Assegno unico 2023, c’è chi dovrà restituire più di 200 euro per figlio: ecco perché

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Il Decreto Legislativo n. 230/2021, che regola l’assegno unico, prevede un aumento di 30 euro al mese per ogni figlio minore se entrambi i genitori hanno un reddito da lavoro.

Tuttavia, l’Inps ha deciso di non applicare questa maggiorazione ai nuclei familiari monogenitoriali, causando confusione tra le famiglie interessate. Inizialmente, l’Inps ha erogato la maggiorazione per i primi mesi del 2022, ma poi ha interrotto questa pratica a partire dal mese di ottobre.

Adesso, l’Inps sta risolvendo la questione per le sette mensilità con maggiorazione erogata e potrebbe chiedere il rimborso di un importo che può raggiungere i 210 euro per figlio. Questo potrebbe significare un importo totale di 420 euro per una madre vedova con due figli minori o oltre 600 euro per un padre single con tre figli.

Il governo Meloni non ha ancora modificato la normativa, lasciando le famiglie monogenitoriali in una situazione incerta.

Novità dal 2023

L’Inps segnala che a partire dal 1° marzo 2023, coloro che hanno presentato una domanda di assegno unico e universale tra gennaio 2022 e febbraio 2023 e che è stata accettata, riceveranno automaticamente la prestazione senza dover presentare una nuova domanda. Tuttavia, è necessario rinnovare l’ISEE per poter godere dell’importo completo.

I dati della domanda verranno automaticamente prelevati dagli archivi dell’Inps e la prestazione verrà liquidata in modo continuo. I richiedenti devono comunicare eventuali modifiche alle informazioni fornite nella domanda inviata all’Inps entro il 28 febbraio 2023 (ad esempio: nascita di un figlio, variazione o inserimento della condizione di disabilità, separazione, modifiche dell’IBAN, maggiore età dei figli), integrando tempestivamente la domanda già inviata.

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