipendi e il rapporto con il costo della vita è giunto all’auge del dibattito la scorsa settimana quando il Ministro durante un webinar organizzato da PWC ha riportato la richiesta da parte di alcune Regioni sulla necessità di adeguamento degli stipendi in base al costo della vita. Proposta che ha incontrato un coro di “no” da parte di enti locali e sindacati, soprattutto al sud ma non solo.

Sì ad integrazione stipendi in aree ad alto costo della vita

Sulla faccenda è intervenuto anche il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha visto nel contratto integrativo la possibilità di venire incontro ai lavoratori in aree del paese con alto costo della vita.

Il contratto integrativo, che mantiene la struttura del contratto nazionale, ha suggerito, potrebbe essere un mezzo per tenere conto delle condizioni salariali dei dipendenti pubblici e del loro contesto territoriale. Ha negato che questo costituisca una creazione di gabbie salariali divisive, descrivendolo come un adeguamento retributivo per diverse aree territoriali che può essere raggiunto senza danneggiare il ruolo principale del contratto, valorizzando il capitale umano e premiare le prestazioni dei dipendenti.

La parte accessoria dello stipendio, specificata nei contratti integrativi, dovrebbe essere utilizzata, secondo il Ministro, per introdurre meccanismi di premialità per dipendenti con prestazioni eccellenti e rendere la Pubblica Amministrazione più attraente, valorizzando le competenze e il merito.

Valditara, mie parole strumentalizzate

Tornado alla polemica sulla differenziazione degli stipendi del personale scolastico, il Ministro Valditara ha tenuto a precisare che le sue parole, durante la settimana successiva al webinar, sono state strumentalizzate, “tutti gli stipendi del personale scolastico devono essere adeguati“. In sole tre settimane, ha sottolineato, è stato un accordo con i sindacati che prevede risorse nuove e la destinazione di ulteriori fondi per aumentare gli stipendi del personale scolastico. “Il contratto nazionale non verrà modificato, ma la richiesta delle Regioni è quella di garantire equità nei salari per i dipendenti che vivono in aree con un costo della vita più alto, indipendentemente dalla posizione geografica.”

124 euro di aumento? Pochi

La questione stipendi è stata oggetto di dibattito anche durante un incontro intitolato ‘La Lega al governo, l’impegno per il Lazio’ che si è svolto a Roma dopo il Question Time. Nei primi 100 giorni – ha detto il Ministro – tante sono le cose fatte ma la scuola ha avuto per noi un’attenzione molto particolare perché da lì cresce l’Italia, il Lazio e Roma. In 3 settimane abbiamo concluso il contratto della scuola per un milione e 250 mila persone, abbiamo dato un aumento di 124 euro al mese per 1,2 milioni di persone. Lo dico, è insufficiente, ma è il più grande aumento mai fatto per la scuola italiana. In 3 settimane abbiamo fatto quello che avrebbero potuto fare e non sono riusciti a fare“. 

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