Pensioni marzo 2023, assegni più alti con la rivalutazione: ecco chi è escluso

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A marzo, l’Inps erogherà la rivalutazione e gli arretrati delle pensioni superiori a 2.101,52 euro (quattro volte il minimo), come indicato in una nota dell’Istituto. La rivalutazione rispetto all’inflazione del 100% è stata erogata già da gennaio per le pensioni fino a questa cifra.

L’Inps effettuerà la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento, come previsto dall’art. 1 comma 309 della legge di bilancio. Gli arretrati relativi ai mesi di gennaio e febbraio 2023 saranno inoltre posti in pagamento in marzo.

La rivalutazione sarà pari all’85% del 7,3% per chi ha un reddito tra quattro e cinque volte il minimo, ovvero del 6,205%, mentre sarà solo del 53% dell’inflazione, pari al 3,869%, per chi ha un reddito da pensione tra le cinque e le sei volte il minimo. Le percentuali di rivalutazione diminuiscono all’aumentare dell’importo della pensione fino ad arrivare al 32% di rivalutazione per chi ha assegni superiori a 10 volte il minimo, con un recupero rispetto all’aumento dei prezzi del 2,336%.

Alcuni esempi

Per determinare l’importo complessivo da prendere come base per la perequazione, l’Inps considera le prestazioni memorizzate nel Casellario centrale delle pensioni, erogate da enti diversi dall’Inps e per le quali è indicata l’assoggettabilità al regime della perequazione cumulata, e le prestazioni erogate dall’Inps.

Chi è escluso dalla rivalutazione

Sono escluse da questa perequazione le prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative, le pensioni a carico del Fondo clero ed ex ENPAO, l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale e le prestazioni a carattere assistenziale e le pensioni che usufruiscono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice. Sono infine escluse dalla perequazione le prestazioni di accompagnamento a pensione come l’Ape sociale, che non vengono rivalutate per tutta la loro durata.

Quando verrà pagata la pensione

Il pagamento delle pensioni di marzo avverrà – comunica sempre l’Inps – con valuta il 1° marzo, per i pagamenti accreditati presso Poste Italiane, e con valuta 3 marzo per i pagamenti presso gli istituti di credito. La gestione delle pensioni è principalmente affidata a Poste Italiane e coloro che ricevono il pagamento su un conto corrente postale o su un libretto di deposito di Poste dovrebbero ricevere la pensione puntualmente. Tuttavia, coloro che ricevono una pensione inferiore a 999 euro hanno sempre la possibilità di ritirare la pensione in contanti.

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