Autonomia differenziata, ecco cosa sono i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni

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Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità, in via preliminare, il disegno di legge preparato da Roberto Calderoli. Il ddl delinea la cornice entro la quale le Regioni potranno, in futuro, chiedere allo Stato il trasferimento delle funzioni e competenze definite dagli articoli 116 e 117 della Costituzione.

La legge punta a semplificare le procedure, accelerare e sburocratizzare i procedimenti, per una distribuzione delle competenze che meglio si conformi ai principi di sussidiarietà e differenziazione, nel rispetto dei principi di unità giuridica ed economica, indivisibilità e autonomia e in attuazione del principio di decentramento amministrativo.

L’attribuzione di funzioni è subordinata alla determinazione dei Lep – previsti dalla Costituzione ma non ancora definiti -, che garantiscano i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale, non solo per le Regioni che avviano l’intesa, e solo dopo che siano stanziate le risorse per coprire nuovi o maggiori oneri.

I livelli essenziali delle prestazioni

Cosa si intende per LEP?  L’acronimo LEP sta per “Livelli Essenziali delle Prestazioni”, che riguardano i servizi che lo Stato deve fornire in modo uniforme in tutto il paese per garantire il pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini.

Questo implica la necessità di stabilire uno standard di servizi adeguato alle esigenze della popolazione, indipendentemente dal luogo di residenza.

Lo Stato deve quindi fornire agli Enti Locali i fondi necessari per garantire questi servizi, anche fornendo supporto finanziario agli enti che non dispongono di risorse adeguate. Tuttavia, fino ad ora questo principio non è stato pienamente applicato, poiché la distribuzione delle risorse è stata basata sul metodo di calcolo della “spesa storica”, ovvero sulla base di quanto è stato speso in passato da un ente per un determinato servizio.

Questo ha portato a una maggiore assegnazione di fondi a chi garantisce già tali servizi, a scapito di chi non ne è in grado. Tale pratica ha contribuito all’ampliamento della disparità tra i territori, impedendo a molti cittadini italiani di esercitare appieno i loro diritti di cittadinanza, andando contro l’intento originale della Costituzione.

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