Assunzione docenti con tre anni di servizio, martedì 7 febbraio incontro con i sindacati: arriva la risposta dell’Unione Europea sulla proposta del Ministero

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Ci sarà ancora da aspettare per avere da Bruxelles una decisione definitiva per discutere la fase transitoria per i supplenti storici.

I burocrati europei hanno ascoltato con molta attenzione le proposte dei tecnici del Ministero e si sono riservati una risposta nelle prossime settimane. I tempi, dunque, si allungano anche per via della portata delle proposte inviate dall’Italia, definite “forti” da fonti vicine al dossier.

La risposta, però, potrebbe arrivare entro lunedì: infatti martedì 7 febbraio alle 16 i sindacati sono stati convocati al Ministero e si parlerà, verosimilmente, proprio di quanto arriva da Bruxelles.

Il piano del Ministero per il reclutamento

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta proponendo un piano per il reclutamento dei docenti precari per il 2023. Il Ministero sta chiedendo alla Commissione Europea di posticipare al 2025 l’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento, fissato, al momento, al 2024. Il piano proposto riguarda l’assunzione di docenti precari dalle attuali graduatorie, le GPS, attraverso percorsi formativi e prove per soddisfare gli standard richiesti.

Per il 2023, ci sarà una nuova fase transitoria che consentirà di assumere a tempo determinato nel 2023/24 e poi a tempo indeterminato nel 2024/25 i docenti presenti nelle graduatorie provinciali. Gli insegnanti precari che verranno chiamati come supplenti avranno un contratto a tempo determinato che fungerà anche come anno di tirocinio e formazione per completare i CFU mancanti. Dopo l’anno, dovranno superare una prova scritta e orale per diventare di ruolo.

Questa soluzione sarebbe l’unico modo per immettere in ruolo un numero considerevole di docenti. Il target fissato dalla riforma del PNRR è 70.000 entro il 2024, ma con il meccanismo attuale, non sarà possibile raggiungere l’obiettivo. Pertanto, lo spostamento di un anno della scadenza e questa nuova formula per la stabilizzazione dei precari sarebbe una soluzione se ottenesse l’approvazione della Commissione europea e verrà inserita in un decreto legge PNRR che dovrebbe essere approvato entro il 10 febbraio.

A quanto pare però la commissione UE dovrebbe anche decidere sulla questione vincoli di mobilità. Secondo l’Unione Europea, il vincolo di mobilità è cruciale per la continuità didattica e, di conseguenza, per la qualità del sistema scolastico. La Commissione UE sostiene che l’obbligo di restare nella stessa sede è un punto fondamentale del progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti. Questa riforma è alimentata dai fondi europei e quindi il blocco triennale dei trasferimenti è parte integrante del pacchetto e non può essere eliminato.

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