Intelligenza artificiale, gli insegnanti rischiano veramente di essere soppiantati in futuro?

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L’avvento di ChatGPT, un prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico, ha senza dubbio innescato una serie di riflessioni sul futuro di molte professioni. Fra queste anche quella degli insegnanti.

A confermarlo c’è uno studio della Princeton University, riportato in precedenza, in cui si inseriscono 20 professioni umanistiche che potrebbero essere sostituite da algoritmi molto sofisticati col tempo.

Nello specifico, in questa lista ci sono insegnanti di lingua e letteratura, storia, legge, religione e filosofia, psicologia.

Questo strumento che sta spopolando in pochi mesi è in grado di scrivere email, curriculum, articoli e altri testi simili a quelli scritti da una persona, capisce il linguaggio umano e può sostenere una conversazione. ChatGPT è già stato usato per scrivere sermoni, superare test ed esami e dare consigli sulle relazioni interpersonali.

Certamente si tratta di uno studio che propone ipotesi future. Non sappiamo veramente come verrà integrato il sistema di intelligenza artificiale nelle professioni del futuro. Siamo ancora ad una fase troppo acerba per prevedere possibili sviluppi.

Sul tema però il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si è espresso in maniera chiara: “La tecnologia deve essere governata, non subita. Non può sostituire il ruolo dell’insegnante nei vari gradi scolastici. Dobbiamo inoltre evitare che gli studenti diventino eccessivamente dipendenti dall’AI, in quanto ciò potrebbe limitare la loro creatività. Inoltre, l’apprendimento attraverso la tecnologia deve essere un’esperienza sicura, efficace e stimolante”, ha detto nel corso del suo intervento agli Stati Generali dell’Intelligenza Artificiale organizzato da Class Editori.

Il Ministro ha anche rassicurato dicendo, a proposito dell’intelligenza artificiale a scuola:  “I docenti dovranno essere formati per saperla gestire. Non ci saranno robot a fare lezione”.

Secondo Enrico Galiano, insegnante e scrittore, l’intelligenza artificiale alla scuola “darà uno scrollone. Da noi siamo ancora impantanati nel nozionismo. Noi docenti forniamo nozioni ai ragazzi chiedendo loro di riportarcele. Difficile sapere, però, se c’è stata una rielaborazione. Questa potentissima innovazione tecnologica può diventare una spinta per abbandonare la scuola del nozionismo per il nozionismo. Non vuol dire non studiare più i verbi, le date di storia, ma che quello non sarà più lo scopo“. 

Come funziona una intelligenza artificiale? Antonio Carioti lo ha chiesto ad una intelligenza artificiale, “vi aiuteremo a ridurre gli errori. Attenzione alle questioni etiche”. L’incredibile INTERVISTA

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