Dimensionamento scolastico, 900 alunni per avere un DS e un DSGA. Bonaccini e Salomoni: “Attacco alla scuola pubblica, chiusure in montagna e aree interne”

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“La Giunta regionale formalizza la costituzione in giudizio davanti alla Consulta contro le parti della Legge statale di Bilancio sulla riorganizzazione della rete scolastica, nelle quali si alza a 900 studenti la soglia minima per poter avere una autonomia scolastica con un proprio dirigente, col rischio, di fatto, di accorpamenti e riduzione del numero delle autonomie, e quindi delle scuole gestite dalle stesse, in particolare nelle aree interne, periferiche e nei comuni montani”. Così una nota della Regione Emilia Romagna.

La Regione solleva una questione di legittimità costituzionale perché ritiene che le norme del provvedimento deciso dal Governo siano lesive delle competenze regionali in materia di dimensionamento della rete scolastica. Oltre che dei principi di leale collaborazione e sussidiarietà e di rispetto delle procedure di coordinamento Stato-Regioni in materia di scuola.

Quali le conseguenze? Secondo quanto previsto dal Governo – spiega la Regione – , in Emilia-Romagna il taglio previsto sarà di 15 posizioni di dirigenti scolastici e direttori dei Servizi generali e amministrativi in tre anni. E questo comporterà la necessità di riorganizzare la rete scolastica, accorpando istituzioni scolastiche che già hanno una media di più 1.000 studenti per autonomia scolastica, con punte di quasi 1.200 studenti di media nelle scuole superiori di II grado.

Il provvedimento del Governo taglia le autonomie scolastiche per risparmiare sul costo dei dirigenti scolastici e dei direttori dei Servizi generali. Un intervento che colpisce un servizio fondamentale e un bene pubblico come la scuola in una regione, va ricordato, nella quale si è già lavorato alla razionalizzazione della rete scolastica in collaborazione con Enti locali e Ufficio scolastico regionale, cercando di mettere studenti e famiglie al primo posto. Tagliare in questo modo, come vuol fare invece il Governo, mette a rischio le scuole in montagna e nelle aree interne periferiche” affermano il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore all’istruzione Paola Salomoni.

Crediamo non sia legittimo, oltre che non utile che il Governo intervenga così pesantemente sull’organizzazione della scuola pubblica senza il coinvolgimento delle Regioni. Ci pare anche che le prime scelte fatte in materia di istruzione siano gravi e prefigurino un vero e proprio attacco alla scuola pubblica. Ancor di più perché ledono le competenze delle Regioni non valorizzando i principi di leale collaborazione necessari a garantire il buon funzionamento del sistema scolastico” concludono.

Dimensionamento scolastico, Bonaccini fa ricorso. Castaldini (FI): in Emilia Romagna non ci sono classi pollaio. La riforma parla di dirigenti non di alunni

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