Regionalizzazione scuola, Valditara: “Non saranno toccati il contratto nazionale e i programmi scolastici”

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“Occorre prima valutare i livelli essenziali delle prestazioni. Io più volte ho escluso che possa essere intaccato il contratto nazionale della scuola così come i programmi scolastici, che sono di competenza dello Stato”.

Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, nel corso del Question time alla Camera in risposta all’interrogazione del deputato Orrico in merito alla regionalizzazione della scuola.

In tale quadro -spiega Valditara – c’è una cabina di regia apposita e per questi progetti saranno ascoltati tutti i personaggi in campo“.

 La materia istruzione – ha evidenziato il numero uno di Viale Trastevere – rientra a pieno titolo tra quelle nelle quali la nostra Costituzione prevede ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia“.

Dunque per Valditara, ammesso possa entrare la scuola all’interno del progetto di autonomia differenziata, una volta valutati i LEP, esclude che possano esserci interventi al CCNL e quindi al livello retributivo dei lavoratori della scuola, così come ai programmi scolastici, che dunque resterebbero uguali in tutte le regioni, nel caso di uno scenario di regionalizzazione.

Chiediamo al ministro Valditara di escludere la scuola dall’attuazione dell’autonomia differenziata. Lunedì scorso abbiamo incontrato i sindacati della scuola e condiviso fortissime preoccupazioni. Per la specificità del sistema di istruzione è assurdo ragionare di LEP, in quanto la scuola non produce beni materiali o prestazioni misurabili e i bisogni variano da un contesto territoriale all’altro. Ma soprattutto l’autonomia differenziata finirebbe per aumentare le diseguaglianze, limitare la libertà di insegnamento e non garantire il diritto allo studio. Lo scenario che si presenta è: un organico regionale del personale scolastico, bandi di concorso regionali, regionalizzazione della Dirigenza scolastica, contratti regionali, differenziazione degli stipendi su base territoriale, conseguenze sulla mobilità. Insomma lo spaccamento del sistema scolastico nazionale, con il divario Sud-Nord che non potrebbe che aumentare. Inoltre la diffusione uniforme di scuole dell’infanzia e tempo pieno sarebbe definitivamente negata, il valore legale del titolo di studio sarebbe compromesso e le regioni potrebbero decidere autonomamente su programmi, strumenti e risorse”.

Così la capogruppo M5S in commissione Istruzione alla Camera Anna Laura Orrico, intervenendo nel corso del question time con il ministro Valditara.

Trovo la polemica sui programmi scolastici e sul contratto nazionale inutile e strumentale. Fatto salvo il principio dell’autonomia scolastica, che nessuno mette in discussione, l’articolo 33 della Costituzione ribadisce che ‘la Repubblica detta le norme generali sull’istruzione’. Questo vale tanto per i programmi quanto per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, che non è e non può essere messo in discussione. Fratelli d’Italia si è sempre battuto per una scuola unica che fornisca a tutte le latitudini uguali strumenti e possibilità, così come ribadito ancora una volta oggi nel question time alla Camera dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara. Il resto è pura demagogia“. Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo, membro della commissione Cultura del Senato e responsabile della Scuola di Fratelli d’Italia.

La trascrizione integrale della risposta del Ministro:

Signor Presidente,

Gentili Onorevoli,

la legge di bilancio per il 2023 ha stabilito che per perseguire la promozione delle autonomie regionali, mediante l’autonomia differenziata, occorre prima dimostrare di saperla coniugare con l’introduzione degli indispensabili strumenti di garanzia di coesione nazionale rappresentati dalla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, con i correlati costi e fabbisogni standard. 

D’altronde, l’obiettivo di determinare questi ultimi, anche con riferimento all’ambito dell’istruzione e della formazione, costituisce l’adempimento concreto di quanto espressamente previsto dall’articolo 117, secondo comma, lettera m) della Costituzione, la cui attuazione – va precisato – si impone indipendentemente dal processo di autonomia differenziata. Voglio ricordare che l’articolo 117, comma secondo lettera m della Costituzione è stato approvato nel 2001 da una maggioranza di centrosinistra. 

Inoltre, per rispondere subito al quesito posto, va precisato che la materia “istruzione” rientra a pieno titolo tra quelle per le quali la nostra Costituzione prevede “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” e ancora una volta si rimanda all’articolo 116 terzo comma che venne approvato nel 2001 da una maggioranza di centrosinistra. Voglio peraltro subito sottolineare come io abbia più volte escluso che possa essere intaccato il contratto nazionale, che non verrà certamente messo in discussione. Quanto alla polemica sui programmi scolastici, a parte l’autonomia delle scuole, voglio ricordare che c’è una giurisprudenza costituzionale, che vi inviterei a conoscere, che stabilisce essere i programmi materia di competenza dello Stato. In tale quadro, il Governo ha ritenuto necessario assicurare un percorso di ampia partecipazione istituzionale e, a tal fine, ha istituito una “Cabina di regia”, in cui sono coinvolte le Autorità statali e territoriali, e tra queste anche il Ministero dell’istruzione e del Merito.

Tanto premesso, voglio assicurare che in questo percorso, a differenza di quanto accaduto in precedenti occasioni riformatrici – saranno coinvolti tutti i soggetti interessati: a tal fine, infatti, sia presso gli uffici del Ministro per gli affari regionali e le autonomie sia presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, sono stati già attivati tavoli di confronto e consultazione alla presenza di esperti delle più diverse estrazioni e in massima parte provenienti dal mondo della formazione e dell’accademia. 

Con la forza di questo metodo, serio e aperto alla più ampia partecipazione, auspichiamo, pertanto, che il percorso intrapreso possa essere il più ampiamente condiviso e possa portare ad una attuazione aderente allo spirito più autentico del dettato costituzionale.

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