Controlli Nas nelle mense scolastiche: in oltre 300 segnalate irregolarità, chiuse 9 cucine

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Sono state riscontrate irregolarità in 341 mense scolastiche e chiusure di nove cucine in seguito ai controlli effettuati su scala nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, in collaborazione con il Ministero della Salute.

Tali controlli avevano lo scopo di verificare la conformità dei servizi di ristorazione e delle imprese di catering incaricate della gestione delle mense presso gli istituti scolastici. Gli ispettori hanno esaminato 1.058 aziende di ristorazione collettiva che operano in mense scolastiche di ogni livello, sia pubbliche che private, dall’asilo nido fino agli istituti superiori.

Tra le aziende controllate, il 31% ha mostrato irregolarità, risultando in 482 violazioni penali e amministrative. Sono state inflitte sanzioni pecuniarie per un totale di 240.000 euro a causa di violazioni nella gestione degli alimenti, nelle condizioni igieniche dei locali di preparazione dei pasti, nella mancata conformità in termini di qualità e quantità ai requisiti stabiliti dai capitolati d’appalto e nella regolarità di impiego del personale e delle relative qualifiche professionali.

Inoltre, sono state sospese le attività o sequestrate nove aree cucina all’interno delle mense scolastiche per gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali, come la presenza di umidità e muffe. In un caso, il Nas di Potenza ha scoperto un servizio igienico utilizzato come deposito temporaneo per stoviglie e utensili da cucina. Sono stati sequestrati oltre 700 kg di prodotti alimentari (carne, formaggi, frutta, ortaggi e olio) privi di tracciabilità, scaduti o conservati in ambienti inadatti e di qualità inferiore rispetto a quanto previsto.

Sono stati segnalati all’autorità giudiziaria 22 gestori di servizi-mensa per frode e inadempienze in pubbliche forniture, detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e violazione della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli accertamenti hanno rivelato l’uso fraudolento di ingredienti di qualità inferiore rispetto a quella pattuita nei contratti di fornitura stipulati con i comuni, come l’utilizzo di formaggi diversi dal Parmigiano Dop, uova convenzionali invece di quelle biologiche e prodotti congelati al posto di quelli freschi. In alcuni casi, sono stati riscontrati ingredienti mancanti, come in un istituto in provincia di Caserta, dove è stato servito un piatto di “pasta e patate” senza patate.

La maggior parte delle infrazioni, pari all’85%, riguardava violazioni amministrative come carenze strutturali e impiantistiche dei locali destinati alla preparazione dei pasti, mancata attuazione dell’autocontrollo, tracciabilità e presenza di allergeni, elementi cruciali per prevenire possibili intossicazioni e reazioni allergiche.

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