Dimensionamento scolastico, Bonaccini fa ricorso. Castaldini (FI): in Emilia Romagna non ci sono classi pollaio. La riforma parla di dirigenti non di alunni

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“Ero curiosa di sentire con quali motivazioni il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, avesse deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale sulla vicenda del ridimensionamento delle posizioni dei dirigenti”. Così in una nota Valentina Castaldini, Consigliere regionale e capogruppo Forza Italia Emilia-Romagna, coordinatore delle commissioni PNRR

Ma oggi che ha ufficializzato il ricorso la mia curiosità è rimasta senza risposta alcuna – aggiunge. Infatti, questa mattina il presidente Bonaccini e l’assessore alla Scuola, Paola Salomoni, invece che argomentare sono ricorsi alla mera propaganda politica: tagli al pubblico, dalla scuola alla sanità; classi pollaio; decisioni prese da Roma senza considerare le Regioni, e via discorrendo“.

Invece, una premessa da non dimenticare è che quest’operazione permetterà – come previsto dall’articolo di legge specifico sulle scuole – alle regioni di procedere in piena autonomia a una pianificazione, a livello locale, adeguata alle esigenze del territorio e, contestualmente, al Ministero di programmare un piano di assunzioni sulla base dell’effettivo fabbisogno, tenuto conto del personale attualmente in servizio e della stima delle cessazioni per i prossimi anni. Dunque, ad oggi: un ricorso sul nulla. Per di più a spese dei cittadini, anche in termini economici” evidenzia.

Al momento per di più – prosegue – non c’è ancora il decreto attuativo ma comunque stiamo parlando di un provvedimento che invece risponde a una direttiva europea già sottoscritta dal precedente Governo Draghi, il cui ministro alla Scuola era proprio Patrizio Bianchi. Una riforma richiesta dal PNRR già nota e non è una sorpresa dell’ultima ora, che prevede un accorpamento di dirigenze e non di classi.

La riforma chiesta dell’Europa all’interno del PNRR sul dimensionamento organizzativo va a sanare una discrepanza all’interno del territorio nazionale. I dati del Ministero dell’Istruzione relativi all’anno scolastico corrente 2022/23 ci dicono che il rapporto fra alunni delle scuole statale, dall’infanzia alla secondaria superiora, e il numero di istituti principali sede direttiva va da 972 alunni per sede delle regioni del Nord-Ovest ai 790 alunni per sede delle Isole e 810 delle regioni del Sud.

L’Emilia-Romagna ha un rapporto pari a 991 alunni per sede, contro ad esempio i 641 della Calabria. Questo significa che i maggiori tagli saranno a carico delle regioni del Sud. Per l’Emilia-Romagna si parla di appena 15 dirigenti, pari a meno dell’1 per cento della propria pianta organica.

Infine, immaginando serva infervorare gli animi, vorrei tranquillizzare alunni e genitori delle scuole nelle zone montane: con apposite clausole di salvaguardia saranno tutelate nella loro unicità e non chiuse come si vuol far credere.

La politica cui faccio riferimento e che ho sempre sostenuto in questi anni da consigliere regionale, e prima che lo diventassi, fa i conti con il mondo reale. E quando questi conti non tornano in base alla narrazione della politica, soprattutto quella degli ultimi tempi qui in Emilia-Romagna, è giusto che l’opposizione cui mi rifaccio riporti la questione il più possibile aderente alla realtà.

Anche per questo basta con le “scuole pollaio”, in Emilia-Romagna non esistono: meno dell’1% hanno più di 30 alunni, e per di più a tendere è un problema assolutamente inesistente perché ogni anno in Emilia-Romagna il contingente dei bambini dai 6 ai 10 anni è di circa 3.000 unità in meno rispetto a quello dell’anno precedente.

Non abbiamo bisogno di propaganda politica. Non ne hanno bisogno la nostra Emilia-Romagna e i nostri cittadini” conclude Castaldini.

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